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LAZIO senza mordente, fumosa e stanca. I cambi non aiutano, manca ancora il solito soldo: come non detto…

EMPOLI-LAZIO, IL RACCONTO – I biancocelesti vanno a fiammate e perdono un’occasione pazzesca ma qualche nota positiva c’è e non va sottovalutata…

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EMPOLI-LAZIO, IL RACCONTO –  Il primo tiro vero e proprio è a firma empolese, con la punizione all’8‘ di Maccarone che sibila sul palo di Berisha. Risponde subito la Lazio con una doppia grande occasione nel giro di pochi secondi, prima con Candreva che raccoglie un lancio lungo di De Vrij con un bellissimo destro al volo che finsice di poco a lato. Poi tocca a Djordjevic impattare bene di testa sul cross di Lulic; tempo pochi minuti e la Lazio va ancora vicina al vantaggio, con un una girata in area di Parolo che si coordina molto bene ma il pallone sfiora ancora il palo. L’Empoli gioca bene, non si fa schiacciare dai biancocelesti e anzi per larghi tratti fa la partita. Sostanzialmente il match è equilibrato, di occasioni non se ne vedono più tante ad eccezione di una bella percussione di Zielinski che allarga su Maccarone, sassata dell’ex Samp che però non prende la porta. Prova ad emergere dall’ombra Candreva con un’azione personale, penetra in area con l’aiuto di Cavanda e scarica il sinistro che però non è il suo piede e si vede. Al 43‘ il primo cambio della partita per Pioli che è costretto a inserire Ederson al posto di Stefano Mauri che accusa dei problemi muscolari. Si conclude dopo due minuti di recupero la prima frazione di gara da cui in realtà ci si aspettava di più. Le occasioni migliori, tutte nello spazio di pochissimi minuti, sono di marca biancoceleste ma non basta. Al 7‘ passa in vantaggio l’Empoli con il gran colpo di testa su corner di Barba che anticipa Cavanda e Ciani mettendo all’angolino. Al 9clamorosamente trova il raddoppio l’Empoli stavolta con Maccarone che incrocia alla perfezione tutto solo dimenticato dalla difesa laziale ancora in occasione di una palla ferma. Al 13prova a risorgere la squadra di Pioli con la capocciata di Filip Djordjevic che capitalizza un assist fantastico di Candreva. Nel giro di pochi secondi la Lazio ha due occasioni incredibili, prima con Djordjevic che di testa gira in porta ma Sepe fa il Superman e respinge, anche se Mazzoleni aveva fischiato il fuorigioco (che non c’era), poi Rugani va in anticipo su Ciani e questo è come un gol segnato dal difensore toscano. I biancocelesti spingono ma non trovano mai il bandolo per sbrogliare la matassa e il 2-1 non si schioda fino al termine dei tre minuti di recupero, che sanciscono la sconfitta meritata da parte dei capitolini.

PRESUNTUOSA E INCONCLUDENTE – Nella prima frazione di gara la partita è equilibrata, le occasioni principali sono per la Lazio ma sono arrivate tutte nell’arco di pochi secondi, in un‘unica fiammata. Chance enormi sì, ma se vogliamo anche un po’ frutto del caso. La chiave anche in questo match è stato il centrocampo, stavolta però in maniera negativa. Il solo Biglia, tra l’altro neanche troppo libero di giostrare, non può assolutamente bastare e i suoi compagni quest’oggi erano quasi tutti sottotono. Altissima la quantità di passaggi sbagliati nella zona mediana, alcuni anche di una semplicità disarmante e regalati agli avversari. L’Empoli tiene a bada gli uomini di Pioli soprattutto nella zona centrale del campo e non si fa schiacciare anche senza apportare troppi pericoli. La Lazio sembra priva del solito mordente e della solita cattiveria agonistica, le cosiddette ‘seconde palle’ sono regolarmente preda dei toscani. L’atteggiamento all’interno della partita non è presuntuoso, ma forse lo è stato quello con cui la Lazio è scesa in campo o ha preparato la partita, non sottovalutando gli avversari ma facendo un po’ troppo affidamento sul proprio stato di grazia. Nel secondo tempo non va assolutamente meglio per i capitolini, che nei primi dieci minuti subiscono due gol senza neanche rendersene conto, ed entrambi su calci piazzati, un tallone d’Achille che non può e non deve rimanere tale ancora a lungo. Ciò che preoccupa maggiormente è che la reazione vera e propria non c’è dopo le reti empolesi. Il gol di Djordjevic arriva dopo una pressione costante ma anche in questo caso è la conclusione di un’altra fiammata. Insomma la Lazio ha creato delle occasioni vere solo per dieci minuti sui 95 totali del match e questo non può essere un dettaglio da trascurare.

