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UNO SGUARDO ALLA SERIE A: “Il buono, il brutto e il cattivo” di Marco Piccari

l telecronista Mediaset analizza l’ultima giornata di campionato soffermandosi sui tre momenti più salienti…

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IL BUONO, IL BRUTTO E IL CATTIVO – Nuova puntata della rubrica “Il buono, il brutto e il cattivo”, dove il telecronista Mediaset Marco Piccari, in esclusiva per Lazionews.eu, si sofferma sui tre personaggi che più hanno caratterizzato l’ultimo turno di campionato. Ecco i protagonisti della 17° giornata:

Il Buono: Pioli

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17 partite 31 reti per trovare numeri migliori bisogna risalire alla stagione 2002-03, quando in panchina c’era Roberto Mancini che con le stesse partite realizzò 33 gol. Andando avanti nella statistica notiamo che 20 sono i gol dei centrocampisti e 10 sono i punti in più rispetto allo scorso campionato. Questi i numeri di Pioli che alla ripresa del campionato dopo la sosta, con il 3-0 alla Samp, lancia la Lazio sempre più al terzo posto. Ma se i numeri non convincono guardiamo il gioco. La Lazio prova sempre a fare la partita, aggredisce l’avversario con un pressing alto e quando serve, soprattutto contro la Samp, sa aspettare per poi ripartite. La manovra si sviluppa di frequente sulle corsie dove gli esterni alti e bassi hanno tecnica e corsa per sfondare il muro avversario. In mezzo al campo il mix di qualità e quantità garantisce alla squadra numerose soluzioni sia palla al piede che senza. Due i punti dove la Lazio deve migliorare. 1) un maggiore equilibrio in fase difensiva, troppo spesso concede ripartenze agli avversari. 2) una crescita di personalità necessaria per gestire situazione di difficoltà. Detto questo il miglioramento della squadra è evidente e molto è merito di Stefano Pioli che ha saputo trovare modulo e idee giuste per volare nella parte alta della classifica. Un Lazio così non si vedeva dai tempi di Roberto Mancini allenatore. Dopo la banda del Mancio ecco quella di Pioli…

Il Brutto: il gol non gol

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Altro caso di gol non gol e altra polemica. Tutto è accaduto in Udinese – Roma. Al 17esimo del primo tempo Astori colpisce di testa la palla sbatte sulla traversa e rimbalza a terra a cavallo della linea di porta. L’arbitro Guida prima non convalida il gol e poi cambia idea, nonostante il parere contrario dell’assistente di porta Maresca. Rivedendo la moviola si tratta sicuramente di una situazione al limite e di difficile soluzione. Detto questo la cosa che lascia tutti perplessi è la scelta dell’arbitro Guida che lontano dalla porta, impallato e in diagonale convalida la rete smentendo l’assistente di porta, che meglio posizionato, non aveva dato il gol. Una situazione che denota due fattori. 1) l’inutilità degli assistenti di porta, la cui decisione non ha nessun peso sull’arbitro anche nei casi dubbi. 2) Nel 2015 ancora si discute sul gol non gol, non praticando la strada della tecnologia intrapresa dalla premier, strada che consentirebbe di evitare discussioni e polemiche inutili con un semplice sensore che segnalerebbe all’arbitro la realtà dell’accaduto. A quando il cambiamento? E’ possibile che in queste cose il nostro paese arrivi sempre dopo alimentando continui sospetti? Ai posteri l’ardua sentenza.

Il Cattivo: Osvaldo

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Il cattivo di questa settimana è Daniel Pablo Osvaldo. In Juventus – Inter l’ex attaccante della Roma, ci ha riportato alla mente il calcio dell’oratorio o dei campetti di periferia e molti si sono rivisti nell’attaccante. Nel secondo tempo in un’azione di contropiede dei nerazzurri sono partiti Icardi e a rimorchio Osvaldo, arrivati al limite dell’area di rigore il primo non ha passato il pallone al secondo meglio posizionato. Un mancato passaggio che ha mandato su tutte le furie Osvaldo che avrebbe divorato Icardi. Una scena non certo professionale ma comunque passionale e fortemente legata all’idea del pallone. Sarà capitato a tutti, nel giocare a calcio, di arrabbiarsi e insultare il proprio compagno per un mancato passaggio. Un scena dal sapore antico, una scena vera, una scena di calcio. Forse la prossima volta Icardi prima di tirare si guarderà intorno.

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