PRIMAVERA. Il pagellone del 2014, parte seconda: 'E segna sempre PALOMBI', con MURGIA un anno al top

Pubblicato 
giovedì, 01/01/2015
Di
Redazione
Tempo di lettura: 14 minuti

LAZIONEWS.EU - Dopo il pagellone dei portieri e dei difensori, tocca alla stagione dei centrocampisti e degli attaccanti essere analizzata. Fino ad arrivare al mister Simone Inzaghi concludendo con tutti i numeri e i record di questo esaltante anno solare 2014 biancoceleste.

CENTROCAMPISTI
JOSEPH MARIE MINALA 7,5: Uno dei ragazzi più discussi degli ultimi anni, non c'è dubbio. Ha esordito tardi rispetto all'inizio della stagione 2013-14, ma in pochi mesi la sua presenza in campo si è fatta notare in maniera decisamente pesante. Un centrocampista apparso fin da subito di un'altra categoria rispetto agli altri compagni, sia tecnicamente che fisicamente. Strapotere che ha scatenato le ironie e le insinuazioni del web e non solo, ma Joseph ha continuato per la sua strada e fatto parlare il campo per lui: in 16 gettoni totali nel 2014 con la Primavera, 9 gol, decisivo nella doppia finale di Coppa con la Fiorentina con tre gol. Mica male per una mezzala, che ha poi trovato anche l'esordio in Serie A (tre presenze), con l'unica pecca del postpartita del derby delle Final Eight. Dopo la vittoria con la Roma, il camerunense si è innervosito e si è 'guadagnato' una squalifica che gli ha fatto saltare la semifinale. Da lì anche la mancata convocazione (o comunque molto tardiva) nel ritiro di Auronzo con la prima squadra e il prestito al Bari, dove dopo l'esonero di Mangia, sta facendo vedere le sue qualità. Il 18enne rimane comunque un patrimonio della società che ha creduto e crede in lui.

MIKA MARIO ROKAVEC 6,5: Partito in sordina e indietro nelle gerarchie, lo sloveno classe '97 si è piano piano ritagliato uno spazio importante nel centrocampo biancoceleste. Non è un titolare, ma ha dimostrato di poter essere un'alternativa validissima per Inzaghi: da mezzala si distingue in particolare per il lavoro sporco e soprattutto negli ultimi match si è fatto apprezzare. Per lui 7 presenze fino ad ora.

MICHAL BORECKI 7: E' uno dei tanti '97 del nuovo corso, probabilmente quello che meglio ha fatto sin da subito. Ha iniziato la stagione praticamente da titolare, segno di un'immediata fiducia da parte di Inzaghi, ripagata alla grande. Il polacco ha messo in mostra ottime qualità, ma soprattutto grande personalità (al primo anno di Primavera), abbassandosi molto e spesso per prendersi il pallone e cominciare l'azione. Poi è arrivato un fastidioso infortunio a interromperne le prestazioni e ora al rientro chiaramente non ha più il posto riservato, anche perchè andare a toccare una squadra che non perde da tredici partite non è per nulla semplice. Michal è comunque un giocatore che tornerà sicuramente molto utile a Inzaghi, soprattutto quando mancherà per qualche motivo un costruttore di gioco a centrocampo. Le presenze sono solo 4 (anche con un gol), ma decisamente pesanti.

JOSIP ELEZ 7: Arrivato alla Lazio dall'Hajduk Spalato per la bellezza di quasi un milione di euro come difensore centrale, Alberto Bollini lo avanza come mediano e proprio da centrocampista il coato diventa una pedina molto importante. Praticamente sempre titolare, da gennaio al giugno ha collezionato ben 21 presenze in tutte le competizioni, con 8 gol e 2 assist. Numeri incredibili per un centrocampista, tra l'altro rigorista della squadra. Ora in prestito al Grosseto, dove sta continuando a fare bene.

