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“Passame sta palla”, la rubrica di Lazionews.eu a cura di Marcella Bianchini: l’intervista a Selena Mazzantini

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PASSAME STA PALLA - Lazionews

L’intervista di Selena Mazzantini

Selena Mazzantini, un curriculum di fronte al quale ci si deve levare tanto di cappello. Dalla ridente Recanati, lei ha iniziato un percorso di certo non semplice per una donna, in un ambiente monopolizzato da anni dai “maschietti”: inizia come calciatrice da Porto S. Elpidio, per passare al A.C.F Picenum e giungere alla Lazio, Torino e Roma. Porta con se uno Scudetto Italiano, una Coppa Uefa, una Coppa Italia, un campionato di serie B e uno di serie A.Quell’amore per il calcio non finisce mai, e inizia il percorso di formazione per dare tutto il suo contributo e regalare le sue esperienze ai giovani. Responsabile di scuola calcio, allenatrice Uefa A, Mach Analyst e oggi docente nei corsi per allenatori FIGC.

Il calcio femminile per Selena Mazzantini

“Selena, tanta esperienza nel calcio femminile come calciatrice e oggi “dalla panchina”, formi tanti ragazzi e ragazze aiutandoli nel loro percorso. Avrai sentito spesso la frase “il calcio femminile è un altro sport…” come risponderesti oggi a chi la pensa in questo modo?”.

“Ti ringrazio per questa opportunità, questa “sentenza” si sentiva dire fino ad un paio di anni fa…ultimamente non mi è capitato di sentirla, ma se esiste ancora qualcuno che la dovesse pensare così, a questi rispondo che IL CALCIO E’ CALCIO! Ad ogni mia lezione esordisco con questa frase proprio per far comprendere ai miei ascoltatori che in questo sport, praticato da atlete donne, non ci sono differenze di genere, esistono alcuni aspetti diversi rispetto a quelli che troviamo nel calcio maschile e se vogliamo migliori, ne cito alcuni, maggior predisposizione al sacrificio da parte dell’atleta donna rispetto all’atleta uomo, fattore sicuramente proveniente da un aspetto socio-culturale, precocità nell’area motorio-coordinativa, e conseguente predisposizione al miglioramento del gesto tecnico, maggior apprendimento a livello cognitivo rispetto alla controparte maschile, maggior spettacolarità nel gioco, essendo la velocità minore rispetto a quella dei ragazzi, voglia di imparare e di comprendere la ragione per cui si faccia quel gesto tecnico piuttosto che quella scelta tattica…tanti aspetti che non si trovano in ambito maschile e che gratificano molto i tecnici che allenano in ambito femminile, soprattutto coloro che provengono dal contesto maschile. Concludo dicendo che negli ultimi 2 anni e in particolare, dal 2015 ad oggi, momento di svolta del calcio “femminile”, grazie al programma di sviluppo proposto dalla FIGC, che vede i Club professionistici maschili, inserire, sotto la propria egida, il settore femminile giovanile, è iniziata l’ascesa di questo movimento in Italia. Ascesa che non si sta fermando neanche in seguito alla pandemia. Per questo motivo, negli ultimi due anni sento altre frasi, di apprezzamento e di avvicinamento a questo sport al femminile”.

Il mondiale femminile

“Il mondiale femminile in diretta televisiva ha rappresentato un grande traguardo, una conquista per tutte le donne che amano questo sport al pari degli uomini. Credi che questo evento abbia contribuito per le prospettive future?”.

“Certo! Un grande traguardo da cui è iniziato un altro importante percorso, quello verso il professionismo. Anzitutto la partecipazione al Mondiale dopo 20 anni di assenza è sicuramente stato il frutto del progetto di sviluppo iniziato dalla FIGC, e continuato dal Club Italia, staff tecnici compresi”.

La copertura mediatica

“La massiccia copertura mediatica garantita nel corso della competizione, ha favorito un impatto a livello culturale. Basti pensare che la gara disputata dalle nostre azzurre contro il Brasile è stata seguita da più di 7 milioni di telespettatori. L’Italia ha raggiunto i quarti di finale, superando ogni aspettativa, questo ha favorito un incremento di iscrizioni alle scuole calcio del 40% delle bambine facendo crescere in loro la voglia di diventare calciatrici”.

“Un altro effetto importante del Mondiale, oltre allo stanziamento da parte della FIGC di fondi per proseguire lo sviluppo del calcio femminile, è stato il tema dell’avviamento di un progetto graduale teso al riconoscimento del professionismo, a partire dalla stagione 2022/2023, proposto dal Presidente Gravina e condiviso all’unanimità dal Consiglio Federale”.

Futuro delle squadre italiane

“Si parla tanto dei vivai, mai come in questo momento. Come, secondo te, si dovrebbe lavorare nelle società perché i settori giovanili possano rappresentare il futuro delle prime squadre italiane?”.

Con tranquillità, pazienza ed alta professionalità e consapevolezza.

I giovani nel nostro paese secondo Mazzantini

“Come possiamo aiutare i giovani, dopo un periodo cosi difficile come quello che stiamo vivendo, a non perdere le motivazioni e a dare loro la gioia di tornare nuovamente in campo? Pensi che in molti abbandoneranno?”.

“No, penso che in molti torneranno! Coloro che hanno abbandonato in seguito al Covid, torneranno sicuramente in campo, soprattutto le ragazze, le quali se decidono di giocare a calcio, è perché hanno questa innata predisposizione difficilmente reprimibile e contrastabile. Per aiutarli dovremmo utilizzare questo circolo virtuoso: “C’è un circolo virtuoso nello sport: più ti diverti più ti alleni, più ti alleni più migliori, più migliori più ti diverti”.(Pacho Gonzales)

Le parole di Allegri sugli allenatori

“Concludiamo cosi; hai ascoltato le parole di Allegri sulla figura dell’allenatore? Condividi il suo pensiero?”.

“Sì, condivido, siamo noi allenatori a doverci mettere a disposizione delle giocatrici e dei giocatori, plasmare e condividere la nostra idea di gioco con loro in funzione delle caratteristiche tecniche, tattiche, psicologiche e fisiche. Questo concetto è alla base della scuola allenatori del Settore Tecnico”.

Marcella Bianchini

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