Lazio-Torino 2-0, quando il cavalier Pandev sconfisse la sfortuna

Pubblicato 
domenica, 25/10/2015
Di
Redazione
Tempo di lettura: 2 minuti

C'ERA UNA VOLTA - Una squadra che lontana da casa non riusciva a vincere. Quando però tornava tra le mura amiche non ce n'era per nessuno: Bologna, Genoa, Udinese, Frosinone. Tutte avevano provato a fermarla, nessuna ci era riuscita. E anche quando gli avversari arrivavano da fuori confine, la storia non cambiava; chiedere ai francesi del Saint Etienne o ai norvegesi del Rosenborg. Nessuno riusciva a battere la Lazio, almeno due gol sul groppone erano garantiti. Nonostante il pubblico che assisteva allo spettacolo fosse sempre minore, nonostante gli infortuni privassero la contesa dei giocatori più importanti, i biancocelesti erano sempre lì, pronti a rifilare gol a tutti. E il 2-0 era un risultato che in campionato sembrava un marchio indelebile...

18 febbraio 2007, all'Olimpico arriva il Torino di Alberto Zaccheroni. Delio Rossi, allenatore biancoceleste, deve fare i conti con le assenze: Peruzzi, Behrami, Mudingay e Makinwa, quattro pedine importanti per lo scacchiere laziale. La partenza della Lazio è rabbiosa, il Toro è costretto a rintanarsi nella propria metà campo. Al minuto numero 11 ci pensa il macedone Pandev con un cucchiaino delizioso a beffare Abbiati e a lanciare in orbita i biancocelesti. La gara è saldamente in mano alla formazione di Rossi che potrebbe affondare, ma la mira sembra non essere quella dei giorni migliori. Bisogna attendere il secondo tempo. E' ancora Pandev ad andare a segno: marcature aperte con un cucchiaio, partita chiusa con un colpo di spada potente e preciso. Vola la Lazio a un punto dal posto che vale la Champions League, più forte di tutto, anche delle assenze.

Due reti a zero, tante assenze, un bomber tutto mancino. Tanti punti in comune con la squadra oggi allenata da Stefano Pioli: lo stesso numero di gol come marchio di fabbrica all'Olimpico, quattro pedine (de Vrij, Hoedt, Keita e Parolo) fuori per infortunio, Djordjevic mancino e decisivo come Pandev. A fine anno quella squadra di Rossi conquista la Champions League, passando per i preliminari. Sogna di ripetersi anche questa Lazio, come nella passata stagione, ma il cammino è ancora lungo. Prima passa certamente per la sfida contro il Torino, magari con lo stesso risultato del 2007. Perchè le favole hanno sempre bisogno di un cavaliere che compia il destino che gli Dei hanno scelto per lui.

Matteo Vana

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