«Minacciato con un fucile dalla polizia»

RASSEGNA STAMPA SS LAZIO – Dalle colonne dell’edizione odierna de ‘Il Tempo’ si legge un’intervista a Damiano STAZI, uno dei supporters della LAZIO tornati da Varsavia dopo la drammatica vicenda in Polonia. Ecco uno stralcio della sua storia.«Sono scosso. Non è facile tornare alla vita normale dopo più di due settimane in cella. Mi sembrava di essere stato catapultato in un’altra vita. Ricordo che l’inferno è scoppiato all’improvviso mentre andavamo allo stadio scortati dalla Polizia.  Sentivo gente gridare e vedevo tutti correre. Ho avuto paura e ho iniziato a correre anch’io. Poco dopo sono stato raggiunto da un gruppo di agenti in divisa anti-sommossa, che mi hanno circondato. Uno di loro mi ha puntato un fucile contro. Mi  hanno spinto in terra, avevo la faccia sull’asfalto e tra il cappuccio del giacchetto e la sciarpetta della Lazio faticavo a respirare. Mi hanno ammanettato. Più tardi mi hanno accusato di aver contravvenuto a una legge che vieta di girare in strada a volto coperto. Ma io non avevo un passamontagna, mi difendevo solo dal freddo. In carcere ci hanno trattato abbastanza bene anche se alcune guardie ci deridevamo e cercavano di umiliarci. La paura l’ho avuta soprattutto quando ho saputo che era stata rigettata la mia istanza di scarcerazione. Lì ho pensato che fosse davvero finita e mi sono rassegnato all’idea di dover trascorrere novanta giorni in galera. Poi mio padre, nella seconda istanza ha convinto i giudici che mi hanno lasciato andare con 7200 euro. A me è andata bene ma ci sono ancora nove ragazzi reclusi ingiustamente. Spero possano uscire presto anche se sono consapevole che non tutti i genitori possono permettersi di pagare una cauzione così alta».