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Lazio, Pioli e la carica dei 101 corner: che fatica sui calci piazzati

NEWS DEL GIORNO – I biancocelesti faticano a sfruttare i calci da fermo in attacco…

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Pubblicato l’1/11 alle 18.30

NEWS DEL GIORNO – Diciannove punti in 14 gare, 6 vittorie, un pareggio e ben 7 sconfitte. I numeri biancocelesti di questa prima parte di campionato parlano di una crisi di risultati che inizia a farsi preoccupante. Decimo posto in classifica, alle spalle di Sassuolo, Torino e Atalanta, con la vetta che dista 12 punti e il terzo posto occupato dalla Fiorentina a 10 lunghezze. Nell’ultima uscita contro l’Empoli la reazione della truppa di Pioli nel secondo tempo è stata buona, ma decisioni arbitrali che lasciano più di qualche dubbio hanno messo il bastone tra le ruote dei biancocelesti. Venerdì all’Olimpico arriva la Juventus, che dopo un inizio di campionato difficile è ora tra le squadre più in forma della Serie A, galvanizzata dalla conquista degli ottavi di Champions con un turno d’anticipo.

DIFESA MOLLENell’ultimo match di campionato la Lazio è andata sotto dopo soli 5 minuti, colpita dal colpo di testa di Tonelli, rimasto tutto solo al centro dell’area laziale sugli sviluppi di un corner battuto dalla destra. Uno a zero per i toscani, partita in salita fin dalle battute iniziali e un vecchio demone che torna in superficie. Spesso e volentieri gli avversari colpiscono i biancocelesti su calcio piazzato nei momenti più delicati del match. La rete di Tonelli è solo l’ultima delle docce gelate laziali, schienati a ripetizione da punizioni, calci da fermo e tiri dal dischetto. Il rigore calciato da Dzeko nel derby è un ricordo vivo, così come la zuccata di Mexes nel match dell’Olimpico contro il Milan. L’ex romanista, appena entrato in campo svetta di testa sugli sviluppi di una punizione dalla trequarti e taglia le gambe alla Lazio, in svantaggio di due reti. Contro il Sassuolo ad aprire le marcature ci ha pensato Berardi su rigore, mentre qualche giorno prima con il Saint Etienne la truppa di Pioli fu colpita a freddo da Sall, abile a sfruttare un posizionamento infelice su un corner nei primi minuti.  Solo la settimana precedente la Lazio era stata sorpresa anche da Helander sugli sviluppi di una punizione dalla destra. Anche nella debacle di Verona contro il Chievo Lazio colpita su punizione da Birsa: il conto totale inizia a farsi numeroso, indubbiamente serve più attenzione sui calci da fermo e meno irruenza negli interventi nei pressi dell’area di rigore.

L’ATTACCO LATITA – Il discorso non migliora se si passa ad analizzare i numeri delle punizioni in attacco, anzi. Basti pensare che la Lazio è la prima squadra a superare quota 100 calci d’angolo in campionato (esattamente 101), con una media di 7,2 corner a favore a partita. Risultato? Nemmeno un gol segnato sugli sviluppi di un tiro dalla bandierina. Sui calci da fermo finora è Biglia il più pericoloso, uno dei pochissimi biancocelesti a colpire su punizione. Prima contro il Verona su rigore, poi contro l’Atalanta direttamente da calcio di punizione, calciato magistralmente con il destro. All’argentino va ad aggiungersi Marco Parolo, autore della rete del raddoppio (e del successo) contro il Verona in terra scaligera, che contro l’Hellas ha trasformato in rete la punizione toccata dal capitano. A questa si deve aggiungere il rigore trasformato da Candreva all’Olimpico contro il Palermo, ma il conto in campionato si ferma qui. Va leggermente meglio in Europa League, in cui la Lazio ha trovato la via della rete con Milinkovic-Savic di testa sulla punizione crossata da Kishna. Anche in quella partita bisogna però ricordare un’amnesia difensiva, costata molto cara: a tempo scaduto i capitolini non riescono a liberare sul corner e vengono puniti con il pareggio. L’altra rete europea derivante da un calcio da fermo porta il nome di Hoedt: contro il Saint Etienne crossa Biglia e la palla arriva all’olandese che insacca di sinistro a porta praticamente sguarnita. Bottino abbastanza magro dunque: una delle diverse cose da migliorare in questa Lazio, che se vuole tirarsi fuori dal momento di crisi deve certamente imparare a sfruttare meglio gli episodi, vista soprattutto l’infinità di corner che guadagna.

Gian Marco Torre

Per la statistica sui corner si ringrazia Lazio Page

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