
CORRIERE DELLO SPORT - Quei fischi devono averlo svegliato. E’ scattata una molla, Antonio Candreva ha cominciato a correre e non s’è più fermato. Ha conquistato la Lazio, ha trasformato la contestazione dei tifosi biancocelesti in applausi. L’impatto complicato, la panchina e qualche spezzone di partita, l’esplosione dopo quel gol realizzato al Napoli sotto la Curva Nord. Era la vigilia di Pasqua. Il fantasista cresciuto a Tor de Cenci, da quel momento, ha cominciato a trascinare la Lazio, alimentando la rincorsa verso la Champions. Ha giocato così bene da convincere la società biancoceleste, che lo aveva preso in prestito il 31 gennaio, a riscattarne la comproprietà subentrando al Cesena. Era diventato titolare con Reja, ha subito fatto colpo su Petkovic, che lo sta impiegando nello stesso modo. Esterno di centrocampo, preferibilmente a destra ma anche sulla fascia sinistra. Sei gol nelle prime tre amichevoli, Candreva ha dimostrato di essersi calato benissimo nel nuovo progetto, ha spiegato di voler restare alla Lazio a vita, fissando un altro traguardo: convincere Lotito a riscattarlo a titolo definitivo.