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Perin vs Marchetti: una parata dopo l’altra per tornare a volare

La sfida tra i portieri di Genoa e Lazio: storie diverse, stesse motivazioni…

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FACCIA A FACCIA – Dopo otto sconfitte consecutive i biancocelesti riescono a sbloccarsi contro il Genoa, vincendo 2-0 con le reti di Djordjevic e Felipe Anderson. Un girone d’andata fa la squadra di Pioli allontanava ipotesi di crisi dopo la pesante sconfitta di Napoli. Diciannove giornate dopo sembra tutto di nuovo al punto di partenza: “vincere è l’unico risultato possibile” come ha confermato il tecnico nella conferenza stampa della vigilia.

SUPERMAN CON LA FACCIA DA RAGAZZO – La notte del 23 settembre la Lazio batte il Grifone, ma tra i pali dei rossoblù manca il titolare Perin. Una grave assenza per Gasperini, costretto a rinunciare all’estremo difensore per le prime 7 giornate. Il ragazzo di Latina è cresciuto nel settore giovanile genoano, conquistando lo Scudetto Primavera nel 2010. Agilità, riflessi, senso della porta e sicurezza nella uscite: Perin ha il volto da bravo ragazzo e in lui ci sono già tutte le qualità di un grande portiere, così dopo la stagione da riserva in prima squadra nel 2011 la prima esperienza in prestito è a Padova, in Serie B. Un’annata positiva, tanto che la stagione successiva sarà il titolare del Pescara neopromosso in Serie A ma in Abruzzo sarà un incubo: peggior difesa del campionato (84 gol subiti) e ultimo posto in classifica. Sembra l’inizio del declino ma Liverani lo rivuole al Genoa e nel 2013-14 gioca 37 partite su 38, con l’unica assenza in un Genoa-Lazio, terminato 2-0 in favore dei rossoblù. Contro i biancocelesti Perin sarà sempre tra i migliori in campo, diventando l’incubo di Klose e compagni. Segno del destino: tre vittorie su tre confronti da portiere rossoblù, quando c’è lui tra i pali la Lazio non segna mai.

SUPERMAN CON L’AQUILA SUL PETTO –  “Un rinnovo che mi riempie di orgoglio!”. Dopo tanti tira e molla Marchetti sposa la Lazio a vita, prolungando il suo contratto di tre anni fino al 2018. Rispedite al mittente tutte le offerte di Juventus, Milan e Liverpool: in tanti hanno provato a far vacillare il numero uno laziale, ma non c’è stato niente da fare, alla fine l’amore per i colori che veste dal 2011 ha vinto. 158 presenze in 5 stagioni, tanti alti e qualche basso, ma soprattutto diversi infortuni. Due piuttosto gravi anche in questa stagione: assente nel doppio play off di Champions contro il Bayer e ai box tra dicembre e gennaio. Dopo 6 partite di stop è tornato con il contratto firmato e si è ripreso la Lazio: l’ha lasciata in crisi (dopo Lazio-Sampdoria 1-1) la ritrova ancora sommersa dalle critiche nonostante i sette risultati utili consecutivi. Per lui sarà una nuova sfida, le difficoltà lo esaltano in una carriera costellata da tante cadute e da altrettante risalite. La gavetta, il Cagliari e il Mondiale giocato da titolare, fino al litigio con Cellino e all’esperienza alla Lazio. Timido, silenzioso, ma con un gran carattere, perché come sostiene Marchetti: “In porta si è soli, non ci sono aiuti dall’esterno. Se sbagli o t’aiuta il palo o è gol. Se temessi di fare errori non sarei un portiere”.

IL CONFRONTO – Futuro e presente: uno di fronte all’altro in un appuntamento con il destino. Perin interpreta il ruolo di portiere in maniera analoga a Marchetti: grinta, personalità e nessuna paura. Un volo dopo l’altro, parata dopo parata, a loro il compito di rialzare Genoa e Lazio dalle sabbie mobili.

Giorgio Marota
@GiorgioMarota

 

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