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F.ANDERSON: “Essere alla LAZIO è emozionante, un sogno che si realizza. Voglio diventare il più forte al mondo”

“Mi sono subito ambientato, sono stato ben accolto da tutti, sia dai compagni, tifosi e dalle persone che incontravo per strada. Credo che sognando e lavorando possiamo un giorno realizzare quello che ora…”

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NOTIZIE SS LAZIO- Era forse l‘uomo più atteso della stagione biancoceleste. Dopo il mancato arrivo a gennaio 2013 e lo sbarco solo l’estate successiva di Felipe Anderson, il talentino ex Santos classe ’93 doveva dimostrare di valere tutti e 9 i milioni spesi dalla Lazio. Il brasiliano è stato poco decisivo, molte più ombre che luci. Nelle ultime partite si sono fatti più frequenti gli sprazzi di talento di Anderson, comunque luminosi. L’attaccante della Lazio si confessa in una video intervista rilasciata a ‘Tribuna esporte’ per la realizzazione del Dvd ‘Super azioni’. Questo un piccolo estratto raccolto da ‘globoesporte.com’. “La mia avventura è iniziata quando avevo 10 anni. Mia madre mi iscrisse nella scuola di calcio della mia città, il Santa Maria, e li ho iniziato a partecipare a campionati e tornei. Ad ogni partita che giocavo ripetevo a me stesso “è questo ciò che voglio fare per tutta la vita”. A 12 anni sono stato chiamato per fare un test a Curitiba nella squadra della medesima città e l’ho superato. Poi a 14 anni sono andato al Santos, a 17 ho esordito in prima squadra ed ora, all’età di 20 anni, eccomi qui alla Lazio. E’ stato emozionante per me conoscere una squadra così importante e giocare con grandi giocatori che vedevo soltanto in tv quando ero più piccolo. È un sogno che si è realizzato, un dono che Dio mi ha fatto, forse più grande di quanto avrei potuto immaginare”. L’ex Santos ha raccontato l’ambientamento nella Capitale. “Roma è meravigliosa, una città turistica piena di luoghi storici. Mi sono subito ambientato, sono stato ben accolto da tutti, sia dai compagni, tifosi e dalle persone che incontravo per strada. I momenti più importanti nella mia vita calcistica? Il primo quando a 17 anni ho segnato il mio primo gol con il Santos quando giocavo nella categoria di base vedevo sempre le partite dalla tribuna, assistevo ai gol e sognavo il giorno in cui ne avrei realizzato anch’io uno. Quando l’ho finalmente realizzato è stata una sensazione difficile da spiegare e ringrazio ancora Dio per quel regalo. Il secondo momento memorabile fu invece quando il Santos vinse la Libertadores, avevo 18 anni ed è stato una vittoria molto importante per la squadra, per me e per tutti gli atleti, una vittoria regalata da Dio a tutti noi. Il mio sogno è diventare il migliore al mondo, so che è difficile e ci sono tanti giocatori bravi, ma era difficile anche arrivare fino a qui, eppure ci sono. Credo che sognando e lavorando possiamo un giorno realizzare quello che ora può sembrare impossibile”.

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