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LOTITO si racconta: “Dietro ‘Libera la Lazio’ c’è una regia. La mia famiglia mi dà la forza, ma come padre sono colpevole”

Il presidente della Lazio aggiunge: “Faccio celebrare la messa rispettando le varie religioni dei nostri giocatori. A noi interessa anche l’uomo, e non a caso abbiamo Klose…”

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NOTIZIE SS LAZIO – “Chiedo a me stesso di mantenere intatta la mia identità e la mia forza interiore, per poterla usare con la collettività. Ogni cittadino deve dare il proprio contributo. E anch’io, da cittadino, voglio dare il mio contributo. Se mi viene chiesto di aiutare, sono pronto. A volte si confonde l’interesse collettivo con l’interesse corporativo”. Concetti già largamente espressi, ma Claudio LOTITO non si fa mai sfuggire l’occasione di riproporre con forza le sue intenzioni e la sua personalità. Così è stato anche nella notte, ospite al programma di Gigi Marzullo ‘Sottovoce’. “Io criticato? Quando qualcuno entra in un sistema consolidato, va a intaccare delle posizioni consolidate che non coincidono con chi vuole rimodernare questo sistema, per un interesse collettivo e non per un interesse di pochi. E’ un problema tipicamente italiano, non si vuole mai costruire qualcosa per l’interesse dei tutti. Io ho un carattere molto forte, ma sono anche sensibile”. La contestazione, più che altro lo scorso anno, si è marchiata anche con uno slogan ben preciso, quello di ‘Libera la Lazio’. “Portare quel cartello ci fa capire che dietro c’è una regia, anche perchè erano tutti uguali. Spero che la gente capisca che la mia presenza non sia un fattore negativo ma positivo. Quando presi la Lazio, aveva 550 milioni di debiti, molti la ritenevano una sfida impossibile ma poi i fatti mi hanno dato ragione. Prima c’erano la mentalità di vincere a qualsiasi prezzo. Oggi, oltre che al risultato sportivo, è necessario guardare a una buona condizione economica e questo lo ha stabilito anche la Uefa con il fair-play finanziario. Bisogna raggiungere gli obiettivi prefissati, ma si deve preservare anche il patrimonio economico. A volte queste cose non vengono capite da tutti, perchè si pensa solo all’aspetto sportivo e non a quello economico. Io perdono? Non devo perdonare nessuno, non ho questo diritto. La Lazio è una delle poche società che esce in utile, ha raggiunto determinati risultati sportivi: la Lazio ha vinto 3 trofei ed è fortissima nei settori giovanili. Prima avevamo nove giocatori, adesso abbiamo patrimoni. Siamo l’unica società ad avere una tv, radio e rivista”.  Lotito però non è solo Lazio, ma da qualche tempo vuol dire anche Italia, con l’elezione a consigliere federale, primo sostenitore del presidente Tavecchio, che molti ritengono un burattino.“Le solite dicerie per destabilizzare. Io e il presidente stiamo seguendo un percorso e cercheremo di arrivare alla fine. Vogliamo rimodernare questo sistema e riscoprire i valori autentici dello sport. E questi atteggiamenti si vedono nella Nazionale, anche grazie a un allenatore come Conte. Unire lega di A e lega di B? E’ un’invenzione giornalistica. Una vera pazzia! Io non ho mai detto una cosa del genere. Ritengo invece che nel tempo si possano creare delle condizioni per avere due leghe. Come al solito leggo queste cose solo sui soliti due giornali. Non voglio avere un controllo su niente in lega: siamo 20, in 17 hanno deciso di seguire la stessa linea. Succede la stessa cosa in serie B e in Lega Pro. Ma ciò non viene accettato da tutti. Noi però vogliamo un sistema democratico basato sul valore dei voti”. Un Lotito che nel bene o nel male è sempre costantemente al centro dell’attenzione. “Io non ho chiesto mai nulla a nessuno. Non spendo soldi per fare pubblicità. Forse qualcuno mi riconosce una buona capacità mediatica, nel bene o nel male. Infatti in positivo o in negativo si parla spesso di me. Bisogna uscire da una posizione faresaica”. Poi il discorso cambia tenore e argomento, passando a trattare dlla vita privata del presidente. “Ho avuto una grande ricchezza dalla mia famiglia. Mio padre lavorava nelle istituzioni, diceva avrei avuto una grande cultura. Mia madre insegnava. Era molto religiosa, mi esortava ad andare a messa, ma non perché lo sentissi come obbligo, ma perché fosse un sentimento autentico. Mi confesso, faccio la comunione. Ritengo che il rapporto con Dio sia fondamentale. Io penso che nella vita chiunque debba mettere le proprie capacità a disposizione di tutti. Ho una sorella. Come padre sono colpevole, in quanto sono assente dalla mia vita familiare. Non ho visto crescere mio figlio, che ormai ha già 17 anni. Mia moglie é stata bravissima a spiegargli la figura del padre nonostante io non ci fossi. Ma la famiglia mi dà la forza di andare avanti. Solo un figlio? scelta di mia moglie”. Poi la Lazio. “Abbiamo costruito una squadra con intelligenza, non solo con qualità tecniche ma anche morali. Faccio celebrare la messa rispettando le varie religioni dei nostri giocatori. A noi interessa anche l’uomo, e non a caso abbiamo Klose. Se nel girone di ritorno preferirei perdere con il Milan di Berlusconi o con la Fiorentina di Della Valle? Preferisco non perdere. Nella partita d’andata con il Milan abbiamo perso immeritatamente, con la invece Fiorentina abbiamo vinto. Sia nel bene che nel male dobbiamo far tesoro dell’esperienza sul campo. L’aquila del -9? Ho cercato di creare una forma di collegamento tra tifo e società. Un linguaggio empatico legato ai simboli di questo club. La Lazio è la prima squadra della Capitale, non ce lo dimentichiamo. L’aquila è il nostro simbolo, simbolo di fierezza e libertà ed era il simbolo romano. Io sono tifoso della Lazio da quando avevo sei anni. Mio figlio è un appassionato di calcio e tifa Lazio”. Sui rapporti con la Roma. “Formalmente, i rapporti con la Roma sono buoni. Dal punto di vista politico invece non andiamo tanto bene. Loro sono legati a una diversa posizione all’interno della lega, infatti hanno votato contro Tavecchio. Mi auguro che un giorno capiranno l’importanza di fare sistema. Io cerco di essere una persona pratica. Il mio sogno è di svegliarmi un giorno in un paese nel quale tutto funziona, dove tutti sorridono e tutti vengono rispettati. Sono razionalista. Se ho pianto per una donna? Io purtroppo sono stato educato alla razionalità, e ho la capacità di controllarmi. Anche in situazioni di difficoltà ho sopportato cose che altri non ci riescono. Ma ho sempre fatto tesoro delle esperienze, anche di quelle negative. Uno deve acquisire quella forza per avere un comportamento corretto. Se ho mai fatto soffrire una donna? Mi coglie impreparato. Nella gioventù, forse. Ma sono entrato nel sistema lavorativo molto presto e gli impegni mi hanno distolto dalla vita personale. Il primo bacio? A 12-13 anni”. 

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