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MERCATO. Utile il ritorno di Zàrate? Quattro motivi per dire sì

Dopo aver letto i motivi del ‘no’, analizziamo quelli del ‘sì’

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MERCATO. Utile il ritorno di Zàrate? Quattro motivi per dire sì

Dopo aver letto i motivi del ‘no’, analizziamo quelli del ‘sì’

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Zàrate-Lazio: un rapporto fatto di passione, con tutti gli annessi e connessi che questo sentimento porta non sé. Amore, odio, incomprensioni, tradimenti, riavvicinamenti. Già, riavvicinamenti. Perché si sa, non c’è odio senza amore e se c’è amore è impossibile stare lontani. E così va tra Maurito e i colori biancocelesti. Il suo passaggio all’Inter nell’ultimo giorno del mercato estivo ha lasciato l’amaro in bocca a molti tifosi della Lazio, anzi, a tutti i tifosi della Lazio. Perché chi lo amava è rimasto deluso dalla sua partenza, chi non lo aveva nelle sue grazie è comunque rimasto scottato dalla modalità del suo addio, avvenuto allo scadere, quando ormai era tardi per rimediare. Ora, quindi, nel momento in cui Ranieri lo scarica, o quasi, torna in voga la versione in biancoceleste di Mauro Zàrate.

Per rispondere all’articolo di Tucci sull’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, vediamo quattro motivi per dire sì al ritorno di Maurito. Primo motivo per dire no: Reja non è mai andato d’accordo con il ragazzo: troppo stravagante, troppo individualista, troppo balbettante. Una partita si e tre no. Primo motivo per dire sì: cosa si dovrebbe dire, allora, di Djibril Cisse? Anche il francese è troppo stravagante, troppo individualista, troppo balbettante. Eppure lo stiamo tutti aspettando, stiamo tutti sperando in una sua rinascita, abbiamo tutti apprezzato le sue doti da assist man. Perché non dare un’altra opportunità a Zàrate, visto che peraltro nella scorsa stagione ha contribuito a molte vittorie della Lazio.

Secondo motivo per dire no: Zàrate ha fatto il diavolo a quattro per lasciare la società di Lotito. Secondo motivo per dire sì: anche la società ha fatto il diavolo a quattro per spingerlo ad andarsene o, quantomeno, ha fatto poco per trattenerlo. Terzo motivo per dire no: Zàrate non rientra negli schemi dei biancazzurri. Terzo motivo per dire sì: ci rientra, invece, Emiliano Alfaro? Con tutto il rispetto per il giovane, e poco noto, attaccante uruguaiano, è una punta centrale, l’ennesima dopo Klose, Cisse, Rocchi e Kozak. A questa Lazio servirebbe proprio uno come Zàrate, capace di creare spazio, di servire palloni in avanti, di dare velocità alla manovra biancoceleste.  Quarto motivo per dire no: l’aspetto economico. Lotito avrebbe ancora intenzione di pagargli superpremi ora che non è più nelle grazie del gruppo? Quarto motivo per dire sì: a giugno la Lazio dovrebbe comunque tornare sul mercato per ringiovanire l’attacco e trovare una seconda punta che possa ricoprire il ruolo sopra detto. Perché non puntare ancora su un ragazzo che ha fatto già bene nella Capitale e che può tornare a farlo?

Linda Borgioni

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