ALESSANDRO MURGIA 8,5: E' il gioiellino biancoceleste, 35 presenze con 8 reti (2 nei derby) e 2 assist. Numeri da campione solo nell'anno solare 2014, diventato nella stagione in corso il vero top player della squadra di Inzaghi, che lo conosce dagli Allievi Nazionali e in qualche modo lo ha cresciuto, consegnandolo alla posizione di mezzala con licenza di attaccare. Aggregato spesso e volentieri alla prima squadra (con prima convocazione annessa) e alla Nazionale under 19. Irrinunciabile ormai, difficilmente lo vediamo perdere un pallone o gestirlo in maniera sbagliata, bravo nel dribbling e nell'ultimo passaggio, spesso letale con gli inserimenti (anche di testa) e con i tiri da fuori. Sul ragazzo si sono posate le attenzioni di diversi club soprattutto esteri, ma sarà davvero dura anche solo provare a strappare il classe '96 alla Lazio. Giocatore fondamentale anche in fase di ripiegamento. Nell'arco del 2014 sul podio dei migliori, sicuramente uno dei più continui, forse in un 4-3-1-2 da trequartista potrebbe dare ancora più libertà alle sue doti. In ogni caso anche in questa posizione può imparare e migliorare la fase di interdizione, in ogni caso spesso e volentieri è proprio lui a caricarsi la squadra sulle spalle e alzarne il baricentro. Di certo c'è che per poter puntare alla promozione con i 'big' almeno mantenere questo livello è d'obbligo, per non perdere la maglia azzurra ma soprattutto per alzare ulteriormente l'asticella.

FRANCESCO MANONI 6: Nel Wojtyla di un anno fa si era messo in mostra come uno dei migliori elementi degli Allievi Nazionali, uno dei più pronti, sempre puntuale e pungente in fase offensiva arrivando da dietro. Con la Primavera non ha ancora trovato il giusto spazio, Inzaghi aveva scelto lui a partita in corso, quando ha avuto bisogno di adattare a sinistra qualcuno al posto dell'infortunato Seck nel match vinto a Livorno. La prestazione di Francesco era stata egregia, ma poi il mister ha ritenuto più adatto al cambio di ruolo Germoni. Manoni si è ben comportato quando è stato chiamato in causa, può essere un jolly molto utile alla causa biancoceleste.

LORENZO CONDEMI 6,5: Il suo apporto è stato molto silenzioso, ma a dir poco costante. Inzaghi lo ha utilizzato in 11 partite sulle 16 di questa stagione e quasi sempre è stato il primo cambio effettuato in partita, proprio perché il mister si fida di lui. Lorenzo dal canto suo ha sempre risposto presente, silenzioso appunto ma pronto in ogni occasione.

MILOS ANTIC sv: Una presenza, 103 minuti tutti nel match stregato col Torino in semifinale di Final Eight. Il serbo-svizzero al ritorno in campo dopo l'operazione al ginocchio è rientrato proprio lo scorso 7 giugno con una partita di assoluto livello. Attualmente è ancora sotto contratto con la Lazio, fino al 30 giugno.

DAMIANO STERPONE sv: Cinque presenze, 91 minuti. Ora nella Primavera del Frosinone.

ANTONIO LUQUE sv: Nel 2014 nessuna presenza. Ora al Lucena CF.

