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BERRETTONI svela: “Ero romanista ma segnavo sempre nei derby. La finale di Coppa Italia? Una sfida carica di emozioni”

L’ex attaccante della Primavera biancoceleste parla anche del tecnico Bollini: “Spero che sia l’anno buono per lo scudetto, lo scorso anno è sfumato per poco. Sono ancora legato al mister, so che lui è una garanzia”…

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Berrettoni Emanuele

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Emanuele Berrettoni, oggi spegne 32 candeline, quell’esordio contro lo Sparta Praga al posto di Salas non sembra così lontano…
“Lo ricordo come fosse ieri, erano gli inizi ed ero ancora giovane e spensierato. Sono tutti ricordi positivi, era una grande Lazio ed era tutto perfetto. Era la squadra del dopo Scudetto, è stato ancora più emozionante. Tutti giocatori importanti, un grande allenatore, un ambiente splendido, erano gli anni d’oro ed è stato ancor di più un motivo d’orgoglio”.

In questi anni la Lazio ha sfornato tanti ottimi talenti, ma quasi nessuno poi ha trovato seguito ed ha continuato la carriera in prima squadra. Quali sono le cause?
Sicuramente sta cambiando questa tendenza in cui si punta più per i giovani soprattutto in un contesto di crisi. Bisognerebbe concedergli occasioni importanti, responsabilizzarli, capisco che in piazze così non è sempre facile perché c’è bisogno di risultati subito e non c’è tempo per aspettare il giovane”

Rozzi, Keita, Crecco. Il top della categoria in Italia, ma la Lazio ha preferito puntare sul 34enne Saha. Può suonare come un controsenso?
Visto dagli addetti ai lavori sì, ma bisogna capire poi quali sono stati i motivi che hanno portato il presidente e la società a comprare un giocatore del genere. Per chi arriva in prima squadra dal settore giovanile, sarebbe bello ricevere un po’ di fiducia nel momento del bisogno”.

Hai vinto l’ultimo Scudetto della Primavera biancoceleste con Bollini 12 anni fa. Le giovani aquile ogni stagione si ripetono dominando la regular season, ma si perdono sempre sul finale. Può essere questo l’anno buono?
Lo spero, anche perché sono ancora legato al mister, so che lui è una garanzia. Lo scorso anno l’obiettivo è sfumato per poco nella finale contro l’Inter, speriamo che questo sia l’anno buono, me lo auguro soprattutto per il mister Bollini”.

La Lazio dei grandi ha pagato il mancato intervento sul mercato, schierando sempre i soliti elementi, questa situazione ha causato poi il calo nella seconda parte.
Penso comunque che sia stata una grande stagione, hanno combattuto sino alla fine per tutti e tre gli obiettivi. Ha centrato l’Europa League e tutti abbiamo visto in che modo è uscita, adesso c’è ancora una finale per vincere la Coppa Italia quindi penso che comunque sia stata una grande stagione, poi è logico che in un’annata così impegnativa nella quale giocano sempre gli stessi è naturale che poi si possa subire un calo. Sicuramente il presidente e il mister per l’anno prossimo avranno stabilito dei rinforzi”.

26 maggio, una stracittadina epica che vale un trofeo: è il crocevia fondamentale della stagione di ambo le squadre?
“Il derby è già una partita speciale di per sé, se arriva in concomitanza con una finale di un trofeo così importante assume un risvolto ancora più eclatante. Sarà sicuramente una bella partita, carica di emozioni, poi arriverà l’estate e chi vincerà avrà ancor più tempo per prendere in giro gli sconfitti. Speriamo che non accada nulla di grave, che sia comunque una giornata di festa”.

Eri uno dei massimi prospetti del panorama italiano, hai esordito giovanissimo entrando nelle grazie di mister Eriksson ma poi ti sei un po’ perso. Rimpianti?
“I ricordi alla Lazio sono tutti stampati nella mente, ho iniziato in biancoceleste che avevo 10 anni, ho giocato in tutte le categorie del settore giovanile. La Lazio mi ha cresciuto, mi ha educato, per me è stato uno stile di vita. Crescere in un ambiente del genere mi ha educato e mi ha fatto diventare uomo, sarò sempre grato a chi in quegli anni mi ha trasmesso tantissime cose positive. Il rimpianto c’è perché passare dalla Primavera direttamente in Serie A e non riuscire a mantenere quelle categorie può portare a questo, però sono 13 anni che gioco nei professionisti e non posso lamentarmi”.

La Lazio rappresenta un momento fondamentale nella tua carriera, anche se da giovane le tue simpatie erano tutt’altre…
Ero un tifoso romanista, sono stato l’unico caso al mondo di un tifoso romanista che faceva sempre gol ai derby e li vinceva. Auguro ogni bene alla Lazio perché è una squadra che ti cresce bene e con la quale c’è un legame forte”.

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