Olimpico fortino, ma che fine ha fatto il popolo laziale?

Pubblicato 
sabato, 24/10/2015
Di
Redazione
Tempo di lettura: 3 minuti

Pubblicato il 23/10 alle 12.30

FORTINO OLIMPICO - Quando l'Olimpico esplode d'amore, la Lazio vola. Lo sanno bene i tifosi, lo sa bene la squadra e la società, tanto che il successo contro il Rosenborg è stato il 7° consecutivo stagionale tra campionato, Champions ed Europa League. Un portafortuna che vale oro, "un fortino" come l'ha definito Pioli, ma vuoto. Insomma, dov'è finito il pubblico della Lazio?

PROTESTA LA NORD - A partire dal match contro il Torino, fino a data da destinarsi, la Nord ha deciso che non si presenterà allo stadio. La motivazione ha a che fare con le barriere installate all'interno del settore: un gran numero di tifosi è stato convocato in questura per aver esposto uno striscione con su scritto: "Questa Curva non si divide". Scelta drastica della parte più calda della tifoseria, annunciata all'interno della trasmissione radiofonica I Laziali Sono Qua", la protesta prosegue senza sosta.

DOVE SONO I TIFOSI? - Le presenze allo stadio stanno diminuendo e il confronto con la scorsa stagione al momento è impietoso. Partiamo da un dato oggettivo: la Lazio all'8° giornata ha gli stessi punti (15) dello scorso anno, con una media di 1,87 a partita ed è prima nel girone di Europa League dopo 3 giornate. Non male considerando l'inizio horror che l'ha vista eliminata dalla Champions e schiaffeggiata da Chievo e Napoli. Numeri che se moltiplicati per 38 giornate, in proiezione fanno più di 71 punti in campionato: la Lazio nella scorsa stagione ne fece 69 arrivando terza in classifica. Eppure nell'ambiente è scemato l'entusiasmo che aveva accompagnato la truppa di Pioli nell'ultimo girone di ritorno e a dimostrarlo è la conta dei seggiolini che rimangono vuoti ad ogni match casalingo.

I NUMERI - 12.500 tessere sottoscritte, 5 mila in meno della campagna abbonamenti 2014-15 e record negativo dell'era Lotito. Nella media spettatori delle gare interne (fin qui 4 in campionato) la Lazio è la peggiore delle big, a quota 22 mila: meglio di lei Juventus, Roma, Napoli, Inter, Milan, Fiorentina e anche la Sampdoria. In Europa League il discorso diventa ancora più tragico: 10 mila persone hanno assistito a Lazio-Saint Etienne, con il settore ospiti invece esaurito, mentre solo 8630 tifosi hanno gioito per la vittoria contro il Rosenborg. Se in Europa l'alibi può essere quello dell'orario scomodo - la Lazio gioca in casa sempre il giovedì alle 19.00 - in campionato va trovata la risposta giusta all'assenteismo. I biglietti hanno un costo (una famiglia di 4 persone con due bambini va in Tevere con 130 euro) e senza Champions l'umore della piazza si è freddato, ma se il portafogli è importante è anche vero che il laziale per storia non è mai stato troppo dipendente dai risultati. Lotito? Anche la contestazione contro la società rischia di diventare una scusa. Il presidente della Lazio viene criticato principalmente dalla Curva, quella che non manca mai né in casa e né in trasferta.

LE OPINIONI - "La divisione dei settori popolari ha sicuramente inciso sul calo dei biglietti venduti - ci racconta proprio un esponente della Curva Nord, che decide di rimanere anonimo - I risultati della squadra sono altalenanti, ma il problema è un altro: ormai lo stadio Olimpico è blindato alla stregua di un aeroporto, con controlli esasperati ed esasperanti e un vetro inutile a dividere chi vive lo stadio in maniera aggregativa e divertente. Per non parlare delle modalità di acquisto non agevolate dei tagliandi e delle multe assurde per chi non rispetta il proprio posto a sedere. Come può una famiglia andare allo stadio?"

"Capisco le polemiche - racconta invece ai nostri microfoni il direttore del Tg 5, Celemente Mimum - ma io penso che la Lazio è dei tifosi e non andando si fa solo un danno a noi stessi. Il calo non so spiegarmelo, ma secondo me i tifosi più "esperti", quelli con più anni di stadio, vanno sempre e comunque e non si fanno condizionare dai risultati. Il tifoso per me può lamentarsi e ne ha il diritto, però penso che la dirigenza abbia fatto un bel lavoro. Probabilmente manca un vero rapporto con la società e forse è una delle cause principali delle poche presenze". Passano gli anni, cambiano le generazioni e il tifoso laziale è in continua metamorfosi. Ragionare sul presente però appare d'obbligo. "Abbiamo bisogno dei tifosi, speriamo ci sia più gente di stasera” ha dichiarato Matri dopo la gara con il Rosenborg. Dai 50 mila di Lazio-Empoli agli 8 mila di Lazio-Rosenborg il passo è stato breve, ma la buca che si è aperta al momento è una voragine.

Giorgio Marota
TWITTER: @GiorgioMarota

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