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Gabriele PAPARELLI: “Le scritte? Come si fa dopo 34 anni ad insultare un padre di famiglia morto allo stadio?”

Il figlio del tifoso biancoceleste morto allo stadio nel 1979 ha poi ringraziato i tifosi laziali: “Mi hanno riservato una solidarietà incredibile e in meno di 10 ore il graffito era già scomparso”…

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(getty images)

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NOTIZIE SS LAZIO – Qualche giorno fa, in zona Prati, è comparsa nuovamente una scritta ingiuriosa alla memoria di PAPARELLI e il figlio, GABRIELE, intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio 100.7 ha commentato questa brutta pagina di cronaca:

Sulle scritte contro suo padre
“Sta diventando un incubo senza fine. E’ una cosa incomprensibile: come si fa dopo 34 anni ad insultare un padre di famiglia morto allo stadio? Come è possibile che nessuno riesce a capire che Vincenzo Paparelli vorrebbe riposare in pace? La scritta? In meno di 10 ore è scomparsa grazie ai tifosi che mi hanno riservato una solidarietà incredibile. Come ho già detto in passato, tutto questo è come un coltello che gira e rigira in una ferita, senza che questa possa rimarginarsi. A distanza di così tanti anni è davvero incomprensibile riuscire a capire come si possa offendere una persona morta allo stadio. Oggi ho più di 40, ma a 8-9 anni mi scrivevano 10-100-1000 Paparelli sul banco. Speriamo che sia l’ultima volte mi trovo a commentare questi eventi”.

Sulla chiusura della Nord
“Da tifosi, che fino allo scorso anno , io di ‘buu’ ne ho sentiti sempre molto pochi. Generalizzare è una cosa poco carina per il tifoso che va allo stadio semplicemente per tifare. Anche a me è capitato di fare qualche ‘buu’ ma non solo a giocatori di colore, ma anche a bianchi: non è una questione di razzismo ma solo intimidatorio. Poi è innegabile che alcuni si accaniscono su alcuni giocatori e dovrebbero evitare. Allo stadio si va solo per tifare: tutto il resto, la politica, i morti, i feriti, gli accoltellati non c’entrano”.

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