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L’importanza di indossare la 13. Siviglia: “E’ una maglia intrisa di storia”

ESCLUSIVA LAZIONEWS.EU – L’ex difensore: “Con lei ho vinto, spero succeda anche a Biševac …”

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Pubblicato il 21-01-2016 alle ore 19:19

ESCLUSIVA LAZIONEWS.EU – Nella storia di ogni squadra c’è sempre un numero particolare, quel numero che è legato indissolubilmente a un campione. A Napoli è il numero 10, sulle spalle di Maradona dal 1984 al 1991, a Milano, sponda rossonera è invece il 6 a suscitare brividi, quel numero che fu di Franco Baresi. Nella Capitale c’è un numero che, più di altri, rispecchia l’epoca d’oro laziale: il 13 che fu di Alessandro Nesta. Azzurri e rossoneri hanno deciso di ritirare le maglie che furono indossate dai loro campioni, la Lazio no. E ora quella maglia è arrivata a Milan Biševac : stesso ruolo, storia differente. Il serbo ieri sera ha esordito contro la Juventus: una scivolata delle sue, quel numero 13 che si rialza e corre in difesa dopo aver tolto il pallone dai piedi dell’attaccante. Un salto indietro di 16 anni, poi la dura realtà a presentare il conto. Per capire meglio l’importanza di quel numero a Roma la redazione di Lazionews.eu ha contattato chi la maglia con il 13 sulle spalle l’ha indossata: Sebastiano Siviglia.

E’ una maglia che pesa?
“E’ una maglia che ha una storia, quella di uno dei difensori più forti d’Italia e del mondo che è Alessandro Nesta. L’ha portata lui e ha dato un’impronta forte a quel numero. Quando sono arrivato io alla Lazio avevo il 5, poi ho scelto il 13; io sono stato onorato di vestirla”.

C’è un aneddoto particolare legato a quella maglia?
“Furono i magazzinieri a consigliarmelo, dissero che mi avrebbe portato fortuna. Penso di averla onorata nel miglior modo possibile. Ho raggiunto dei traguardi, ho vinto con quella maglia e anche io sono entrato, nel mio piccolo, nella storia del club. Spero che possa succedere anche a Biševac”.

A proposito di Biševac. Ieri ha esordito, che impressione le ha fatto?
“L’ho visto molto sicuro, si intravede che ha esperienza. Mi è sembrato un difensore di grande personalità, ma deve mettere minutaggio nelle gambe. Sono le prima partite che fa dopo la sosta, deve sciogliersi ancora”.

Può pagare l’impatto col campionato italiano?
“Dovrà sicuramente rimettersi in discussione e a 32 anni non è semplice. Dobbiamo dargli tempo perché viene da un lungo infortunio, ma saprà integrarsi. Non è un novellino, è un calciatore a tutti gli effetti. L’impressione è che sia un giocatore all’altezza della situazione sia per personalità che per capacità. Gli serve il tempo di capire che la maglia che indossa è importante non solo per lo stemma che ha davanti, ma anche per il numero che ha sulle spalle. Gli auguro di fare quanto fatto da chi l’ha indossata prima di lui”.

Secondo lei serve un altro difensore?
“Non conosco le strategie della società, ma numericamente i giocatori ci sono. C’è Mauricio, ci sono Gentiletti e Hoedt così come Radu che all’occorrenza può fare il centrale. Dipende dalla fiducia che l’allenatore ripone in loro. Dobbiamo ancora aspettare un po’ per capire il contributo che potrà dare Biševac a questa squadra. Mauricio ha avuto qualche problemino così come Gentiletti, ma se la squadra intera difende bene si esporranno meno agli attacchi avversari”.

Matteo Vana

 

 

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