LORENZO SILVAGNI 6,5: Con il nuovo corso biancocelest è lui ad aver preso in mano le redini dello spogliatoio, ha iniziato da titolare la stagione in corso in un ruolo non suo (l'ennesimo), al centro della difesa e con la fascia di capitano al braccio. Lui si è comportato in maniera esemplare, facendosi sentire si ma solo in campo, mentre quando è costretto a sedersi in tribuna soffre ed è innegabile ma è anche il primo tifoso di questi colori che gli sono entrati nel cuore (con la Primavera della Lazio sono ben 53 le presenze totali). Lorenzo sul campo è un jolly in tutto e per tutto, lo scorso anno è stato impiegato da centrocampista (il suo ruolo di base) come mezzala, ma anche come terzino destro (contro la Fiorentina nell'andata della finale di Tim Cup fu autore di una partita di altissimo livello) per poi arrivare a fare anche il centrale di difesa (mostrando ottime doti anche in elevazione) per tappare le falle in attesa che il reparto si sistemasse. Con il regolamento che vieta di schierare più di tre fuori quota (due '95 più uno senza limiti di età), è stato spesso fuori dall'undici titolare appannaggio di Pollace, Pace e Oikonomidis, ma è un uomo importante perché 'dove lo metti sta' e sta bene dando sempre il 'fritto'. Nelle sue 26 presenze totali, comunque un numero importante, anche 4 gol, alcuni di pregevolissima fattura.

LORENZO PACE 7: Inizialmente il 'sacrificato' dei '95, è stato in breve tempo in grado di conquistarsi a suon di prestazioni il posto da titolare al centro della mediana biancoceleste. 'Pacetto', come viene affettuosamente chiamato, è piccolo solo fisicamente perché in campo la sua presenza si fa sentire, da grande lottatore quale è il numero 4 di origini indonesiane. Buone proprietà tecniche, è uno che però non molla mai e va su ogni pallone. Per lui 32 presenze e 2 gol nel 2014, addirittura di testa in elevazione, con un fisico non esattamente da spilungone.

CLAY VERKAJ 7: E' stato uno dei nuovi acquisti estivi biancocelesti, ha iniziato un po' in sordina, senza impressionare particolarmente. Poi con il passare delle settimane il suo rendimento è salito in maniera netta e costante, facendo vedere ottime qualità palla al piede e una rapidità interessante anche nello stretto. Posto da titolare suo fino al momento dell'infortunio che ancora non gli ha permesso di rientrare in questo 2014. Lui è un'ala sinistra e spesso questo tipo di caratteristiche si è notata e pur giocando da mezzala le cose migliori le ha fatte vedere probabilmente proprio quando ha agito pià largo. In questa stagione sono 9 i gettoni per il tedesco arrivato da Francoforte con un gol all'attivo.

LUCA CRECCO 7,5: Degli Aquilotti volati in prestito per fare esperienza e giocare con continuità è quello che sta facendo meglio. Nella scorsa stagione ha ricoperto tutti i ruoli di sinistra, terzino, mezzala o esterno offensivo nel tridente, sempre sfoderando la sua caratteristica principale che è la continuità di corsa e di inserimento. Anche lui marchiato a fuoco nello spirito (ma anche nel corpo, vedi la semifinale di Rimini contro il Torino) dai colori biancocelesti, anche in Serie B alla Ternana è diventato una pedina importantissima (17 presenze e 4 assist in campionato). Lui che ha già esordito in Serie A, conitnua a costruire il suo futuro con determinazione con l'obiettivo di tornare al nido, stavolta per restarci. Per lui 12 presenze e 5 gol (memorabile la doppietta al 'Franchi' in finale di Coppa Italia) in questo 2014 in biancoceleste. Il classe '95 è anche uno dei punti fermi della Nazionale azzurra under 20.

ATTACCANTI
SIMONE MILANI sv: Simone è stato forse il ragazzo più sfortunato di questo gruppo negli ultimi due anni, letteralmente falcidiato dagli infortuni e poi anche dalla cattiva sorte. Quando il classe '96 cominciava a rivedere il campo ci ha pensato un incidente stradale a rispedirlo nuovamente ai box per la frattura del bacino. Poco male, per lui che ormai è abituato a lottare, testa bassa e lavoro anche in compagnia dei lungodegenti della prima squadra come Gentiletti. Lui la Lazio ce l'ha come prima pelle, il Tevere gli scorre nelle vene, per dirla con un inno. Ora il rientro, almeno quello in panchina, è divenuto realtà, e potrà costituire una buona alternativa nel tridente. Nel 2014 per lui 3 presenze totali e 1 gol, in casa del Latina.

