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Sassuolo, De Zerbi: “Voglio lasciare col settimo posto”

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CONFERENZA STAMPA SASSUOLO DE ZERBI – Alla vigilia dell’ultima gara da allenatore del Sassuolo, De Zerbi ha parlato nella conferenza stampa prepartita del match contro la Lazio. Queste le sue parole ai canali ufficiali del club.

Le parole di De Zerbi

“Il bilancio sarà chiuso domani con l’ultima partita e noi speriamo ancora di arrivare settimi. Il bilancio è tutto positivo. Io, il mio staff, siamo riconoscenti al Sassuolo, a tutti i dipendenti che lavorano qua, ai giocatori che ci hanno seguito, alla gente di Sassuolo. Mi dispiace sia stato impossibile avere la gente allo stadio nell’ultimo anno e mezzo. Mi dispiace andar via con lo stadio chiuso, per quello che abbiamo fatto sarebbe stata un’ulteriore gratificazione per me e per lo staff”.

Bilancio dei 3 anni in neroverde

“E’ positivo perché ho dato tutto e fatto tutto con passione, mettendo i risultati al secondo posto, mettendo il mio modo di essere, il mio sapere poco o tanto che sia, al servizio di tutti, chiaramente al servizio dei giocatori che sono i miei principali interlocutori ma al servizio della società e di tutti quelli che l’hanno frequentata in questi tre anni”.

La squadra

“Io avevo ereditato una squadra seria, che sapeva cosa volesse dire allenarsi. Ho cercato di dare la mia idea, il mio modo di vedere il calcio che va oltre la tattica, sul valore del calcio, che va su quello che rappresenta il calcio per i tifosi, sul privilegio che abbiamo tutti nel fare questo lavoro che è una passione e ci pagano bene, è una fortuna. Dal punto di vista calcistico è una squadra che si è evoluta anno dopo anno e che oggi sa giocare con tutti i sistemi. Ha una mentalità ben definita perché si gioca le partite a viso aperto con tutti e non con timori reverenziali e allo stesso tempo ha mantenuto l’umiltà di andare nei campi caldi, dove ci si gioca la salvezza, con la voglia di volersi sporcare, non cambiare mentalità ma mettendo componenti diverse che non si mettono con le big, per vincere la partita”.

Momenti di difficoltà

“Quando lavori mettendo sempre tutto e quando lavori mettendo i rapporti come primo elemento nel tuo lavoro sei orgoglioso più quando le cose vanno male, ti identifichi più nelle difficoltà che nelle vittorie. Abbiamo avuto tanti momenti di difficoltà. La morte del dottore e della dottoressa sono stati momenti che hanno toccato tutti. La pandemia, vivere chiusi in casa il primo periodo è un altro elemento che ci ha unito ancora di più perché abbiamo tanti giovani stranieri che vivevano da soli e ci ha unito molto. Poi lavorare nel Sassuolo è diverso. Qui non si hanno pressioni mediatiche o di tifosi. E’ un ambiente particolare dove le pressioni te le devi creare da solo se vuoi ottenere i risultati. Quello che è venuto fuori è l’entusiasmo, il piacere nello stare assieme, andando avanti per cercare di ottenere il sogno che poteva essere l’Europa League l’anno scorso e quest’anno il settimo posto”.

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