INTERVISTE
UEFA, Ceferin: “Final four? Ne stiamo discutendo”. E sulla Superlega…
UEFA ALEKSANDER CEFERIN CHAMPIONS LEAGUE – Dopo l’approvazione della nuova formula per il torneo a partire dal 2024, la UEFA sta pensando anche al format “final four“. Il presidente della UEFA Aleksander Ceferin, durante una lunga intervista a L’Equipe e a Sky Sport, ne ha parlato.
Aleksander Ceferin sulla Champions League e il format final four
“Final Four in Champions League da svolgersi in una settimana in una città? Ne stiamo discutendo, ma non è deciso. Ci è piaciuto il “final 8” l’anno scorso in Portogallo. Ma un “finale 8” dura più di due settimane ed è troppo. Per “un final 4”, dopo il 2024, ci sono vantaggi e svantaggi. Da un lato, può essere un evento fantastico con una settimana di calcio integrata da altri eventi come i concerti. Ma perdiamo le partite, soprattutto in casa, per i club. Le televisioni avrebbero anche meno riunioni. Ci sono questioni finanziarie e di marketing da affrontare. Ma io, personalmente, vorrei che accadesse. Io sono favorevole a una “finale 4” in Champions League. Potrebbe essere fantastico. Ed efficace in termini di entrate se fatto bene. Ma ognuno deve dare il proprio punto di vista”.
Sulla Superlega
“È stato difficile gestire quelle 48 ore perché non sapevamo cosa stesse succedendo. Ma tutta la comunità europea si è schierata. Era un progetto senza senso. Cosa rischiano Juventus, Barcellona e Real? Il nostro comitato disciplinare è indipendente, quindi non so niente: né quale sarà la portata della pena, né quando sarà resa nota. La cosa che mi lascia basito è vedere che pubblicamente difendano la Superlega ma che poi vogliano giocare la Champions. È difficile capire cosa vogliano davvero. Ci può essere un dialogo? No, perché loro mandano solo lettere formali all’Uefa e agli altri nove club che sono usciti dal patto. Loro non comunicano, avrebbero dovuto chiamarci per un incontro. È un approccio strano”.
Sulla possibile esclusione di Real Madrid, Barcellona e Juventus
“Non possono paralizzare nulla, al massimo solo loro stessi. È strano leggere comunicati di questi tre club rispetto a centinaia di altri club. Si può intuire cosa i 244 club che fanno parte dell’ECA pensino. Le tre società pensano che con i soldi si possa fare tutto, ma non è un approccio corretto. Vogliono giocare la Superlega? Che la giochino. Ma poi non possono dire di voler giocare la Champions. Temo un nuovo caso Bosman? No, è differente”.
Sul ritorno del pubblico
“Per noi è un momento molto emozionante, come rivedere nove mila spettatori in Europa League. Abbiamo vissuto una storia triste del calcio senza tifosi, ma ora penso che siamo alla fine del tunnel. Il calcio senza tifosi non è la stessa cosa: calcio è con i calciatori e con i tifosi. È impostante constatare quanto sia diverso il calcio rispetto agli anni scorsi”.
Sul rapporto con la Fifa
“Un rapporto corretto, spesso i media ingigantiscono. Se siamo d’accordo per il 90% e in disaccordo sul resto, si bada più a quel 10. Siamo sostanzialmente in buoni rapporti, qualche volta discutiamo ma perché abbiamo interessi diversi”.
Sull’abolizione della regola dei gol in trasferta
“Ieri non ero presente alla riunione del Comitato, ma si sono dimostrati favorevoli e anche io credo che si tratti di una buona soluzione. I tifosi vogliono vedere partite più entusiasmanti e ricche di gol. Avremo forse più tempi supplementari”.
Sull’Europeo
“Un format particolare, è stato speciale pianificarlo fin dall’inizio. Da 13 città siamo passati a 11, con 11 Paesi coinvolti. Con il Covid di mezzo è stato difficile, diciamo che non avrei mai immaginato un anno più difficile di questo. La situazione cambia giorno dopo giorno, speriamo vada tutto bene. La prima partita a Roma? La FIGC è stata arguta a cogliere l’occasione. Poi è una città bellissima, sarà bello cominciare lì. Una scelta semplice e logica”.
Sul futuro
“Credo che siamo sulla buona strada. Non cambierà molto perché la tradizione è importante. I giovani sono sempre interessati a questo sport, chi dice il contrario dice il falso. Il calcio non è mai stato popolare quanto oggi”.
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