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LOTITO: “Due soluzioni per l’indebitamento: salary cap, stadi polifunzionale”

Il patron biancoceleste ha preso parte al convegno “Il calcio che vogliAMO”. Il tema, tra sostenibilità economica, stadi e fair play, è il calcio italiano…

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NOTIZIE SS LAZIO – Oggi alle ore 10.00, in Sala BuzzatiMilano, si terrà il workshop “Il calcio che vogliAMO“, con la partecipazione di Giovanni Malagò, presidente Coni, Marco Patuano, amministratore delegato Telecom,Pietro Scott Jovane, amministratore delegato Rcs, Giacomo Catano, responsabile della divisione Gazzetta. Ai lavori prenderanno parte i massimi rappresentanti del calcio italiano: Giancarlo Abete, Maurizio Beretta, il dg della Lega serie A Marco Brunelli, Andrea Agnelli, Adriano Galliani, Massimo Moratti, James Pallotta, Gianpaolo Pozzo e Caludio Lotito. Il tema, tra sostenibilità economica, stadi e fair play, è il calcio italiano, con le soluzioni che la Gazzetta dello Sport e Tim propongono.

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ORE 11.00 – Appena sbarcato in Italia, James Pallotta, ha stretto la mano e scambiato qualche battuta con Agnelli e Malagò. In platea ci sono anche il presidente del Genoa Enrico Preziosi ed e’ atteso l’ad del Milan Adriano Galliani, reduce dalla qualificazione alla Champions League conquistata negli ultimi minuti dell’ultima giornata di campionato ieri sera a Siena.

ORE 11.30 – «Non abbiamo alibi. Dobbiamo riformare il mondo del calcio, se no sara’ un fallimento per tutta la classe dirigente di questo mondo». Sono le parole di Malagò nel corso del suo intervento. »Il calcio e’ sempre lo sport piu’ importante del nostro Paese, pero’ negli ultimi anni ha perso qualche punto. Chiediamoci perche’. Non si puo’ vivere di rendita per tutta la vita – ha aggiunto – se anche la Juventus avesse vinto la Champions non avrebbe risolto il problema. Non basta una squadra fantastica e altre meno».

ORE 11.45 Ecco Lotito con Pallotta ad assistere al workshop (CLICCA QUI PER VEDERE LA FOTO)

ORE 11.50 BERETTA (Presidente Lega Serie A): «Sia per quanto riguarda gli stadi che il merchandising, bisogna creare le condizioni affinché si possa migliorare. Sugli stadi bisogna fare in modo che anche le società senza grandi fatturati possano avere impianti di proprietà, sul merchandising bisogna fare qualcosa un merito alla lotta alla contraffazione»

ORE 12.20 ABETE (Presidente FIGC): «Tutti noi dirigenti dobbiamo fare qualcosa per migliorare. Ma non possiamo essere solo critici. Siamo il quarto movimento nel mondo, non è così per tutti i settori. Diamo un miliardo al Fisco e il Coni ci dà 62 milioni. Sugli stadi decide il Parlamento, sulla riforma dei campionati decide la Lega, poi tutte le responsabilità vengono imputate alla Figc. Ma dobbiamo migliorare come educazione, rispetto e valore»

ORE 12.30 AGNELLI (Presidente FC JUVENTUS): «La Serie A per ora è un campionato di transito per i top player. Il Milan è stato costretto a sacrificare due giocatori la scorsa estate».

ORE 12.33 PALLOTTA (Presidente AS ROMA): «Da esterno voglio dare il mio punto di vista sul calcio italiano. Sugli stadi bisogna fare molto. Negli ultimi 15 mesi ci abbiamo lavorato: sarà un impianto dove non si andrà solo il sabato e la domenica. Stiamo lavorando per avere il nuovo stadio, avrá 55000 posti e sará multifunzionale. Occorrono tecnologie avanzate per offrire maggior sicurezza all’interno dello stadio per le famiglie. Quando abbiamo progettato il nostro stadio, ci siamo accertati che i controlli della sicurezza avvenissero all’esterno. Il calcio italiano tornerà n.1″. Il numero uno giallorosso ha poi annunciato un accordo tra AS Roma, Nike, e Disney per i prossimi 7 anni.»

ore 12.45 – Pallotta lascia la Sala Buzzati in compagnia diItalo Zanzi. Interpellato sull’imminente derby di Coppa dall’inviato di Romanews.eu, il presidente della Roma ha preferito non rilasciare dichiarazioni: “No interview, please“.

ORE 12.50 Prende la parola LOTITO: «Nove anni fa, appena entrato, proposi due soluzioni all’indebitamento. Una è il contenimento dei costi attraverso un salary cap, l’altra è l’incremento dei ricavi attraverso stadi polifunzionali. Il modello Juve? Non esattamente: ha triplicato i ricavi da stadio, ma è solo una goccia»

 

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