Se vinci ti ammazzo

Pubblicato 
domenica, 26/05/2013
Di
Redazione
Tempo di lettura: 2 minuti

LAZIO-TORINO delusione Mauri Klose

RASSEGNA STAMPA SS LAZIO - Forse al derby andrà tutto bene, ma intanto ci sono 2000 uomini a prendere parte al sevizio d'ordine. Questo dimostra come si sia ridotto male il calcio, riporta Gianni Mura in un articolo a sua firma su La repubblica. Forse sarebbe stato meglio giocarla lontano dall'Italia dove le puncicate verrebbero considerate per quello che sono: coltellate. Un posto dove a nessun tifoso viene in mente, nei giorni di vigilia, di minacciare telefonicamente i giocatori della squadra avversaria. "Se vinci ti ammazzo" è una novità assoluta per due squadre della Capitale arrivate in Finale di Coppa Italia, a Roma, dopo una stagione travagliata nella quale sono rimaste a mani vuote. A quattro giocatori della Lazio le minacce di tifosi romanisti sono arrivate su linee private, su numeri che nemmeno i giornalisti più vicini alla squadra conoscono evidenziando l'ennesimo tocco di inciviltà in più che tutti i giallorossi hanno condannato. Ma la tensione si è alzata ancora un po' in più e gli animi di certo non si rasserenano. Le preoccupazioni di oggi, in una Roma blindata nella quale ci saranno anche le elezioni, aumentano esponenzialmente. I pensieri principali riguardano soprattutto il dopo partita perché una squadra vincerà e una perderà e i festeggiamenti rischieranno di trasformarsi in ben altro. Sarebbe troppo facile dire che le minacce telefoniche a quattro giocatori della Lazio e alle loro famiglie sono l’iniziativa di un esaltato, bello poter dire "can che abbia non morde". Ma  il cane pazzo del tifo deviato può mordere abbaiando o anche senza abbaiare. È già successo con i tre ultà del Torino che hanno aggredito uno della Juventus che non stava facendo nulla. Una vittima ideale, per piccoli branchi che si esaltano con parole di cui fraintendono il valore (onore, gloria, libertà). E Mura aggiunge: scrivere un pezzo così, alla vigilia di una partita, sa di sporco, di umiliazione, di vergogna, di stanchezza.

 

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