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FELIPE ANDERSON VS VAZQUEZ, ‘Pipe’ e ‘Mudo’, fratelli diversi che hanno ritrovato la voce e non vedono l’ora di urlare

PALERMO-LAZIO, IL FACCIA A FACCIA. Tra i siciliani è VAZQUEZ a rivestire il ruolo di uomo del momento, esterno goleador da 3 gol in 4 partite, mentre Felipe ANDERSON attende ancora la prima rete…

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PALERMO-LAZIO, IL FACCIA A FACCIA
A.A.A. Cercasi gol per la Lazio, anche se nell’ultima partita contro l’Udinese a latitare è stato soprattutto il gioco. Un’altra sconfitta, quella con i bianconeri, che brucia forse anche più delle altre, perché ha fatto registrare un preoccupante passo indietro. Ora a tre giorni di distanza, i biancocelesti tornano in campo ma la trasferta per riscattarsi non è delle più semplici: a Palermo gli uomini di Pioli dovranno fare attenzione al tridente rosanero particolarmente in vena in questo inizio di stagione. Tra i siciliani è Franco VAZQUEZ a rivestire il ruolo di uomo del momento, esterno goleador che sta facendo quello che invece dalle parti di Formello si chiede a FELIPE ANDERSON. Al brasiliano in realtà manca solo il gol, perché le prestazioni sembrano essere finalmente arrivate.

FELIPE ANDERSON VS VAZQUEZ, ‘Pipe’ e ‘Mudo’, fratelli diversi che hanno ritrovato la voce e non vedono l’ora di urlare

Uno lo chiamano ‘Pipe’, l’altro ‘El Mudo’, il muto. Come spesso accade per i giocatori di talento in Sudamerica, il soprannome affibbiato in tenera età in base a certe caratteristiche (in campo o fuori) è d’obbligo. In realtà anche il brasiliano della Lazio è un giocatore silenzioso, rimasto senza voce a lungo in Italia. Come lui anche Vazquez, ma dopo un anno di silenzi, ecco che Pipe e Mudo in questa stagione hanno cominciato a tirare fuori gli acuti, sempre in campo si intende. L’argentino del Palermo si è fatto sentire decisamente di più dopo un anno di B e si è scatenato nelle prime quattro partite con ben tre gol all’attivo; il verdeoro invece è riuscito a scalzare il più quotato Keita a suon di prestazioni finalmente convincenti dopo una stagione iniziata male per un infortunio, ma mai realmente decollata con tante promesse rimaste tali. Pipe e Mudo sono due giocatori diversi ma simili: entrambi sono stati adattati in Italia come esterni nel tridente offensivo, ma entrambi nascono come trequartisti, mezzale o seconde punte. La loro differenza sostanziale sta nelle caratteristiche fisiche: Vazquez ha una struttura importante con 187 centimetri per 87 chilogrammi, mentre l’ex Santos è molto più ‘leggero‘ nei suoi 178 centimetri per circa 70 chili. Tutto questo ovviamente influenza anche le caratteristiche tecniche e tattiche: Felipe Anderson, che non ha ancora avuto occasione di farsi vedere in posizione di mezzala o trequartista, sull’esterno è una vera e propria freccia spesso imprendibile; al contrario del collega argentino che invece non è molto veloce ma ha una buona progressione che gli permette di essere velenoso e mortifero in zona gol con i suoi inserimenti. Pipe è un giocatore molto tecnico, mentre El Mudo si è dimostrato decisivo in veste di uomo-assist, letale e preciso nell’ultimo passaggio, soprattutto tra le linee ma anche partendo da sinistra accentrandosi. Qualità che purtroppo sono mancate e ancora mancano al talento carioca, bravissimo nella costruzione della manovra e nel dribbling negli spazi stretti, ma ancora indietro nella capacità e nella lucidità di scelta e misura dell’ultimo passaggio, quello decisivo, così come in zona gol. Pipe e Mudo si somigliano per carattere e per trasformazione tattica, ma in campo sono come il bianco e il nero, trequartisti prestati alla fascia che ora non vedono l’ora di urlare sul campo dopo un silenzio troppo lungo e rumoroso.

FELIPE ANDERSON – LA CARRIERA

Felipe Anderson Pereira Gomes nasce a Brasilia il 15 aprile 1993 e inizia a giocare a calcio all’età di sei anni all’Associacao 14 Companhia de Policia Militar, di Santa Maria, un piccolo paesino a pochi chilometri dalla capitale brasiliana. Dopo un anno passa al Federal FC per poi trasferirsi al Recreativo Gaminha; le sue prestazioni e le sue qualità non sfuggono agli osservatori brasiliani e, dopo l’Astral Esporte Club, arriva la chiamata del Coritiba, la squadra più importante dello Stato di Paranà. Dopo sei mesi il giovane Felipe viene avvicinato dai dirigenti del Santos che lo portano nelle fila del settore giovanile. Nel 2010 viene promosso in prima squadra e mette insieme 5 presenze e un assist; nella stagione seguente lo score sale a 18 gettoni, un gol (contro il Noroeste) e 4 assist. La definitiva consacrazione avviene l’anno dopo, quando diventa titolare e i numeri cominciano davvero a dargli ragione: 35 presenze, 6 gol e 9 assist più altre quattro partite giocate in Libertadores. Il Brasile saluta la sua nuova stella, grande amica di Neymar. Poi nell’ultima stagione brasiliana arriva l‘infortunio alla caviglia che lo ferma e che si somma al trasferimento alla Lazio sfumato all’ultimo. Un passaggio solo rimandato per Anderson, che arriva in Italia a 20 anni ma con una grande esperienza certificata dalle 98 presenze e 9 gol in Brasile e le 6 partite a un gol nella nazionale verdeoro under 20.

FRANCO VAZQUEZ – LA CARRIERA

Franco Damian Vazquez vede la luce il 22 febbraio del 1989 a Tanti in Argentina. La sua carriera comincia nelle giovanili del Barrio Parque, dove rimane un paio d’anni (2003-2005) per poi proseguire nel Belgrano, dove debutta tra i professionisti, nella seconda divisione argentina. Il primo gol arriva il 29 maggio 2009 ed è quello decisivo per la vittoria al 91′ contro l’Atletico de Rafaela e al termine della stagione il suo score parla di 15 presenze. Nei successivi due anni Vazquez comincia a crescere e così anche i suoi numeri: tra il 2009 e il 2011 mette a referto 11 gol in 62 gettoni che portano il Belgrano alla promozione in ‘Serie A’. Dopo 18 presenze e tre gol nel primo semestre della stagione 2011-12 viene prelevato a gennaio dal Palermo. Con i siciliani scende in campo 14 volte e nell’estate successiva viene ceduto in prestito in Spagna al Rayo Vallecano per giocare con più continuità, ma dopo una prima parte di stagione discreta, nella seconda parte viene relegato a un ruolo di riserva e alla fine i numeri parlano di 18 presenze condite da tre gol. L’anno dopo torna dal prestito e stavolta per rimanere in Sicilia in Serie B: per problemi burocratici non scende in campo nel girone di andata, ma in quello di ritorno mette insieme 18 presenze e 4 gol diventando un punto cardine dell’attacco di Iachini.

La redazione di Lazionews.eu

 

 

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