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PROTTI, tra la caccia ai nuovi talenti e il mondo del turismo: questa la sua “nuova” vita

CHE FINE HA FATTO. L’ex attaccante biancoceleste gestisce una struttura alberghiera in Maremma, oltre che scovare piccoli “campioncini in erba” per il Catania…

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(getty images)

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CHE FINE HA FATTO – Quante volte sfogliando i vecchi album delle figurine davanti alle immagini dei giocatori della Lazio vi siete chiesti: che fine ha fatto? Sarà rimasto nel mondo del calcio o avrà virato la sua vita da ex giocatore verso altre passioni e necessità? “Che fine ha fatto“, è la nuova rubrica di Lazionews.eu attraverso cui soddisferemo le vostre curiosità sulle vecchie glorie del recente passato biancoceleste. Il protagonista di questo primo appuntamento è Igor Protti che ha vestito la casacca biancoceleste in due intervalli di tempo: nella stagione 1996-97 e nel 1998-99, per un totale di 29 partite e 7 gol (di cui uno indimenticabile al 91esimo minuto di un derby, ndr). Andiamo a scoprire qual’è la nuova vita della punta romagnola, che ha appeso gli scarpini al chiodo nel 2005 chiudendo la propria carriera con la maglia del Livorno:
Hotel “Antico Borgo San Martino”, questa è la nuova vita dell’ex attaccante biancoceleste che gestisce questa struttura alberghiera sita a Ripabella in provincia di Pisa, a pochi chilometri da Cecina e dal litorale maremmano. Inoltre l’ex attaccante romagnolo ha avviato da questa estate una collaborazione col Catania Calcio nella quale riveste il ruolo di osservatore. Andiamo a scoprirne di più:

A distanza di otto anni dal suo ritiro dal calcio, qual’è la sua nuova vita? Di cosa si occupa attualmente?
“Ho una società che gestisce un albergo-agriturismo insieme ad un altro socio, questo è uno dei miei impegni. Inoltre da questa estate collaboro come osservatore per il Catania calcio. L’idea dell’albergo-agriturismo? E’ nata già quando giocavo, nel 1999: un mio cugino mi ha proposto la possibilità di acquistare questo immobile da ristrutturare per farci un albergo. Credevo fosse interessante ed intelligente investire i soldi che avevo guadagnato in qualcosa che nel tempo potesse diventare a tutti gli effetti un ulteriore lavoro. E’ nata quindi non direttamente da me, ma perchè mi è stata proposta e alla fine ho scelto di farlo, anche se non è un ambiente semplice il mondo del turismo, in particolar modo negli ultimi tempi che non sono propriamente felici”.

Più difficile lottare in campo o nel mondo imprenditoriale?
“Sono due cose davvero diverse (ride, ndr)! Mi sono accorto che poi questo lavoro è davvero complesso e complicato: ci sono problemi continui da risolvere. Anche il calcio in alcuni momenti ti dà delle problematiche e delle delusioni, ma forse, proprio perchè è calcio è stata la mia vita, mi trovavo più a mio agio sul rettangolo di gioco. Era il mio ambiente ideale dove cercavo di superare le difficoltà con l’esperienza. Ovviamente in questo nuovo campo l’esperienza era poca ma piano piano stiamo cercando di acquisirla”.

Qual’è il ricordo più bello della sua esperienza alla Lazio?
“Questa è una domanda molto facile perchè io ho avuto la fortuna, nell’anno e quattro mesi in sono stato alla Lazio, di segnare un gol importante in uno dei due derby che ho giocato: uno è finito 0-0, l’altro 1-1 grazie alla mia rete messa a segno nel 92esimo minuto. Partita nella quale subentrai ad un quarto d’ora dalla fine e dove la Roma era in superiorità numerica. E’ stata una gioia immensa segnare quel gol nella partita più importante dell’anno: è sicuramente il ricordo più piacevole che ho dei miei anni a Roma. Piacere che vedo reciproco perchè spesso e volentieri la settimana del derby ricevo molte chiamate da Roma nella quale ricordiamo quella partita”.

Con chi aveva legato di più in quei anni? E’ rimasto in contatto con qualcuno di loro?
“Partirei da una premessa: ho avuto la piacevolissima sorpresa di arrivare in una squadra dove c’erano grandissimi campioni di una straordinari semplicità ed umiltà. Questa era una cosa che sinceramente non mi aspettavo molto perchè si pensa che salendo nella gerarchia calcistica si possa trovare qualcuno un pochino più ‘montato’. Cosa che a Roma non ho assolutamente trovato: era un gruppo di grandissimi campioni e di ragazzi straordinari. Ricordo che quando sono arrivato, il primo che ha cercato subito di farmi inserire nell’ambiente romano fu Beppe Signori, con il quale l’anno prima avevo vinto in concomitanza la classifica capocannonieri, io con il Bari e lui con la Lazio, e tutti pensavano che con il mio arrivo nascesse una rivalità tra noi viste anche le nostre caratteristiche tecniche simili. Invece è stato tutto il contrario: abbiamo legato subito e ci siamo trovati molto bene. Un altro ragazzo che ricordo con grande piacere è Sandro Nesta, ma anche Pavel Nedved, che quell’anno è stato il mio compagno di camera nel ritiro pre-campionato in Repubblica Ceca… un ritiro lunghissimo che non finiva più! (ride, ndr) Ho fatto questi tre nomi ma un po mi dispiace visto che vorrei farli tutti: da Marchegiani a Favalli, fino a Fuser, Negro, Marcolin…tutti ragazzi straordinari ed eccezionali! Dovrei farli davvero tutti, era un gruppo fantastico!”.

Per fare un tuffo sull’attualità, cosa ne pensa di questa Lazio “a due facce” di Petkovic? Perfetta in Europa, meno bella in campionato…
“Al di là dei risultati non sempre positivi, come è normale che ci siano nell’arco di un’intera stagione, la Lazio sta facendo un grandissimo campionato. Soprattutto considerando il fatto che è guidata da un allenatore completamente nuovo che ha avuto però la straordinaria intelligenza e bravura di calarsi nel campionato e nella mentalità italiana. La prima considerazione che mi viene da fare sulla disparità di rendimento tra Serie A ed Europa League è che nel campionato italiano c’è sicuramente maggior conoscenza dell’avversario e di conseguenza un impostazione tattica basata sulle caratteristiche di chi si ha di fronte. Nel senso: chi affronta la Lazio, la studia e cerca di prendere le giuste contromisure a quelle che sono le caratteristiche della squadra di Petkovic. Mentre in Europa questa attenzione viene un po meno perchè le squadre estere tendono più a pensare a se stesse che non all’avversario, il che può essere anche un pregio delle volte ma quando si hanno di fronte squadre come la Lazio, che ha in rosa giocatori molto tecnici e gioca un buon calcio, se non si ha un occhio di riguardo per certi aspetti è possibile incorrere in delle difficoltà. E la Lazio sta sfruttando al massimo questa fattore a livello europeo”.

D.G.

DI SEGUITO QUALCHE FOTO DELL’HOTEL “ANTICO BORGO SAN MARTINO” GENTILMENTE CONCESSA DAL SIG. PROTTI:

foto Hotel e Centro Benessere 03

foto Hotel e Centro Benessere 04

foto Hotel e Centro Benessere 02

foto Hotel e Centro Benessere 01

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