MATTIA FIORE 6: Di sfortuna se ne intende anche lui, con la rottura del legamento crociato rimediata a giugno scorso che lo ha costretto in infermeria per più di sei mesi. Contro il Palermo in Coppa Italia, nell'ultima partita dell'anno, è tornato in campo riassaggiando il terreno del 'Fersini' anche se solo per una decina di minuti. Nella scorsa stagione stava salendo di rendimento, scendendo in campo per 10 volte su 13 in campionato e rappresentava uno dei giocatori con le migliori prospettive. Dopo le 18 presenze e 1 gol di questo 2014, deve riprendere a macinare e tornare sulla strada giusta.

MAMADOU TOUNKARA 6,5: Doveva essere l'anno della definitiva consacrazione in prima squadra, l'anno del salto soprattutto di maturità. Invece Mamadou Tounkara, forse ispiratosi un po' troppo a Balotelli, ha dovuto in un certo senso ricominciare da capo, conquistarsi di nuovo la fiducia di mister e società ma anche dei compagni. Le qualità ci sono e sono indubbie, ma quello che è mancato per lo scatto decisivo è stata la testa, l'atteggiamento. Per il ritiro vale un po' il discorso fatto per Minala, nell'estate 2013 ad Auronzo era stato addirittura uno dei migliori, ma come per il camerunense la preparazione con la prima squadra all'ombra delle Tre Cime è cominciata decisamente più tardi. Un 2014 vissuto un po' in calo da parte dello spagnolo di origini senegalesi (anche a causa di un fastidioso infortunio al ginocchio), che gli è costato quasi tutto il ritiro una parte di fiducia da parte dell'ambiente. Per lui 23 presenze totali e 10 gol, numeri buoni ma che non rispecchiano quanto può fare il ragazzo. L'anagrafe è ancora tutta dalla sua però, ha 18 anni ed ancora in perfetta età di Primavera. Anche le prime partite di questa stagione 2014-15 non hanno fatto registrare prestazioni all'altezza delle sue possibilità, ma poi il classe '96 ha capito e si è armato di umiltà tornando pian piano a buoni livelli e ritrovando anche il gol con discreta continuità. Mama può essere un giocatore da 8, il suo destino è solo e soltanto nelle sue mani.

EMANUELE CAPUANO sv: Il campo lo ha visto davvero col contagocce, appena 2 presenze e 15 minuti totali. La sua miglior prestazione però è da registrarsi in una partita non ufficiale, ovvero il derby nel Torneo Wojtyla. Una partita assolutamente opaca da parte dei biancocelesti, Inzaghi non fa rientrare i suoi negli spogliatoi e nella ripresa via alla rimonta. Fu un 2-2 che non bastò alla Lazio per passare il turno, ma a cambiare la partita ci pensò proprio Emanuele, l'unico in grado di saltare l'uomo. Nella rosa a disposizione di Inzaghi è proprio questo che manca, un funambolo che sposti gli equilibri soprattutto quando il match è bloccato. Certo, per diventare così decisivo il classe '97 dovrà lavorare ancora molto ma i numeri mostrati negli Allievi Nazionali fanno sicuramente molto ben sperare.

