Umiltà e lavoro per l'azzurro: così Parolo si è preso Coverciano

Pubblicato 
venerdì, 02/09/2016
Di
Redazione
Tempo di lettura: 2 minuti

Pubblicato il 30/08

LAZIONEWS.EU - Il lavoro paga sempre. Per informazioni chiedere a Marco Parolo, di professione centrocampista: della Lazio e della nazionale italiana per precisione. Un ragazzo umile, partito dal basso e arrivato ad indossare la maglia azzurra grazie all'impegno e al sacrificio quotidiano. Mai una parola fuori posto, sempre a disposizione dei suoi compagni. Il 31enne di Gallarate è stato convocato da Ventura per i due prossimi impegni della nazionale, ma questa non è una novità. Ormai fa parte in pianta stabile del gruppo di Coverciano, dove è entrato in punta di piedi nel marzo del 2011.

L'ESORDIO - Cinque anni, cinque mesi e cinque giorni sono passati dall'esordio in nazionale di Marco Parolo. È il 29 marzo 2011, l'Italia è sopra di due gol (uno segnato da Matri) nell'amichevole in casa dell'Ucraina. Al minuto 88' Cesare Prandelli fa togliere la pettorina al centrocampista e lo manda in campo al posto di Marchisio. Una gioia immensa per lui, già emozionato al momento della convocazione: "Fino a due giorni fa non ci credevo, è un sogno che si avvera". Anche l'allora direttore sportivo del Cesena, Maurizio Marin, ha raccontato quei momenti vissuti con Marco: "Era commosso dalla felicità. Questa chiamata è il giusto premio per un ragazzo che è partito dal basso, facendo tutte le categorie".

SOGNO MONDIALE - Che fosse tenuto in grande considerazione da Prandelli c'erano pochi dubbi. Lo si era capito già nel 2008, quando con la maglia del Verona incrociò il tecnico sulla panchina della Fiorentina: "Dovremmo avere tutti la grinta di Parolo - rimprovera l'allenatore viola ai suoi ragazzi - che gioca due categorie sotto di noi". In pochi però si sarebbero aspettati che venisse convocato con l'Italia per i Mondiali del 2014. Nella sfortunata spedizione in Brasile il lombardo gioca solo due spezzoni di partita: 11' minuti contro l'Inghilterra (2-1) e tutto il secondo tempo contro l'Uruguay (0-1). Poco ma quanto basta per tuffarsi al meglio nella nuova avventura alla Lazio, che ufficializza il suo acquista al rientro dal sudamerica. E pensare che quest'anno i due si sarebbero potuti ritrovare a Formello...

LA CONSACRAZIONE - Grazie alle prestazioni con l'aquila sul petto, diventa un punto fermo della selezione di Conte. L'ex ct azzurro ammira molto Parolo, simbolo della sua idea di calcio e di quella nazionale operaia, che tanto bene ha fatto agli ultimi Europei. In Francia il laziale ci va da protagonista. Gioca tutte le partite da titolare, non esce mai dal terreno di gioco. Fatta eccezione per la sfida contro l'Irlanda (0-1), utilizzata per fare un po' di turn over. Contro la Svezia, nella seconda gara del girone, prende anche una traversa con un bel colpo di testa. Agli ottavi di finale azzera il talento di Iniesta: un'impresa non da tutti. Ai quarti, vista le assenze di De Rossi e Thiago Motta, viene schierato come regista. Un ruolo non suo ma che interpreta al meglio. In estate viene cercato dal Chelsea, allenato proprio da Conte. Ora il suo obiettivo è quello di strappare una chiamata per i prossimi Mondiali, in programma in Russia nel 2018. Sarà difficile, vista l'età e i tanti giovani in rampa di lancio, ma per un lavoratore come lui le sfide sono all'ordine del giorno.

Riccardo Caponetti

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