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Scommesse sulla Lazio: la stagione ha rispettato le aspettative? Come la squadra di Baroni ha smentito i pronostici

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La stagione 2024-2025 della Lazio è stato contraddistinto da alti e bassi. Ai blocchi di partenza, la squadra che nell’estate 2024 era stata affidata a Marco Baroni, al termine di un’annata “spezzata” tra Maurizio Sarri e Igor Tudor, non godeva di grande considerazione nei pronostici iniziali, e non veniva di certo collocata tra le potenziali protagoniste della Serie A. Questo, perché oltre ad aver ingaggiato un tecnico che nel corso della sua carriera aveva guidato fino a quel momento prevalentemente squadre in lotta per non retrocedere, aveva dovuto fare i conti con le pesanti cessioni di giocatori chiave come Ciro Immobile, Luis Alberto e Felipe Anderson. Pur disponendo di una rosa non particolarmente competitiva sulla carta, invece, Baroni ha saputo costruire un gruppo solido, che ad una giornata dal termine si trova ancora in lotta per un posto in Europa. In questo articolo analizzeremo il percorso della Lazio, i suoi punti di forza, le difficoltà incontrate e le prospettive per il futuro.

Un percorso oltre le aspettative

A inizio stagione, le aspettative per la Lazio erano tutt’altro che rosee. Le quote dei bookmakers per una qualificazione alle coppe europee erano tutt’altro che favorevoli: la Lazio non era fra le favorite per la conquista di un posto in Europa, perché considerata al di sotto di squadre come Milan, per la sua rosa e la sua storia, o addirittura alla Fiorentina, data la campagna acquisti molto più aggressiva della viola, che ha visto arrivare giocatori come Kean, Gudmunsson e Gosens. Nonostante i pronostici che le remavano contro, la Lazio ha ancora novanta minuti per conquistare un posto in Europa e i principali bookmakers hanno dovuto stravolgere e aggiornare le quote che le avevano affidato a inizio stagione. Alcuni di questi siti, oltre alle scommesse sul calcio, offrono anche una sezione dedicata ai minigiochi istantanei. Tra questi spicca Aviator, un gioco che ha conquistato una vasta platea di appassionati per il suo meccanismo semplice ma adrenalinico: un aereo decolla e il giocatore deve incassare la vincita prima che sparisca nel cielo. La metafora calza a pennello con il cammino della Lazio, costretta a giocarsi tutto sul filo del rasoio, con la consapevolezza che ogni esitazione può far sfumare il traguardo proprio sul più bello. È anche per dinamiche di tensione e colpi di scena come queste che la popolarità di Aviator è esplosa sul web, diventando uno dei crash games più cliccati e discussi dagli utenti, attratti dalla possibilità di vincere (o perdere) in pochi secondi. Un po’ come il finale di stagione della Lazio: serve nervi saldi, coraggio e tempismo perfetto per non vedere svanire un risultato che sembrava impossibile pochi mesi fa.

Una campagna acquisti non all’altezza delle concorrenti

Uno dei punti deboli della stagione della Lazio, senza girarci troppo intorno, sono state le due sessioni di mercato. La campagna acquisti estiva della Lazio, infatti, al netto delle cessioni menzionate in precedenza, non è stata all’altezza delle aspettative. Le partenze di pedine fondamentali come Luis Alberto e Ciro Immobile, infatti, hanno lasciato un vuoto difficile da colmare, soprattutto in termini di creatività e numero di reti, per non menzionare il contributo che dava Felipe Anderson, un giocatore che era in grado di garantire assist, gol e un importante lavoro senza palla. I rimpiazzi non si sono dimostrati all’altezza, in particolar modo Loum Tchaouna e Tijani Noslin, prelevati da Salernitana e Verona, e Gaetano Castrovilli, arrivato a parametro zero della Fiorentina e poi ceduto in prestito al Monza vista una condizione ancora approssimativa dopo il grave infortunio da cui proveniva. Hanno avuto un impatto migliore, sebbene nessuno abbia davvero spostato gli equilibri, giocatori come Nuno Tavares, Samuel Gigot, Fisayo Dele-Bashiru e Boulaye Dia, presi da Arsenal, Olympique Marsiglia, Hatayspor e Salernitana. A gennaio, poi, sono arrivati tre innesti che non hanno minimamente influito: la meteora Arijon Ibrahimovic dal Bayern Monaco, (appena una presenza da subentrante), un buon prospetto a centrocampo come come Reda Belahyane dal Verona e il giovane difensore danese Oliver Provstgaard dal Velje, ma tutti hanno faticato a trovare spazio nelle rotazioni. Nonostante nella prima metà della stagione si sia vista una Lazio brillante, con risultati convincenti e un gioco propositivo, la seconda parte dell’annata è stata più complicata, con cali di rendimento, tanti punti persi in campionato contro avversari alla portata, che hanno messo a rischio gli obiettivi europei e le eliminazioni nelle coppe.

