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Farris: “Non ci aspettavamo questa classifica. Inzaghi? Un amico”

FORMELLO – Il vice di Inzaghi parla del momento della Lazio…

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FORMELLO – Dopo Anderson è la volta di Massimiliano Farris. Intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio 89.3, il vice di Inzaghi, ha parlato dell’esperienza in prima squadra e la cooperazione con il tecnico biancoceleste.

“L’amicizia e la cooperazione con Simone Inzaghi sono nate in maniera casuale, ci siamo conosciuti solo perché ci hanno presentato e dopo varie chiacchierate abbiamo deciso di iniziare a collaborare, avevamo in comune la stessa idea di calcio e la pensavamo ugualmente anche su come gestire lo spogliatoio. La posizione in classifica penso che sia molto buona per ora anche se si può sempre fare qualcosa in più, ma siamo in linea con quelli che erano e sono gli obiettivi che ci siamo posti in estate, ossia tornare in Europa. Quando quest’anno ci siamo visti ad Auronzo abbiamo iniziato a lavorare fin da subito con umiltà e voglia, quella che Inzaghi ha sempre avuto. Stiamo facendo bene e stiamo dimostrando che valiamo, impegnandoci con entusiasmo. Il gioco si può sempre migliorare. Il processo di crescita include anche le sconfitte e i pareggi, ma naturalmente se avessimo evitato il gol di Khedira contro la Juventus in questo momento saremmo stati diversi, allo stesso modo se non avessimo vinto ad Udine esprimendo un grande calcio”.

Il momento della Lazio

 “Con l’Empoli invece sono arrivati i punti e non il gioco, ma a volte ci sta, vittorie del genere ti danno convinzione. Siamo in crescita, ma non ancora una grande squadra forse. Però penso che nessuno si aspettava che a questo punto fossimo lì in classifica. La Juve gioca da tanto insieme, si conoscono da tempo. Si vede che sono forti tecnicamente e mentalmente, la Lazio sta diventando, almeno spero, questo tipo di squadra, anche se preferisco sempre vincere immeritamente con l’Empoli e portare i 3 punti a casa che perdere con amarezza per aver giocato meglio come a Milano. Io e Simone non abbiamo mai affrontato una partita come con il Milan, devo essere sincero”.

Gli inizi

“Abbiamo iniziato a lavorare con la prima squadra dopo l’esonero di Pioli. Stavamo vedendo il derby, ci chiamano dicendoci se potevamo traghettare la Lazio fino alla fine del campionato e in caso di approdo in Europa continuare a collaborare anche il prossimo anno. Accettammo e andammo in ritiro a Norcia. La prima settimana eravamo un po’ ansiosi e impauriti sia di iniziare che di sbagliare, però la squadra si fidava di Simone fin da subito come uomo perché tutti si impegnavano al massimo in quello che chiedeva. Poi i risultati sono iniziati ad arrivare. A Bergamo da allenatore forse è stata l’emozione più bella. Inzaghi ha il grande pregio di non preferire nessun giocatore a qualcun altro. Se hai maschere o ti comporti in modo diverso in base ai contesti soprattutto se hai quel ruolo i ragazzi se ne accorgono e non tendono a fidarsi, lui è autentico sempre. Naturalmente i giocatori esperti con un atteggiamento del genere lavorano meglio e rendono di più rispetto a quelli più giovani. Lo staff è un gruppo molto affiatato all’interno dello spogliatoio, c’è molto serenità e grande voglia di arrivare ai risultati impegnandosi. Con la Juve abbiamo deciso di cambiare modulo e da lì in poi è venuto da sé riproporlo. Abbiamo ragionato e poi messo in atto. Con il Pescara invece avevamo fatto caso che chi aveva giocato a quattro dietro aveva avuto delle difficoltà, quindi ci siamo detti, perché non riusarlo vista anche la bella prestazione contro i bianconeri. Felipe a centrocampo come esterno dei 5 è il giocatore con più dribbling in serie A”.

Il modulo

 “Abbiamo visto che partendo dal basso può essere più utile. In quella posizione con l’allungo che ha, può dare di più una mano. Il 3-5-2 e il 4-3-3 sono moduli che sono nelle nostre corde, ma anche i loro derivati. Nello spogliatoio c’è grande umanità e de Vrij è eccezionale. Ha sofferto tantissimo, ma ha sempre una grande voglia di recuperare e di allenarsi. È uno dei migliori difensori al mondo. A volte è lui che ci spiega durante gli allenamenti come muoverci nelle azioni difensive per rendere al meglio. Non avevo mai pensato di arrivare fino a questo punto. Simone ha la Lazio dentro e gli sono riconoscente perché senza di lui non sarei mai qui. Il mio modulo preferito è il 4-3-3 perché l’ho sempre adottato, però insomma dipende sempre dagli interpreti e dalle necessità della squadra. Vincere la Coppa Italia la mia soddisfazione più bella fino a qui, mia figlia era in curva. Sono orgoglioso di averla vinta in rimonta contro la Roma, perché così è stato più bello, ho visto tutta la gioia dei ragazzi e della dirigenza alla fine di quella partita, è stato veramente emozionante”.

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