PIOLI E PAROLO, SPECCHIO DEL MATCH – Nel postpartita sono opposte per certi versi ma vere entrambe le parole di Stefano PIOLI e Marco PAROLO. Come ha fatto notare il mister l’Empoli non ha praticamente mai tirato in porta se si escludono i due gol, ma la differenza l’ha fatta il resto dei minuti in campo, soprattutto nella gestione della palla. Lo spirito giusto la Lazio ci ha provato a mostrarlo ma in verità non ci è riuscita granchè, forse un po’ sulle gambe e con alcuni uomini chiave non al meglio. Le considerazioni del centrocampista ex Parma invece sono significative: “Sconfitte come queste servono per farci fare un bel bagno d’umiltà”, e queste costituiscono un po’ il manifesto della partita del ‘Castellani’, un po’ quello che dicevamo prima. Non è una partita del tutto da buttare, non lo è per l’avversaria non facile da affrontare ma lo è per il momento in cui è arrivata questa sconfitta, ovvero proprio nel momento dell’ultimo sforzo prima della sosta. Una sosta che ora lascerà inevitabilmente un amaro in bocca bello forte, almeno fino all’immediata vigilia della sfida dell’Olimpico contro la Juve del 22 novembre prossimo. E’ mancata concretezza è vero, ma è mancata l’aggressività e forse la freschezza per attuare il solito pressing.

UOMINI CHIAVE SOTTOTONO, MA I CAMBI NON AIUTANO – Come da diverso tempo a questa parte Lucas BIGLIA si conferma la vera anima del centrocampo, oggi un po’ ingabbiato ma sempre nel vivo del gioco in entrambe le fasi. Male MAURI che però è stato costretto ad uscire a fine primo tempo per dei problemi muscolari. Non benissimo anche CIANI, spesso impreciso e frettoloso nelle chiusure, soprattutto insicuro e impacciato, preferisce sempre spazzare piuttosto che cercare un passaggio; si perde anche Barba in occasione del primo gol. Tutto il contrario di un DE VRIJ che anche oggi è stato leader vero della difesa, per lui zero sbavature e personalità da vendere. BRAAFHEID è apparso un po’ appannato, mentre CAVANDA è calato un po’ in fase difensiva ma la sua prestazione rimane buona. Stanchissimo è sembrato Marco PAROLO e come potrebbe essere diversamente? Quella di oggi è stata la prima sostituzione per lui in tutta la stagione dopo che non aveva saltato nemmeno un secondo di tutte le partite ufficiali in stagione. Non bene CANDREVA nel primo tempo, nettamente cresciuto nella ripresa, è il vero e proprio fulcro della manovra offensiva, che passa solo da destra, come in occasione del gol di Djordjevic. Un po’ stanco soprattutto nei secondi 45 anche LULIC, che ancora non ha recuperato al 100% dai problemi fisici, mentre EDERSON era alla prima vera partita dopo quasi dieci mesi e l’assaggio di campo contro il Cagliari. Come il brasiliano anche gli altri due cambi non aiutano molto la Lazio: KLOSE rimane imbottigliato nell’area avversaria e quasi non tocca palla, mentre FELIPE ANDERSON non viene cercato abbastanza. L’ex Santos nelle pochissime volte che ha liberato la sua corsa è risultato assolutamente imprendibile e potenzialmente letale; gli uomini di Pioli però non hanno più giocato sulla sinistra preferendo sempre un Candreva ottimo, ma non più lucidissimo.

IN UN POMERIGGIO NERO, C’E’ QUALCOSA DI BUONO – Quella del ‘Castellani’ è una sconfitta che brucia ma che come ha ribadito Pioli, non pregiudica la crescita della Lazio. E’ vero, mai come stavolta è mancato davvero un soldo per fare la lira che avrebbe definitivamente lanciato i Pioli-boys ai vertici, i rimpianti ci sono e forse sono maggiori degli stop contro Genoa e Udinese, proprio per il momento e la valenza della gara. In questo pomeriggio comunque negativo un paio di piccole note positive ci sono e non sono da sottovalutare. Come prima cosa nessuno dei diffidati si è fatto ammonire e a meno di clamorose tragedie dell’ultima ora, contro la Juve ci saranno sia LULIC, sia PAROLO che MARCHETTI. L’altro è il ritorno al gol di Filip DJORDJEVIC, che non gonfiava la rete da tre partite dopo i cinque gol in 270 minuti. Un’astinenza che aveva fatto nascere i primi mugugni, che aveva fatto pensare a un effetto-Djordjevic già finito: per questo la rete del serbo è di importanza capitale.

E’ LA SCONFITTA PEGGIORE DELLA STAGIONE? Quella del ‘Castellani si presentava come un’occasione d’oro per la Lazio di andare al riposo nella sosta con il morale alle stelle per poi presentarsi al massimo contro la Juve grazie ai vari rientri eccellenti. Soprattutto per sfruttare gli scontri diretti tra Fiorentina e Napoli e tra Sampdoria e Milan, per agguantare così il terzo posto stavolta in solitaria e non perdere contatto con il duo di testa. Insomma bisognava vincere per tanti motivi. Come non detto.

Francesco Iucca

TWITTER: @francescoiucca

 

 

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