Il cammino agrodolce nelle coppe

Una delle note liete stagionali della Lazio è stato il percorso in Europa League. Nella competizione, che da quest’anno adottava il nuovo format delle coppe europee, la Lazio ha avuto un ottimo rendimento chiudendo al primo posto in classifica nel girone unico. Dopo essersi qualificata agli ottavi e aver battuto il Viktoria Plzen, tuttavia, il sogno europeo si è infranto ai calci di rigore contro il Bodø/Glimt, in una partita che ha evidenziato i limiti di una rosa probabilmente non troppo profonda per competere su più fronti. Lo stesso discorso è applicabile alla Coppa Italia, dove la Lazio ha regalato grandi emozioni, come la vittoria agli ottavi contro il Napoli, ma dove è stata eliminata ai quarti dalle riserve dell’Inter. Proprio nel match contro i nerazzurri deciso da un gran gol di un attaccante di scorta come Arnautovic la squadra non è riuscita a trovare la forza per lasciare il segno, pagando la stanchezza e l’incapacità di cambiare marcia nei momenti decisivi.

Gli altri aspetti problematici

Come detto finora, la stagione della Lazio è stata caratterizzata da un doppio volto, alternando momenti di grande brillantezza a cali preoccupanti (una fotografia che riassume bene è lo 0-6 rimediato all’Olimpico contro l’Inter, diventato la peggiore sconfitta casalinga nella storia del club). Tra le cause principali, oltre al mercato non all’altezza, si possono menzionare anche i numerosi infortuni, che hanno decimato la rosa in momenti cruciali. Emblematico il caso di Nuno Tavares, autentico trascinatore nella prima parte di stagione a suon di assist per i compagni, ma che nella seconda metà è stato spessissimo fermo ai box per problemi fisici. La rosa corta in alcuni reparti come il centrocampo e una panchina spesso non all’altezza hanno reso difficile competere su tre fronti. A questo si sono aggiunti anche problemi “disciplinari”, come il caso di Luca Pellegrini, escluso a metà stagione per un impegno giudicato non sufficiente in allenamento a favore di Elseid Hysaj, ma poi reintegrato dopo l’infortunio che ha messo fine anticipatamente alla stagione di Patric. Questi eventi hanno messo a nudo i limiti strutturali della squadra costruita dal ds Fabiani e dal presidente Lotito, mettendo in difficoltà il tecnico Baroni.

Ripartire da Baroni è la scelta giusta?

Il rendimento sopra le aspettative avuto nella prima parte di stagione ha acceso il dibattito sul futuro di Marco Baroni. La società crede di aver costruito una rosa competitiva, ma il tecnico ha più volte sottolineato la necessità di innesti di qualità per alzare l’asticella. Inoltre, nonostante il bel gioco espresso e la capacità della squadra di andare in gol con più uomini, hanno lasciato dei dubbi le performance difensive con un numero di gol incassati (48 le reti subite in campionato). La dirigenza biancoceleste, per cui, ora si trova a un bivio: confermare Baroni, dare continuità al progetto di rinnovamento iniziato la scorsa estate e assecondare le sue richieste di mercato o valutare altre opzioni. La sensazione è che il tecnico abbia guadagnato credito con il suo lavoro, tuttavia, potrebbe influire anche il modo in cui terminerà il campionato con un’eventuale qualificazione europea o meno.

Sensazioni e obiettivi per il futuro

Guardando alla stagione 2025-2026, è evidente che le sensazioni sono contrastanti, tuttavia, bisogna cercare di vedere il bicchiere mezzo pieno. Il piazzamento finale in Serie A, che potrebbe garantire un posto in Europa, sarà decisivo per definire gli obiettivi futuri. La Lazio punta a consolidarsi stabilmente nelle coppe europee, ma per farlo avrà bisogno di una rosa più completa e di una gestione più attenta degli infortuni. L’esperienza di questa stagione ha dimostrato che Baroni, se messo nelle condizioni giuste, può ottenere il massimo dai suoi giocatori (basti pensare a com’è migliorato il rendimento di Gustav Isaksen), ma è ovvio che senza investimenti mirati sarà sempre difficile tenere il passo delle big.

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