CHRISTOPHER OIKONOMIDIS 7,5: Migliorato a dir poco tra una stagione e l'altra è il greco-australiano, da talento incompiuto che stentava a sbocciare a fiore all'occhiello e anche goleador. La fascia sinistra è ormai di sua proprietà, in una crescita e un'esplosione iniziate probabilmente dalla fine della stagione scorsa, il match della grande delusione e della possibilità del bis Scudetto infranta. Si tratta delle semifinale delle Final Eight contro il Torino persa per 4-3 ai supplementari proprio all'ultimo respiro in una serata segnata dalla sfortuna perenne per la Lazio, orfana di diversi titolarissimi e in corso d'opera anche di Crecco con l'handicap dell'autogol di Seck e l'incredibile vena realizzativa dei granata. In quell'occasione Chris prese per mano la squadra segnando due gol, protagonista di una grandissima partita che in qualche modo lo ha consacrato anche se non è bastato, come a dire: “Io ci sono”. E' stata forse la sua prima vera prestazione, che gli ha dato la fiducia necessaria per iniziare al meglio questa stagione, i numeri ne sono testimoni: 15 presenze e 9 gol, di cui 7 in campionato (tra l'altro messi a segno in 7 partite consecutive). James, il suo secondo nome, ha trovato anche il 'killer instinct', necessario per il salto di qualità, ma ora deve continuare a crescere dopo aver regalato anche la Supercoppa Italiana ai suoi con il gol vittoria al 'Bentegodi'. Nel 2014 28 presenze totali con 13 gol.

SIMONE PALOMBI 8,5: 'E segna sempre lui, e segna sempre lui: si chiama Simone Palombi, si chiama Simone Palombi', un coro che evoca ai tifosi laziali uno dei più grandi attaccanti della sua storia. Un accostamento di certo avventato, ancora improprio, quello con Beppe Signori, ma la stagione di Simone è di certo rispecchiabile in quest'adagio. Bastano i numeri del 2014: 35 presenze, 22 gol all'attivo, manco a dirlo il miglior bomber biancoceleste dell'anno solare. Un exploit che dopo la prima giornata del campionato 2013-14 (doppietta al Napoli) si era interrotto bruscamente, per poi riprendere il primo di febbraio e non fermarsi più. Davvero raramente Simone ha sbagliato la partita o più di due gol in un match, forse solo nel derby in cui nel primo tempo soprattutto il numero 7 ha fallito diverse occasioni da rete che poi sono purtroppo risultate decisive. Per il resto un 2014 impeccabile da parte di Palombi, che ha imparato a dialogare di più con la squadra, a muoversi molto in attacco e a scambiarsi praticamente sempre di posizione con Tounkara, una delle armi di Inzaghi. Di testa, di di piede, al volo o in acrobazia (chiedere al Vicenza), non fa differenza: il risultato è che il pallone il più delle volte va a gonfiare la rete. Simone si fa trovare al posto giusto nel momento giusto, ma è bravo anche ad attaccare gli spazi, insomma un attaccante diventato completo e che sotto la guida sapiente di Inzaghi, che lo ha praticamente allevato calcisticamente, ha trovato anche la Nazionale e il primo gol in azzurro alla prima apparizione (contro l'Albania), roba da predestinati. I numeri diventano ancora più impressionanti se si prende in esame solo la stagione in corso: 13 gol in 16 partite. Nel 2015 però guai a sedersi sugli allori!

NICO PATERNI 6: Un gol in 132 minuti totali, quello nel Viareggio contro il Varese che segnò il pareggio biancoceleste poi purtroppo rivelatosi inutile. Ora alla Paganese in Lega Pro.

GIANMARCO STERI sv: Cinque presenze, 109 minuti e un assist: ora nella Primavera del Frosinone.

EDOARDO COLLARINO sv: Difficile trovare spazio in un reparto avanzato così affollato e soprattutto così affiatato ed efficace. Lo è ancora di più per chi è alla prima esperienza in Primavera come Edoardo, che ha potuto mettere insieme appena 4 presenze per complessivi 82 minuti in campo. Mettersi in mostra in questa condizione, soprattutto ora con il ritorno di uomini d'esperienza per la categoria e desiderosi di riscatto come Fiore e Milani, è davvero complicato. Collarino è un giocatore che sicuramente può far comodo ad Inzaghi a partita in corso, quando si tratta di lavorare di sponda e provare a tener su la squadra, ma per lui dopo l'ottima stagione negli Allievi Nazionali dove era il centravanti titolare, lo spazio per quest'anno rischia di essere davvero ridotto.

