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RASSEGNA STAMPA

ITALIA allo sbando, adesso si fa dura

IL MESSAGGERO (U. Trani) – Gli azzurri battuti dalla Costa Rica che ora si qualifica: ottavi ora a rischio. Errori di Prandelli prima e durante la gara: la Nazionale è inguardabile…

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RASSEGNA STAMPA – Adesso l’Italia deve solo arrossire. Per la vergogna. Perde 1 a 0 con la Costa Rica, ventottesima nazionale del pianeta e a sorpresa già qualificata agli ottavi, e martedì rischia di uscire dal mondiale. Il crollo nel nordest del Brasile, all’Arena Pernambuco di Recife, senza scusanti o alibi. C’è ancora la possibilità di salvare la faccia, andando avanti nella competizione. Basta il pari contro l’Uruguay, a Natal, nella terza partita della prima fase. Ma Prandelli non può più sbagliare. Ieri i suoi errori hanno inciso sul risultato. Lungo l’elenco dei motivi della caduta di Recife, inaspettata e preoccupante. Sprecata la grande occasione di prendersi il primo posto e di rilassarsi nei prossimi dieci giorni. Il nostro ct, pur ammettendo alla vigilia di aver studiato da mesi la rivale centroamericana, non è stato capace di dare un senso al suo lavoro, sbagliando sia le scelte iniziali che quelle in corsa. Giornata nera, insomma: formazione impresentabile e cambi inutili. Sette i vizi capitali, cioè i motivi della figuraccia evidenziati dal Messaggero (U. Trani):
1) diversi giocatori usurati in campo, per primi quelli del blocco Juve, da Buffon con la caviglia gonfia a Barzagli con la tendinopatia cronica;
2) la difesa rivoluzionata contro avversari veloci e tecnici, utilizzando Abate che il Milan ha tenuto a lungo in panchina e spostando a sinistra Darmian, dopo la bella prova contro l’Inghilterra a destra;
3) l’approccio timido in partenza, con ritmo troppo basso e possesso palla di conseguenza sterile;
4) calciatori spompati in mezz’ora, nonostante la grande attenzione dedicata alla preparazione in ritiro a Coverciano, con test medici e apparati tecnologici;
5) inutili le sostituzioni della ripresa, con tre debuttanti in campo, dall’esperto Cassano, subito con le mani sui fianchi, agli acerbi Insigne e Cerci, buttati nella mischia con il tentativo di farli diventare i salvatori della patria;
6) esagerati i tre diversi sistemi di gioco (dal 4-1-4-1 del fischio d’inizio al 4-2-3-1 del finale, passando per il 4-4-1-1), con i giocatori che sono andati in tilt anche mentalmente, dovendo sistemarsi in modo diverso sul terreno di gioco;
7) interpreti di seconda scelta tra i 23 convocati, come si è visto anche a Recife, e tutta la responsabilità scaricata sulle spalle, di sicuro grandi e grosse, di Balotelli, da solo in due partite su due in attacco. Non è pensabile che l’Italia abbia sottovalutato la rivale, ma l’umiliazione degli olè con cui i tifosi della Costa Rica nella ripresa hanno accompagnato gli azzurri fino all’epilogo penoso devono servire per preparare il riscatto con l’Uruguay.

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