Lazio e Pioli, destino comune: chi male comincia...

Pubblicato 
martedì, 01/09/2015
Di
Redazione
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NUMERI E CURIOSITA' - E' il periodo più buio della storia di Stefano Pioli alla Lazio. Dopo una stagione da sogno, con la riconquista della Champions e dell'amore dei tifosi, i biancocelesti sono riusciti nell'impresa di dilapidare tutto quanto di buono avevano ottenuto con merito e sacrificio. Il termometro a Roma segna temperature altissime, non solo per il meteo. La piazza è arrabbiata con società, tecnico e giocatori: tante sconfitte nei momenti decisivi (coppa, Supercoppa e Champions League). Ieri sera al Bentegodi è arrivato poi l'ennesimo colpo, la dura sconfitta per 4-0 contro il Chievo. "Colpa mia - ha detto Pioli - non possiamo essere questi": cinque partite ufficiali giocate fin ora, 2 vittorie e 3 sconfitte, con 3 soli gol fatti e 10 subiti.

ENNESIMA FALSA PARTENZA - Sembra un caso, ma il motore della Lazio si inceppa ogni qual volta si riparte dopo una stagione positiva. Colpa di campagne acquisti deludenti, di atteggiamenti sbagliati in campo e fuori. Negli ultimi anni è successo nel 2007-08, dopo la qualificazione in Champions League dell'anno precedente: 3 punti nelle prime 4 giornate e 12° posto in classifica a fine campionato. L'anno dopo c'è il riscatto con la vittoria in coppa Italia e in Supercoppa a Pechino, poi ancora una stagione negativa. La Lazio nel 2009-10, dopo due vittorie nelle prime due giornate, infila 14 turni senza successo (7 pari e 7 sconfitte) e vede quasi l'incubo della zona retrocessione, con l'arrivo di Reja a salvare la baracca. Un pizzico di continuità arriva nel biennio del friulano e nel primo anno di Petkovic, poi dopo la vittoria in coppa Italia contro la Roma, di nuovo una stagione con più bassi che alti, caratterizzata dall'ennesima partenza con il freno a mano tirato. Fino all'estate del 2014, quando arriva in biancoceleste Stefano Pioli.

PIOLI STORY - Il tecnico emiliano ha un compito difficile, quello di far ricredere tutti quelli che lo reputano inadatto a una piazza come quella della Lazio. La partenza non aiuta: 3 sconfitte nelle prime quattro giornate e le critiche di chi vuole già la sua testa. Nel girone d'andata manca sempre la continuità, poi l'ex tecnico del Bologna, come un bravo meccanico, ci lavora su e mette a punto la macchina perfetta: 8 vittorie consecutive, gioco, gol e spettacolo e la Lazio si prende il terzo posto. E' la sua grande vittoria, di un allenatore che aveva cominciato 11 anni prima in Serie B alla Salernitana, con 4 sconfitte nelle prime 8 giornate. La falsa partenza diventa un brutto vizio che si ripete anche l'anno successivo a Modena, dove nelle prime quattro della stagione Pioli ne vince solo una. Nel 2005-06, confermato in Emilia, sembra invertire la tendenza, poi il sogno della Serie A si avvera, proprio a Parma, la sua città, ma torna l'incubo del primo passo. Pioli si gioca male le sue ottime qualità e fa ancora una partenza deficitaria: 1 pareggio e 5 sconfitte nelle prime 6, risultati che pesano e che alla lunga lo portano all'esonero. Il tecnico decide di ripartire dalla B e ricostruisce la sua identità trovando continuità di risultati prima al Grosseto, poi al Piacenza e poi al Sassuolo, con tre ottime stagioni consecutive. La sua carriera cresce e si arricchisce, fino al 2010-11, quando torna in Serie A, alla guida del Chievo. Bel gioco e risultati che convincono Zamparini ad affidargli il primo Palermo europeo, ma nel preliminare contro il Thun, Pioli perde e il presidente lo esonera ancora prima che cominci la stagione. Il tecnico non si scoraggia e ha ancora la forza di ripartire, stavolta dal Bologna. Nella città felsinea aprirà un ciclo di 2 stagioni e mezzo: prima da subentrato, poi dall'inizio. Torna un vecchio cruccio: sbaglia le partenze. Due sconfitte nel 2012-13 e primo successo alla 9° giornata nel 2013-14, la stagione del suo esonero prima di un Bologna-Lazio.

INVERTIRE LA ROTTA - Chi ben comincia è a metà dell'opera, racconta un vecchio detto sempre attuale, mentre chi rimane dietro poi ha l'affanno. Pioli, che ha sempre scalato montagne, sa che una partenza deficitaria può compromettere la stagione e sa pure che la Lazio troppo spesso, dopo una stagione positiva ha steccato. La rotta però si può sempre invertire, guardiamo il lato positivo: due settimane in officina potrebbero bastare per rimettere in sesto la macchina e far ripartire i sogni. Su nuove strade, verso altri orizzonti.

Giorgio Marota
TWITTER: @GiorgioMarota

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