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L’ex BERUATTO: “PETKOVIC coraggioso facendo giocare KEITA, ma ci vuole pazienza. MARCHETTI? E’ lui l’erede di BUFFON”
Sulla lettera di Lotito ai tifosi biancocelesti: “Il tifo laziale non viene mai a mancare, ma si può sempre fare meglio. Roma è una piazza difficilissima…”
NOTIZIE SS LAZIO- Tre anni con la maglia della Lazio (1987-1990) e poi allenatore delle giovanili biancocelesti dal 1992 al 1998 fino ad arrivare a Palermo, dove è stato recentemente il secondo di Gennaro Gattuso sulla panchina rosanero. Paolo è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio 100.7, per dire la sua sulla situazione in casa Lazio e su altri temi. “La Lazio deve recuperare terreno, sicuramente contro il Parma ha fatto un’ottima partita, i risultati potevano essere diversi, ma l’importante è la prestazione. Vorrei sottolineare il coraggio dell’allenatore nel far giocare un ragazzo del 95, che è stato poi così incisivo. I giocatori giovani per imparare hanno bisogno di giocare e di sbagliare, la conseguenza è che ci vuole tempo. In linea generale bisogna avere pazienza, cosa che non sembra appartenere alla mentalità italiana: vogliamo i giovani, ma li vogliamo subito. Si pretendono grandi cose senza dare loro tempo e possibilità di sbagliare, così si rallenta loro la crescità”. Lo stesso discorso vale per Gennaro Gattuso? “Anche lui ha bisogno di lavorare per crescere. E’ diretto, grintoso, vuol fare l’allenatore e ha tutte le caratteristiche per farlo. Sta seguendo tutte le tappe per il suo percorso. Palermo è una piazza difficile con un presidente complicato, ma tutto serve per crescere“. Sulla nazionale e il dualismo Marchetti–De Sanctis, con il romanista che pare aver superato il collega laziale. “Non penso che Prandelli abbia messo in discussione Marchetti. Senza nulla togliere a De Sanctis, ma l’erede di Buffon credo sia Marchetti, anche per l’età meno avanzata. Il portiere ha un ruolo molto delicato e penso che sulle qualità di Marchetti non ci siano dubbi, nonostante magari qualche situazione non proprio brillante che ha coinvolto il portiere biancoceleste”. In Italia c’è questa usanza, di giudicare troppo in fretta e, viceversa, esaltare altrettanto velocemente. “Sono pressioni esterne sul ragazzo. A 18 anni hai già tante aspettative su di te, se poi se ne aggiungono altre, diventa sempre più difficile trovare un equilibrio. Ed è proprio l’equilibrio che ti aiuta a crescere e a diventare un vero calciatore”. Sulla lettera di Claudio Lotito ai tifosi. “Io penso che il tifo laziale non venga mai a mancare, i tifosi sono attaccatissimi alla loro squadra. Ma si può sempre fare meglio, i biancocelesti hanno bisogno del loro supporto. Giocare in piazze importanti è complicato. Roma, poi, è un ambiente terribilmente difficile”.
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