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Beppe Signori tra ricordi ed attualità: “Sarri è l’uomo giusto”. E su Immobile…

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SIGNORI LAZIO INTERVISTA – Giuseppe Signori, uno degli idoli incontrastati della tifoseria biancoceleste, è intervenuto ai microfoni di Radiosei ripercorrendo le tappe principali della sua fulgida carriera in maglia Lazio e non solo, per poi parlare della stretta attualità. Ecco le sue parole rilasciate ai microfoni di Radiosei.

L’intervista a Signori: la Lazio come esperienza indelebile

“Come è sempre stato nella mia vita, rimanere nel grigiore di una prescrizione non mi sarebbe piaciuto. È stata una vittoria netta e voluta. Ho sempre saputo di essere innocente e ho combattuto fino in fondo. Già dieci anni fa ero convinto di non aver commesso nessun tipo di illecito. Sono stati dieci anni duri ma la verità è venuta fuori. Nel 2010 ho conseguito il patentino Uefa Pro A e la mia intenzione era quella di allenare. Oggi dopo dieci anni lontano dai campi da calcio è un problema trovare una sistemazione anche perché non ho esperienza, e questo mi penalizza. Se ci sarà la possibilità e un progetto serio dove poter dare un contributo ben venga, altrimenti farò qualcos’altro.I miei primi ricordi di quando sono arrivato a Roma? Ricordo con molto piacere che mi sono perso, non riuscivo a trovare il campo di Tor di Quinto. Ironia a parte, ricordo senza dubbio l’affetto. Venivo da una città diversa, con ambizioni diverse e con una tifoseria diversa. Quando arrivi a Roma ti rendi conto di essere in una delle città più belle al mondo. Anche i compagni cominciavano ad essere, come Riedle e Doll, dei campioni del mondo. Arrivare a Roma e alla Lazio era una grande responsabilità e bisognava mettersi lì e lavorare per ottenere l’obiettivo della Coppa UEFA, il primo dell’era Cragnotti. Lì c’erano le basi per costruire una Lazio che poi ha vinto tutto”.

Amarcord Signori: l’amore dei tifosi della Lazio

“Tra i ricordi più belli e indelebili i tifosi in piazza per me. Non ho vissuto personalmente tutto ma ho visto poi le immagini. In quel momento non ti rendi neanche conto dell’affetto che c’è per un giocatore. Rimarrà nella storia. Sono contento della scelta, di cuore e non di soldi, che ho fatto e ne vado orgoglioso. L’affetto e l’amore della gente è incondizionato. Nonostante nel ‘97 abbia fatto l’ultima stagione alla Lazio, vuol dire che ho fatto qualcosa di importante come loro lo hanno fatto per me, vedendo l’affetto che c’è ancora oggi”.

L’intervista a Signori: la Lazio di oggi

Sarri sicuramente lo vedo come l’allenatore giusto dopo Inzaghi. Ha dimostrato negli anni che fa giocare bene le proprie squadre e che sta attento ai dettagli. Mi piace e mi piace anche come persona: è uno diretto. È una squadra che può competere per le prime quattro posizioni sicuramente.
Sono un fanatico del 4-3-3, penso che sia un modo per fare un calcio propositivo votato all’attacco e non solo per aspettare l’avversario. Io lo vedo anche più equilibrato. È ovvio che poi ci vuole la qualità dei giocatori. Non sono molto amante dei numeri. Allegri ha detto una cosa giusta, il calcio è una cosa semplice e noi cerchiamo di complicarla.
Immobile? È difficile dare giudizi su un giocatore che ha fatto più di 140 gol. Ha tutte le qualità per riuscire a raggiungere obiettivi importanti: i 200 gol in Serie A, uno dei miei obiettivi. Ha tutte le qualità per farlo, anche avendo una squadra che lo supporta. Lui è più forte fisicamente di me e anche di testa. Attacca meglio lo spazio. Io superavo l’avversario più nel dribbling che senza palla”..

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