L’altro SCHILLACI ridotto a clochard

Pubblicato 
lunedì, 14/10/2013
Di
Redazione
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LEGGO (S. Cerracchio) - Da eroe della LAZIO dei -9 a senzatetto. E' l'assurda storia di Maurizio SCHILLACI, cugino di Totò che dopo le undici presenze e una rete nella squadra di FASCETTI ha visto la sua vita sgretolarsi pezzo dopo pezzo. Ecco le parti più importanti dell'intervista concessa a da www. siciliainformazioni.com e riportate da Leggo: «Tutti dicevano che ero più forte di Totò. Può essere. Di sicuro io non ho avuto la sua fortuna. Le mie stagioni migliori le ho vissute con Zeman. Segnavo gol a ripetizione. Poi è arrivata la Lazio. Vivevo nel lusso: Contratto di 500 milioni per 4 anni. Poi i primi infortuni, gli stop. Vado in prestito a Messina, là trovo mio cugino Totò: facevamo a gara a chi segnava di più. Ma la mia carriera in realtà s’è spezzata a Roma. Un infortunio mai curato che mi impediva di esprimermi al meglio. Facevo poche partite e mi fermavo. Mi chiamavano il malato immaginario. In realtà avevo un tendine bucato. Vado alla Juve Stabia, ormai ho 33 anni. Qui conosco la droga. Nel frattempo ho divorziato. Soldi per aggiustare le partite? Solo una volta me li hanno proposti. Giocavo nel Licata, a Casarano, lo dissi subito a Zeman. Mi disse di rifiutare. Poi finì 0-0. Ma a volte le partite si decidono in mezzo al campo. Parlando…».

 

 

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