Oggi le scuse, domani i gol: Keita è pronto far volare la Lazio

Pubblicato 
martedì, 06/09/2016
Di
Redazione
Tempo di lettura: 2 minuti

NEWS DEL GIORNO - Maglietta infilata, aquila sul petto e scarpini allacciati. Keita entra in campo a Formello e va ad abbracciare Inzaghi e Farris. Fino a qualche giorno fa una scena impensabile, ma che ricorda quella vista un paio mesi fa ad Auronzo. Solo apparenza. Sotto le Dolomiti infatti i due tecnici stavano cercando di persuadere l'esterno della bontà del progetto biancoceleste. Oggi i ruoli si sono invertiti: è il giocatore che deve convincere tutti. Ci è riuscito. Dopo la sosta il senegalese è tornato a Roma con la testa bassa, con umiltà. Ha capito di aver sbagliato ed è pronto a riprendersi la squadra. L'ha fatto a suon di scuse, da domenica è chiamato a farlo con giocate e gol. Come ogni commedia che si rispetti, anche quella biancoceleste ha il suo lieto fine. Almeno per ora, almeno fino alla prossima finestra di calciomercato.

RIFLESSIONI - Ha lasciato la Capitale da emarginato, da bambino viziato. È tornato con fare da uomo. Keita ha riflettuto molto in questi giorni trascorsi in Senegal con la sua nazionale (nel weekend ha realizzato anche il suo primo gol). È rimasto in silenzio, si è limitato a postare qualche foto sui social. Le parole a volte non servono. Ha approfittato della pausa per pensare. Non poteva vivere da separato in casa. Non poteva lasciarsi così dalla Lazio, con cui è cresciuto e Ha fatto drizzare le antenne ai più grandi esperti di calcio mondiale. In tanti si sono espressi sul suo conto, in tanti hanno cercato di consigliarlo. "Spero che combatta per tenersi stretto il suo posto nella Lazio", ha detto El Hadji Diouf, un idolo nella patria dell'ex Barcelona (vincitore di due palloni d'oro africani). Lui ha ascoltato e ha fatto un passo indietro: la cosa migliore per sè e per la società.

E ADESSO? - Ora viene il bello. Inzaghi ha ritrovato la sua ala, il pezzo mancante. L'aquila biancoceleste può tornare a volare. Prima destinazione: Verona. Domenica c'è il Chievo di Maran. Keita spera in un posto da titolare, dopo due partite vissute sul divano. Il tecnico piacentino valuterà nei prossimi giorni se impiegarlo dal primo minuto o meno. Una cosa è certa: con lui il 4-3-3 tornerà ad essere il modulo base, di partenza. Il senegalese e Felipe Anderson larghi, Immobile in forma nazionale come punta centrale. Le difese italiane cominciano a tremare, sarà difficile fermare il tridente capitolino. Nel dicembre del 2013, nella sfida casalinga contro il Napoli, il classe '95 segnò un gol fantastico, superando l'intera retroguardia partenopea. Dopo aver gonfiato la rete guardò la Curva e si mise la mano sullo stemma, poi se lo baciò. I tifosi sperano di rivedere questo attaccamento.

LO SPOGLIATOIO - Bisognerà però vedere come reagiranno i suoi compagni, stufi dei suoi comportamenti. Il bene comune viene prima di tutto. I senatori del gruppo lo sanno e lo ribadiscono in ogni occasione. Per vincere bisogna essere uniti. Per raggiungere gli obiettivi bisogna remare tutti verso la stessa direzione. Keita ora si è rimesso in moto, è indietro e deve correre più veloce degli altri. Ma la meta stavolta è uguale per tutti. La Lazio punta dritta al traguardo, magari quello europeo.

Riccardo Caponetti

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