GIUSEPPE SCULLI sv: Per lui con la Lazio Primavera 3 presenze e 4 gol, ma solo una è arrivata nell'anno solare 2014, ovvero l'esordio di Inzaghi il 18 gennaio scorso al 'Fersini' contro la Juve Stabia: vittoria per 4-0 e calabrese che segna proprio la prima rete della gestione del mister nato a Piacenza al minuto numero 24.

ALESSANDRO ROSSI 6,5: Ha avuto senza dubbio più chances di farsi vedere Alessandro, generalmente il primo cambio in attacco operato da Inzaghi in questi primi match. Lo dimostrano le 11 presenze totali (condite con una rete, a Crotone) in cui comunque il classe '97 ha fatto vedere buone cose. Per l'11 di Avincola il numero 20 biancoceleste si è rivelato fondamentale, cambiando la partita ogni volta che ha fatto il suo ingresso in campo. Dopo il rientro da un infortunio alla spalla che lo ha tenuto fuori per più tempo del dovuto, è stato un continuo crescendo per lui, trovando già nello scorso anno la convocazione con la Primavera. Un attaccante che cerca la profondità e fa salire la squadra, rapido negli inserimenti e all'occorrenza anche bravo di testa. Con i rientri dei vari Fiore e Milani dovrà sudare per mantenere il posto nelle gerarchie di Inzaghi appena alle spalle di Palombi. DI certo c'è che il ragazzo ha tutte le proprietà e le caratteristiche per affermarsi a livelli più alti, una prospettiva di crescita molto importante.

CRISTIANO LOMBARDI 7,5: E' stato il trascinatore, il top player ma anche il bomber della scorsa stagione. I numeri sono dalla sua: 16 presenze 10 gol nel 2014, anche se il suo limite è stato spesso penalizzante per la squadra in particolar modo, ovvero il carattere un po' fumantino. Un aspetto che è stato determinante per la Lazio in occasione del Torneo di Viareggio (espulsione nella prima gara e quindi assenza nella sconfitta con il Varese che si rivelò fatale), ma soprattutto nelle ultime Final Eight Scudetto, con il cartellino rosso nel derby con la Roma con relativa assenza nella semifinale con il Torino, dove già mancavano tanti giocatori ad Inzaghi. Per questo ha ricevuto anche le strigliate della società, ma di certo la sua stagione sul campo è stata superlativa, spesso imprendibile sulla destra e fondamentale in zona gol, protagonista anche nella finale con il gol che ha aperto il ritorno al 'Franchi' e ha messo il risultato praticamente al sicuro. Ora in prestito al Trapani in Serie B sono 10 le presenze ma praticamente sempre da subentrante. Arriverà anche il suo turno per farsi vedere in maniera importante.

