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L’agente di KEITA e CAVANDA: “Luis via al 50%, ci guardiamo attorno. Per lo spagnolo il rinnovo è cosa fatta”

Ulisse Savini spiega: “Per la cessione di Cavanda sto lavorando lo ammetto, per non farmi trovare impreparato. Keita piace a tanti, soprattutto a Liverpool e United…”

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NOTIZIE SS LAZIO- Dopo l’episodio di un paio di giorni fa in cui è stato allontanato dall’allenamento per esser arrivato in ritardo, il futuro di Luis Cavanda alla Lazio è decisamente in bilico. Quello di Keita invece è ben definito e sarà ancora biancoceleste. L’agente dei due calciatori, Ulisse Savini, è intervenuto per fare chiarezza su alcuni aspetti.

AGGIORNAMENTO 9/5 ORE 10.45 –  Savini conferma quanto detto anche sulle colonne di ‘tuttomercatoweb.com’. “Sì, su Pedro valutiamo la situazione. Evidentemente alla Lazio c’è qualcosa da chiarire ed a fine stagione cercheremo di farlo e poi decideremo cosa fare. Ci stiamo guardando attorno”Cosa è successo con Reja? “Il mister era molto arrabbiato per il ritardo nell’allenamento, visto che pretende il massimo da tutti. Come ho già spiegato, però, il ragazzo ha confuso un programma verbale con un programma scritto”. Su Keita. “Avevamo aspettative, grandi, nel lungo termine e non così nel breve. Siamo molto contenti, è chiaro”. Tanto che sta per arrivare il rinnovo. “E’ oramai cosa fatta, bisogna solo siglarlo ma siamo d’accordo su tutto. E’ un giusto riconoscimento al lavoro svolto dal ragazzo questa stagione”.

Queste le sue parole ai microfoni di ‘Radiosei’.

Non è decisamente il miglior momento per Cavanda, che succede?

“La mancata convocazione nell’ultimo turno di campionato ha turbato un po’ i suoi equilibri, non se l’aspettava e forse non ha reagito nella maniera giusta. Il ritardo è frutto di una discrepanza tra quello che era l’orario scritto e quello comunicato oralmente, evidentemente non ha compreso quando doveva arrivare”.

Reja e Tare non sono andati morbidi con lui…

“Probabilmente la Lazio pensa che Luis si sia seduto troppo dopo il contratto firmato l’anno scorso. Ma una partita giocata male contro il Torino, dopo tre mesi fuori dal campo, non possono cancellare la stagione positiva del ragazzo, che fino a gennaio era tra quelli con il più alto minutaggio. Anche altri giocatori fanno passaggi a vuoto, ma spesso si tendono a sottolineare solo gli errori di Cavanda, forse perché considerato recidivo dopo qualche errore commesso in passato”.

Perché il ragazzo non riesce a ritrovare quella continuità che sembrava aver raggiunto con Petkovic?

“Non voglio dare assolutamente la colpa all’attuale allenatore, anche perché i risultati parlano per lui, ma Luis si sentiva più importante con Petkovic, anche quando non giocava. La mentalità conservativa di Reja, che porta l’attuale mister a puntare su giocatori più esperti, lo fa soffrire dal punto di vista psicologico. Probabilmente c’è un’incompatibilità caratteriale tra i due”.

A questo punto la via più percorribile sembra essere quella della cessione?

“Fino a un mese fa era un’ipotesi che non prendevo in considerazione, oggi come oggi la ritengo invece più che possibile, a causa del malumore crescente sia della società che del ragazzo. Confesso che ci sto lavorando, poi vedremo… magari si parlerà in estate con la società e si troverà un nuovo accordo, come successo l’anno scorso. Stando così le cose, devo cercare di non farmi trovare impreparato di fronte a questa possibilità”.

Il ragazzo ti ha mai chiamato per chiederti direttamente di trovargli un’altra sistemazione?

“Il giocatore ha un obiettivo importante, che è quello di giocare con il Belgio gli Europei 2016. Ci siamo chiariti con il c.t. Wilmots, ma non è stato convocato lo stesso. Per giocare in Nazionale bisogna trovare continuità nel club, e lui l’ha avuta soltanto fino a gennaio…”.

Quante chance ha di partire, in percentuale? Destinazioni possibili?

“Attorno al 50%. Credo che la pista estera sia la più percorribile, perché il ragazzo ha questo desiderio già dallo scorso anno, prima del rinnovo con la Lazio. Si vede soprattutto nel campionato inglese, che lo affascina particolarmente, così come quello tedesco e francese. Nessun club si è ancora fatto sotto, a dir la verità sono più io che lo propongo, ma siamo tranquilli perché il ragazzo è conosciuto e gioca in un ruolo dove c’è penuria in giro. Non dovremmo avere grandi difficoltà a piazzarlo, ora non ci sono interessi concreti ma aspettiamo comunque la fine della stagione per vedere come evolverà la situazione con la Lazio”.

Passando all’altro tuo assistito, è vero che Keita è finito sulla lista della spesa del Liverpool?

“Nessuno mi ha chiamato, ma parliamoci chiaro: Keita piace a tanti, non è una sorpresa. Oltre al Liverpool sono venuto a vederle in tante, lo sapete anche voi. Il Manchester Utd? Ecco… (ride, ndr). Di giocatori così in quella posizione se ne vedono quatto-cinque in giro per l’Europa, e che al momento Keita sia tra i più appetibili è evidente. In Inghilterra ci sarebbe comunque il problema relativo al passaporto, in questo momento siamo in attesa della cittadinanza spagnola, fiduciosi che la pratica si rivolva per luglio: è tutto fatto, stiamo aspettando solo il via libera definitivo del ministero”.

Se dovesse arrivare questo documento per Keita, cambierebbe qualcosa?

“Abbiamo concluso il rinnovo contrattuale con adeguamento fino al 2018 e la promessa che verrà rivisto l’anno prossimo qualora dovesse continuare così. Non ho avvisaglie che debba andar via, ma il mercato detta le sue leggi e storicamente la Lazio ha dimostrato di essere un club che prende in considerazione offerte vantaggiose. Oggi qualunque club interessato a Keita sa che deve offrire una cifra importante per convincere la Lazio a lasciarlo andar via”.

E’ vero che avete pensato all’inserimento di una clausola rescissoria da 30 milioni?

“Ne abbiamo parlato, ma poi non è stata inserita perché non è detto che porti dei vantaggi. Anzi, piuttosto io la vedo come un ostacolo per un ragazzo così giovane e appena affermatosi. Non è questo, comunque, che frena la firma sul contratto. Abbiamo studiato tanti bonus, ci è stato chiesto di avere un po’ di pazienza per definire tutti gli aspetti. La penna è pronta, dobbiamo solo firmare”.

E’ contento di essere diventato un idolo della gente laziale?

“Assolutamente! Si trova molto bene a Roma, si sente parte integrante della squadra e ha davvero un bel rapporto con la tifoseria. Questa è una cosa molto bella ma al contempo pericolosa, perché la gente, come ti dà, è pronto a toglierti qualora le prestazioni dovessero venir meno”.

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