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CORRIERE DELLO SPORT. Lazio, fallimento mercato, niente top-player e rosa indebolita

Una sintesi dell’articolo de “Il Corriere dello Sport”

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CORRIERE DELLO SPORT.  Lazio, fallimento mercato, niente top-player e rosa indebolita

I mancati arrivi di Honda, Nilmar e Krasic e una rosa inadeguata per competere su tre competizioni

(getty images)

L’errore fatale della Lazio, incapace di cogliere l’opportunità del mercato invernale, è stato quello di aspettare fine gennaio e di non giocare d’anticipo, recependo i segnali del campo. Il ds Tare, presentando Candreva, lo ha spiegato dieci giorni fa. S’è avvicinato a Honda, già messo nel mirino per giugno, offrendo 13 milioni al Cska Mosca e ha tentato in extremis di rimediare prendendo Nilmar, che ne costava 11, dal Villarreal. Reja spingeva fortemente per Krasic, si era sbilanciato, e sono stati persi giorni preziosi, perché sul più bello e quando la Juve era pronta a dire sì, il serbo ha tradito la Lazio. La società biancoceleste voleva solo top-player, capaci di migliorare la squadra. Lo stesso investimento compiuto per l’uruguaiano Alfaro, chiuso il 6 gennaio, testimonia come le idee fossero scolpite e lontane dalle esigenze di Reja. Tra i colpi da urlo (Honda o Nilmar) e il solo prestito di Candreva, il passo è stato forse troppo lungo. E’ come se la Lazio avesse trascurato l’ovvio, la normalità e sia stata beffata dalla lunga catena di infortuni, che si sono aggiunti nel momento più delicato  della stagione. Il Palermo, per esempio, ha preso Donati dal Bari al solo costo dello stipendio. Il Milan ha puntato su Muntari e Maxi Lopez per aiutare un organico messo a dura prova dagli impegni e dagli infortuni. L’Udinese ha puntato su Pazienza. Non fenomeni, ma giocatori affidabili: usato sicuro. La Lazio non lo ha fatto e sapendo, con presunzione, di rischiare.  Adesso Reja potrà recuperare i giocatori e arriverà bene in fondo al campionato: mancano solo 14 partite più il ritorno di Madrid, l’organico è sufficiente. Ma la Lazio non ha avuto le forze e i numeri per affrontare come avrebbe potuto le prime 11 partite ufficiali del 2012: in questo lasso di tempo è uscita dalla Coppa Italia e ha compromesso l’Europa, stressando ancora di più i suoi giocatori. E poi servivano i mediani, non i trequartisti. Lotito e Tare hanno lavorato in uscita. Sculli ha chiesto di tornare al Genoa e non è stato possibile fermarlo. Reja così ha perso una pedina tattica preziosissima per il 4-4-2. Cisse non ha lasciato rimpianti: Rocchi e Kozak segnano di più, Alfaro è un investimento. Stendardo avrebbe fatto comodo, ha pagato il rapporto incrinato con la società: per cinque mesi ha fatto tribuna, quando è andato via, sono finiti i difensori. Semmai ci sarebbe da chiedersi perché l’estate scorsa si sia deciso di puntare su Stankevicius, che si è rivelato inadeguato. Serviva un centrale di livello da affiancare a Diakitè e alla coppia Biava-Dias, ultratrentenni. Si poteva scegliere di meglio.

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