ALLENATORE
SIMONE INZAGHI 7: Proprio a gennaio 2014 (esordio il 18 contro la Juve Stabia) ha preso in mano le redini della Primavera che era stata del 'mago' Alberto Bollini e che veniva dall'emozionante cavalcata Scudetto. Il salto dagli Allievi Nazionali non lo ha sentito in maniera eccessiva, prima di tutto perchè quella del tecnico di Poggio Rusco era già una macchina perfetta, ma anche perché molti dei ragazzi Inzaghi li aveva già allenati proprio negli Allievi. Tanto che per buona parte di campionato è spesso sorto l'interrogativo: “Ma questa è la Lazio di Bollini o di Inzaghi?”, molto simile a quello che si sono posti un po' tutti in Italia e non solo a proposito della Juve sull'avvicendamento Conte-Allegri. Una domanda dalla non semplice risposta, ci ha pensato anche un po' la sfortuna a stroncare la corsa trionfale verso un bis Scudetto che sembrava se non scontato, quanto meno più che logico. Quella partita con il Torino qualche scottatura l'ha ancora lasciata, soprattutto per come è arrivata e per la sensazione che un ciclo del genere non si rivedrà tanto facilmente. In ogni caso il grande slam è stato completato da Simone con la Coppa Italia dominata a dir poco e la Fiorentina annichilita (e battuta anche in campionato), e poi con la Supercoppa Italiana. La notte del 'Bentegodi' però è arrivata nel contesto del nuovissimo corso biancoceleste con l'arrivo dei '97 e di qualche neo-acquisto. Una nuova squadra che Inzaghi ha saputo comunque assemblare in un tempo relativamente breve, con un 'assestamento' durato praticamente tre partite. Alla sfida con un Chievo comunque modesto (totalmente rinnovato rispetto all'undici campione d'Italia) la Lazio ci è arrivata con la giusta tensione e il giusto collaudo e il primo grande appuntamento dell'anno non è stato fallito. Simone è stato in grado per prima cosa di creare il gruppo, sempre più solido ma soprattutto è stato capace di far sentire tutti quanti allo stesso livello, tutti sono importanti e fondamentali per la causa biancoceleste.

NUMERI DA CAPOGIRO - Ed ora sono tredici le partite senza sconfitta in questa stagione, ma i numeri del 2014 sono straordinari e recitano così: 39 partite complessive (29 in campionato, Final Eight comprese), 28 vittorie, 6 pareggi e 5 sconfitte (girone di ritorno della stagione 2013-14 vissuto da imbattuta) con 103 gol fatti e 44 subiti, senza dimenticare ovviamente i due trofei portati a casa, Coppa Italia e Supercoppa, oltre a un primo posto e a un attuale secondo in ripresa sulla Roma, anche se il record di imbattibilità a Formello si è interrotto contro il Bari. Sono stati 43 i giocatori utilizzati dal tecnico di Piacenza, che fa registrare il suo record di 7 successi di fila tra campionato e Coppa Italia (dopo le sconfitte nel Viareggio) nel periodo tra il 15 febbraio e il 21 marzo 2014. Al ritorno dalla prestigiosa rassegna di Carnevale sono 14 i risultati utili consecutivi messi a segno dagli Inzaghi-boys fino alla sconfitta in semifinale a Rimini contro il Torino. Considerando invece solo le competizioni organizzate dalla Lega le vittorie consecutive sono 9, mentre i match senza sconfitta diventano ben 19. Le vittorie più larghe invece riportato al 6-0 con il Trapani e al 7-2 ai danni del Crotone, entrambi a Formello. Numeri in parte ripetuti anche nella stagione in corso 2014-15, con le 6 vittorie consecutive interrotte con il pareggio nei tempi regolamentari con il Napoli in Tim Cup (successo biancoceleste poi ai rigori), mentre i risultati utili consecutivi sono 13, serie però ancora aperta, anche se al ritorno nel 2015 c'è subito la Juve. Gli uomini più presenti sono Murgia e Palombi con ben 35 match giocati sui 39 totali, seguiti da Pace (32) e Pollace (31) che completano il podio, mentre, manco a dirlo, il cannoniere è lo stesso Simone Palombi con 22 marcature in 35 gettoni appunto. Dietro l'Aquila di Tivoli si piazzano staccati Lombardi e Tounkara (10), Oikonomidis e Minala (9) e Murgia (8). Dunque, le statistiche della Lazio in questo 2014 non ammettono e non permettono repliche, ma il difficile è sempre trovare la forza, soprattutto mentale, di confermarsi ad altissimi livelli, ai vertici massimi del calcio italiano mantenendo il primo posto del ranking, con la speranza e l'obiettivo magari di sfatare anche il tabù internazionale legato al Torneo di Viareggio, che vede la Lazio mai vincente nella storia della competizione.

Per volare sempre più in alto, dove osano le Aquile!

Francesco Iucca
TWITTER: @francescoiucca

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