AVV.MIELE: “Senza fondi privati il calcio in Brasile sarebbe già scomparso. FELIPE ANDERSON? Avrà bisogno di un periodo di ambientamento”

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NOTIZIE SS LAZIO – Intervenuto ai microfoni di Radio Sei, l’avvocato Mauro Miele, esperto di calcio sudamericano e membro di un fondo tedesco, chiarisce nel dettaglio la funzione che svolgono questi fondi di investimento in Sudamerica:

Ha fatto molto clamore questo caso Felipe Anderson che ha rischiato di far finire le parti davanti alla Fifa. Ora l’affare sembra essere andato in porto. Lei che idea si è fatto?
“Felipe Anderson, come sappiamo, appartiene ad un fondo inglese e quando si ha a che fare con i privati diventa più difficile trovare degli accordi perché non ci sono solo due interlocutori ma tre. Alla fine la trattativa si è conclusa positivamente”

La Doyen Sport, il fondo che detiene i diritti del giocatore, ha un po’ svolto la parte del cattivo almeno agli occhi dell’opinione pubblica. Anche lei però fa parte di un gruppo che acquista calciatori per conto di un fondo tedesco. Questi fondi sono davvero il lato oscuro del calcio sudamericano?
“Se non ci fossero questi fondi il calcio in Brasile sarebbe già scomparso. Dal momento che non ci sono mezzi finanziari le società di calcio comprano e pagano i giocatori anche grazie a questi fondi che sono molto diffusi soprattutto in Brasile, ma non solo. Spesso vengono acquistati molto giovani, già all’età di 16 anni, con la speranza di accaparrarsi i diritti di un possibile craque di mercato del futuro”

Più volte in questi giorni è stato evocato l’articolo 18 della Fifa, che non permetterebbe a terze parti di subentrare in una trattativa tra due club. Alla luce di questo, avete temuto un possibile terremoto nei confronti di questi fondi?
“In questi casi in realtà l’articolo 18 viene aggirato perché un giocatore, che finanziariamente in percentuale è di proprietà di un fondo, federativamente appartiene comunque ad una squadra di calcio”.

Nel mercato c’è sempre una corsa al colpo di mercato. Ma lei Felipe Anderson come lo giudica?
“Lo considero un buon giocatore: una mezz’ala classica, giovane, dinamico, che abbina alla corsa anche un’ottima tecnica. Lo paragono forse a Marchisio come posizione in campo. Secondo me però deve ancora esprimere le sue qualità al meglio. Vedremo in Italia quello che farà. Avrà bisogno di sicuro di un periodo di ambientamento, per integrarsi ed apprendere soprattutto la parte tattica che in Brasile viene un po’ trascurata. Le premesse ci sono tutte. Non si può certo reputare però un craque di mercato. ”

Si dice che la tournée in Brasile in realtà sia servita anche per visionare un centrale difensivo. Si è parlato molto di Rever e di Bressan. Lei ha qualche informazione riguardo una possibile pista della Lazio?
“Per quanto riguarda la Lazio non lo so. Sono però due giocatori molto ambiti sul mercato. Alla Lazio serve un difensore centrale quindi non è detto che questi non possano rientrare nei piani di Tare. In ottica esterni di fascia apprezzo molto Wellington Silva della Fluminense, ex Flamengo. Molto forte, dinamico e bravo tecnicamente”.

Conosce Perea e Novaretti, gli altri acquisti sudamericani della Lazio?
“Novaretti sinceramente non lo conosco. Perea si è messo molto in evidenza con la sua squadra ma anche lui deve ancora crescere molto”.

Hernanes, che si sta scalando vette importanti anche con la sua nazionale, è ambito da molti club europei. Crede che Lotito possa riuscire a trattenerlo?
“Hernanes è diventato giocatore molto importante grazie ovviamente alla Lazio! Ha delle richieste in Europa ma anche in Brasile. Il San Paolo dove ha già giocato, ma anche a Porto Alegre. Io credo però che alla fine rimarrà alla Lazio”.