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Martini: “Venivamo considerati feccia ma eravamo leggenda”

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Dettaglio nuova maglia Lazio

MARTINI LAZIO INTERVISTA RASSEGNA STAMPA – Luigi Martini, uno degli eroi del leggendario Scudetto 1974, ha parlato con Il Messaggero di quell’anno sensazionale. Ha ripercorso i passi che l’hanno condotti alla vittoria, parlando dei suoi compagni di squadra. Di seguito le sue parole.

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Le parole di Martini

“Eravamo considerati la feccia del calcio, e invece eravamo leggenda”. 

Su Maestrelli

“Era talmente grande da mettere in ombra il nostro reale valore”.

Su Pulici

“Il principale agente del Maestro”, come lo descrive Martini.

Su Petrelli

“Se gli girava male, era terribile. Una volta è addirittura arrivato a ‘spaccare’ un sopracciglio a un uno. Raccogliemmo 750mila lire e Tommaso le diede al ferito, che ci ringraziò”.

Su Wilson

“Era la mente che sapeva muovere Chinaglia”.

Su Oddi

“Il fratello unico di Chinaglia”. 

Su di sé

“Mi hanno scartato tutti, dalla Fiorentina alla Juventus. Giocavo a calcio perché correvo più di chiunque altro” 

Su Nanni

“Era sempre positivo”.

Su Frustalupi

“C’era la squadra e poi lui”.

Su Re Cecconi

“Non era con me per una lotta di potere, si apriva solo con quelli di cui si fidava.” 

Garlaschelli 

“Un poeta”

Su Chinaglia

“Eravamo come fratelli. Chinaglia se non segnava stava male, anche quando la Lazio vinceva 3-0. Una volta a Martini ha detto: “Senza Tommaso io non avrei avuto nulla e sarei morto”. 

Sugli altri

“Le riserve erano la Curva Nord dentro lo spogliatoio” 

Su Lenzini

“Era il capo dei metti del ’74”.

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