Manfredonia: "Klose è stato un grande colpo di Lotito; nessuno pensava che potesse risultare così decisivo"

Pubblicato 
venerdì, 16/11/2012
Di
Redazione
Tempo di lettura: 2 minuti

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Lionello Manfredonia, ex difensore biancoceleste dal '75 all'85 ma anche ex juventino, ora agente FIFA è stato contattato da Calciomercato.com per analizzare la grande sfida di domani fra Lazio e Juventus con qualche ricordo del passato. Di seguito le sue parole:

Che partita sarà fra Juventus e Lazio? "Si affrontano due squadre in forma: una arriva da un 6-1 in trasferta a Pescara e l'altra da un successo nel derby. Credo che sia una gara aperta a qualsiasi risultato, da 1-X-2".

Su Klose: "Klose è stato un grande colpo di Lotito. Non dimentichiamoci che quando arrivò alla Lazio nessuno pensava che potesse risultare così decisivo e così prolifico anche in Serie A. Non credo però che alla Juve sarebbe servito, perché è vero che magari i campioni d'Italia non hanno un attaccante da più di venti gol a campionato, ma ne hanno quattro che potenzialmente sono tutti da 15 gol: Quagliarella, Vucinic, Giovinco e Matri. E non è detto che sia meglio averne uno solo che ne fa tantissimi invece che quattro che, comunque, possono offrire un buon bottino di reti".

Su Candreva: "Conosco Candreva fin da quando aveva 18 anni e sono sempre stato convinto del fatto che il suo valore sia sopra la media. Ora è arrivato alla sua maturità e a Roma è riuscito ad affermarsi in un ambiente difficile, che oltretutto non lo aveva accolto bene, per via di alcune sue dichiarazioni che forse erano anche state mal interpretate o travisate".

Su Maestrelli: "Alla Lazio giocai dal 1975 al 1985 e conservo grandi ricordi di quel periodo. Arrivai in prima squadra a 18 anni e mezzo ed esordii in Nazionale a 21. Conobbi Maestrelli nel mio primo periodo alla Lazio, nel 1975 e 1976, in quello che per lui fu l'ultimo periodo sulla panchina biancoceleste. Era già malato. Un grande allenatore e una grande persona. E' stato uno dei miei primi due maestri".

Sul premio "Maestrelli" consegnato pochi giorni fa a Conte"Un riconoscimento meritato. Conte è un allenatore completo, che fa giocare un calcio propositivo e che dà molta importanza anche al lato umano del calciatore, non solo a quello tecnico, come ha avuto modo di ricordare anche nel suo ultimo intervento in chat con i tifosi della Juve. Maestrelli aveva a che fare con teste particolari, con ragazzi un po' fumantini. Alla Lazio c'erano addirittura due spogliatoi. Nel calcio di oggi, e nella Juve in particolare, questo tipo di situazione non c'è più, e quindi il compito di Conte è anche più semplice e diverso rispetto a quello che toccò a Maestrelli".

Sul suo periodo in bianconero: "Avrei già potuto andarci quando avevo vent'anni. L'Avvocato Agnelli era dell'idea, ma il presidente della Lazio, Lenzini, si rifiutò. Recuperai otto anni dopo, ma la mia carriera sarebbe potuta essere più importante se fossi arrivato prima in bianconero. In ogni caso, in due anni, dal 1985 al 1987, vinsi uno Scudetto e una Coppa Intercontinentale".

Su Platini: "Un grande campione e un grande personaggio. Quando arrivai a Torino, fu tra i primi che mi aiutarono a inserirmi nel nuovo ambiente".

 

 

 

 

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