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ACCADDE OGGI. L’ultima di Chinaglia con la Lazio: Maestrelli si ammala

ACCADDE OGGI – Lazio-Torino, un match storico per tanti motivi…

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ACCADDE OGGI LAZIO – E’ il 25 aprile del 1976. Si gioca la ventisettesima giornata di campionato. L’arbitro Michelotti arbitra Lazio-Torino. Più di 40mila spettatori accorrono all’Olimpico per assistere alla prestazione degli undici biancocelesti: Pulici, Ammoniaci, Martini, Wilson, Polentes, Badiani, Garlaschelli, Re Cecconi, D’amico, Lopez, e Chinaglia. In pochi avrebbero scommesso su di loro quando la capolista granata è scesa in campo, ed invece la Lazio ha sfoderato forse la più bella prestazione della stagione. Wilson comanda la difesa, D’Amico è imprendibile. La Lazio attacca, il Toro arranca.

MAESTRELLI – Una partita studiata quasi alla perfezione da Tommaso Maestrelli. L’allenatore però proprio durante il match accusa un malore che lo costringe a rimanere in panchina ben oltre la fine del 90′. Assistito dal professor Ziaco, viene visitato in serata dal dottor Imperato. Diagnosi: stress psico-fisico. Non sapeva ancora che il 1976 sarebbe stato il suo ultimo anno alla Lazio e in vita. Maestrelli muore il 3 dicembre di quell’anno nella clinica Paideia, dove era stato ricoverato giorni prima per un collasso cardiocircolatorio. A rendergli omaggio accorrono dirigenti sportivi, allenatori, tutti i calciatori della squadra.

CHINAGLIA – Anche Giorgio Chinaglia, che proprio dopo Lazio-Torino del 25 aprile aveva lasciato Roma in direzione New York, per giocare con i Cosmos. Quella sarebbe stata la sua ultima partita con i biancocelesti. Dopo 209 partite in campionato e 98 reti, Long John è stanco della Capitale, della stampa italiana e delle critiche. Vuole lasciare Roma. Prende un aereotaxi diretto a Genova dall’aereoporto dell’Urbe. Da qui,un altro aereo lo porterà a Parigi da dove finalmente volerà verso New York. Anche oltreoceano, Chinaglia scrive la storia: nel 1982 diventa il secondo calciatore italiano ad ottenere il titolo di capocannoniere in un campionato straniero.

LEGGENDE – Oggi, il mito biancoceleste avrebbe compiuto 70 anni. Lui, che più di ogni altro è stato icona di identità, di rivalsa, di lazialità divisa negli spogliatoi eppure unita in campo. Grazie, soprattutto, al lavoro e all’umanità del Maestro, che riuscì nell’impresa di dominare l’impavido ed impulsivo Long John. Cosi diversi, eppure cosi simili da diventare amici, in vita e nella morte. Le lapidi delle due leggende giacciono vicine, e da vicino guardano riecheggiare la gloria dei loro anni. Sempre co tanto core, come nessuno c’ha‘.

 

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