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F.ANDERSON: “Devo tutto a Pioli”. Poi sugli sfottò di Klose e la carbonara…

Il brasiliano commenta anche il paragone che fece Mihajlovic dopo Lazio-Samp: “So che per arrivare al livello di Cristiano Ronaldo è dura, se non impossibile”…

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NOTIZIE LAZIO – Ieri ha messo a segno il suo decimo gol in campionato: Felipe Anderson non si ferma più ormai. Sempre più decisivo, sempre più nel cuore dei tifosi: un exploit che non sta passando inosservato nemmeno in Brasile dove lo definiscono già “Il nuovo principe di Roma”. Intervistato da O Globo, Pipe torna a parlare del suo sogno verdeoro e non solo:

Pensi che sia possibile sognare la vittoria delle Olimpiadi al Maracanà, dopo la cocente delusione dei Mondiali?
“Tutto può succedere nel calcio. Ma vincendo un oro olimpico al Maracanã non credo che la delusione per il Mondiale svanirebbe. Non sarà facile arrivare fino in fondo, ma stiamo lavorando molto. Ci stiamo preparando al meglio per questo appuntamento, le amichevoli sono state importanti per conoscerci e per fare gruppo”.

Oltre a Rio 2016, pensi anche alla Seleção?
“L’obiettivo nel 2016 è la finale alle Olimpiadi, avere nuovamente Neymar (farà parte anche lui parte della Selezione olimpica, ndr) sarà meraviglioso e mi darà ancora più forza. Per quanto riguarda la Nazionale maggiore, sarebbe un grande sogno essere convocato, ma finora né Dunga né lo staff tecnico mi hanno contattato. Leggo dai giornali che mi stanno visionando, so che Dunga ha detto che devo continuare a giocare bene. Solo in questo modo posso avere una possibilità”.

Sei uno dei giocatori più importanti della Lazio, lo scorso anno invece hai faticato molto. Qual è il segreto di questa trasformazione?
“Non vi dimenticate che quando sono arrivato a Roma nel 2013 ero infortunato. Non conoscevo il calcio europeo, ho avuto bisogno di un po’ di tempo per adattarmi. Il ritmo qui è completamente diverso, è inutile negarlo. Il calcio è molto più fisico, più veloce e più tattico. Non ero abituato a queste marcature. È stato un anno in cui ho giocato poco, ma ha lavorato tanto, ho studiato la tattica, ho ascoltato attentamente i consigli del mio allenatore. Quest’anno ho avuto modo di mostrare le mie qualità migliori grazie anche al nuovo tecnico, al gruppo e alla squadra che mi ha sempre sostenuto. Mi sono guadagnato la fiducia di tutti, sono maturato e questo si vede in campo”.

Stai mettendo in mostra il tuo miglior calcio grazie a Stefano Pioli. Al Santos, invece, non sono state rose e fiori con Muricy Ramalho…
“Prima di tutto vorrei dire che le incomprensioni con Muricy fanno parte del passato, è stato un tecnico che mi ha insegnato molto. I suoi metodi di lavoro mi hanno anche aiutato ad adattarmi in Italia. Qui sono cresciuto, ho cambiato la mia personalità. Ho imparato ad affrontare i problemi, Pioli mi ha dato la possibilità di dimostrare chi sono realmente. La sua tranquillità e la sua fiducia nei miei confronti hanno contribuito a farmi inserire in un campionato così competitivo. Pioli mi dice sempre che devo migliorare ancora. All’inizio di questa stagione non ero titolare, ma lui mi ha sempre tenuto in considerazione. Poco a poco mi sono guadagnato il mio spazio. Devo molto a Pioli e al club”.

Torniamo all’adattamento in Italia…
“Sono arrivato in estate, quindi il clima non era molto diverso dal Brasile. Roma è meravigliosa e molto meno fredda rispetto ad altre città come Milano e Torino. I trasporti sono ottimi, si è liberi di uscire e guidare. Ammetto che la lingua era l’aspetto che più mi preoccupava, ma con il tempo e la pazienza ho imparato l’italiano. Oggi sto bene, mi piace il cibo italiano e non rifiuto mai un piatto di carbonara! Mi manca il riso con i fagioli, ma quando vado in Brasile recupero”.

Come si svolge la tua giornata tipo a Roma?
“Ci alleniamo molto, io sono sempre uno dei primi ad arrivare e uno degli ultimi ad andarmene. Se non ci alleniamo tutto il giorno, vado a casa a riposarmi. Nel tempo libero vado al cinema, prendo lezioni di inglese. Mi piace la mia vita qui, siamo un gruppo unito e sto bene con tutti. Mi vedo spesso con Ederson, Mauricio e Pereirinha. Ma ho un bel rapporto anche con Keita e Klose. Miro fa una vita molto riservata, è un grande compagno di squadra. Dopo il Mondiale mi ha preso in giro per il 7-1 (ride, ndr)”.

Tu e Neymar vi sentite spesso?
“Siamo amici dai tempo del Santos, ci teniamo sempre in contatto. Neymar mi scrive spesso, mi incoraggia e si complimenta con me. Lui è uno dei migliori, presto sarà il numero uno al mondo. Come ho detto, sarebbe bello tornare a giocare con lui in Nazionale, sto facendo di tutto per far sì che accada”.

Il calcio europeo è molto diverso da quello brasiliano?
“Sì. In Brasile siamo artisti del calcio, teniamo molto palla. Qui il calcio è fisico, tattico, veloce, dopo un tocco devi dar via la palla”.

Chi era il tuo idolo da bambino? E oggi?
“Sono cresciuto ammirando Ronaldo, il Fenomeno. Anche Kakà mi piace, è un peccato non averlo affrontato in Italia. Oggi il miglior al mondo è Messi, è un calciatore di classe immensa, ma anche di fronte a Cristiano Ronaldo dobbiamo toglierci il cappello”.

L’allenatore della Sampdoria, Sinisa Mihajlovic, ti ha paragonato a Cristiano Ronaldo. Nei sei orgoglioso?
“Sì, certamente. Ma so che per arrivare al livello di Cristiano Ronaldo è dura, se non impossibile. Questo tipo di complimenti mi motiva, mi dà la forza per migliorare ogni giorno. Per me è un grande onore”.

Quali sono i tuoi obiettivi futuri?
“Il più importante è giocare bene e vincere l’oro alle Olimpiadi di Rio. Sarebbe fantastico! Questo mi darebbe la possibilità di sognare una convocazione in prima squadra, che è la cosa che più conta per qualsiasi giocatore brasiliano”.

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