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ESCLUSIVA, Ciro Muro: “Per la Lazio non ho guardato la categoria, eravamo un bel gruppo”

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CIRO MURO ESCLUSIVA LAZIO NAPOLI – In occasione del big match Lazio – Napoli di domenica 28 gennaio, il doppio ex Ciro Muro è intervenuto in un’intervista esclusiva ai microfoni di Lazionews.eu. L’attuale allenatore della Scafatese ha ripercorso la promozione in Serie A coi biancocelesti e gli anni con Maradona, passando poi all’analisi della sfida dell’Olimpico tra i capitolini di Maurizio Sarri e gli azzurri di Walter Mazzarri.

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ESCLUSIVA LN | Le parole di Ciro Muro

Con la Lazio ha ottenuto una promozione in Serie A nella stagione 1987/88, segnando 4 gol in 37 presenze. Quali ricordi ha di quel gruppo biancoceleste?

“Quando sono arrivato alla Lazio non ho guardato la categoria, ma la Capitale. Per me era come giocare nel Napoli, quella biancoceleste è una squadra blasonata che ha e ha avuto grandi calciatori. Mi sono trovato benissimo, con i tifosi ancora oggi c’è un bellissimo rapporto. Anche in Serie B avevamo una grande squadra, da Monelli a Beruatto, passando per Acerbis, Piscedda e Raimondo Marino. Eravamo un bel gruppo, abbiamo lottato fino alla fine e abbiamo ottenuto la promozione in Serie A”.

“L’anno seguente è andato via Fascetti ed è arrivato Materazzi in panchina. Abbiamo preso Ruben Sosa, Gutierrez e Dezotti, un argentino e due uruguagi. Ruben Sosa era tecnicamente molto forte, col baricentro basso, non lo prendevi mai quando metteva la quinta. Sembrava Beep-Beep di Willy il coyote (ride, ndr). Assomigliava molto a Ramon Diaz del Napoli. Quando arrivi alla Lazio la prima cosa che ti chiedono è vincere il derby e quell’anno io fui capitano nel girone di ritorno. Venni espulso nel derby, insieme a Gerolin, ma pareggiamo 0-0 dopo la vittoria 1-0 dell’andata”.

In questa stagione ricopre il ruolo di allenatore della Scafatese, in eccellenza. Come sta vivendo questa nuova esperienza?

“Molto bene, veniamo da quattro vittorie consecutive in campionato, come la Lazio di Sarri. Sono arrivato alla Scafatese proprio contro il Costa d’Amalfi, alla quinta del girone d’andata. Sono in una squadra importante per il calcio dilettantistico, che meriterebbe di stare in categorie superiori. La piazza è molto calda ed esigente”.

La Lazio dovrà fare a meno di Immobile e Zaccagni. Quanto possono pesare queste due assenze per una squadra che fatica a trovare continuità in attacco?

“Pesano tanto perché sono due calciatori importanti per la Lazio. Zaccagni sa saltare l’uomo e farti gol, è uno dei migliori in Italia nel suo ruolo secondo me. Immobile sta facendo un po’ fatica ma resta uno dei migliori nella storia della Lazio. Lui è il bomber per eccellenza, il numero uno e chiunque lo dovrà sostituire avrà un compito non tanto facile da svolgere”.

La Lazio arriva a questo big match da quattro vittorie consecutive in Serie A, ma anche dalla semifinale persa nettamente contro l’Inter. Contro il Napoli quale versione dei biancocelesti si aspetta?

“Sarri a Napoli giocava come il Barcellona, ha perso uno scudetto facendo 91 punti che è tanta roba. Alla Lazio sta provando a portare quel calcio che a lui piace tantissimo. Gli interpreti a centrocampo lo stanno seguendo abbastanza bene. Secondo la Lazio vista contro l’Inter non può giocare nemmeno in Serie B. Prova deludente anche se l’Inter mi è parsa in grande spolvero”.

“Sono sicuro che Sarri avrà dato una strigliata ai suoi ragazzi e gli avrà fatto capire il valore del collettivo e del sacrificio. Serve la voglia di vincere, anche perché ci sarà tanta gente all’Olimpico e non puoi replicare la prestazione vista contro l’Inter”.

Quanto può influire il risultato di questo big match sul piazzamento finale di Lazio e Napoli? Sarà decisivo per la corsa Champions?

“Non credo che sarà decisivo. Manca ancora quasi un girone intero, ci sono ancora tante partite da giocare. Penso che la Lazio possa proseguire la sua striscia positiva in campionato, ma il Napoli punta dichiaratamente alla qualificazione in Champions. Sicuramente da questa partita passa una parte del loro piazzamento finale”.

All’andata è finita 1-2 per la Lazio con gol di Kamada, che oggi è un oggetto misterioso fuori dalla titolare tipo di Maurizio Sarri. Secondo lei da cosa dipende questo rendimento sotto le attese del giapponese?

“Dipende molto dall’ambiente, dalla squadra. Alle volte ci sono calciatori che non riescono a sopportare tanto la pressione e secondo me questo sta influendo tanto per Kamada. Non credo che sia tanto un problema di comunicazione, in campo si parla la lingua del calcio e poi, se dovesse servire, con i gesti ci si capisce”.

Cosa servirebbe alla Lazio per migliorarsi in questa sessione di mercato?

“La Lazio per me deve fare qualche acquisto in difesa e, se possibile, anche a centrocampo. In attacco vedo molte alternative e non mi sembra che abbiano bisogno di aggiunte”.

Riuscirà la Lazio a qualificarsi nuovamente in Champions League?

“Io da tifoso ed ex calciatore della Lazio mi auguro di sì! Con tutto il cuore”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA – Pubblicato il 25/01/2024

Thomas Alvieri

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