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Nasce la scuola calcio “Marco Parolo”: “Un giorno insegnerò il calcio ai bambini”

NOTIZIE LAZIO – Il centrocampista: “Speriamo che all’Europeo vada meglio che all’ultimo Mondiale”…

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NOTIZIE LAZIO – Una carriera iniziata nel Torino Club, società giovanile con sede a Gallarate. Per ringraziare il club da cui tutto è cominciato, Marco Parolo ha deciso di inaugurare una scuola calcio. Domenica infatti aprirà ufficialmente i battenti il Torino Club scuola calcio Marco Parolo. In merito all’evento, il centrocampista ha rilasciato un’intervista ai microfoni de laprovinciadivarese.it.

Marco, come mai hai deciso di iniziare questo progetto con la scuola calcio?

“Ammetto che questa è un’idea che ho sempre avuto in testa. In realtà, il mio sogno era quello di aprire una scuola calcio una volta smesso di giocare, però si è presentata questa opportunità che ho colto al volo. La mia idea è quella di trasmettere ai bambini il mio percorso ed insegnare loro a giocare a calcio. È un progetto che volevo assolutamente portare avanti con il Torino Club, sono contento di poter iniziare con loro un progetto del genere. Ora abbiamo messo le basi, ed è un orgoglio per me, un simbolo di riconoscenza verso chi mi ha cresciuto e mi ha lanciato in questo mondo”.

Quali valori ti piacerebbe trasmettere ai bambini della scuola calcio Marco Parolo?

“Sicuramente vorrei che i bambini capiscano che il calcio è un divertimento e non un’ossessione. Così deve essere, a mio parere, perché tanti ragazzi con l’andare del tempo sentono la pressione del risultato e perdono di vista la gioia di giocare a pallone. Oltre al divertimento, è importante imparare a saper stare in gruppo, a rapportarsi con gli altri, e se hai la possibilità di progredire con la carriera, sono caratteristiche e valori che ti porti avanti con gli anni, non si perdono. Poi è chiaro, è bello anche insegnar loro l’aspetto più tecnico del calcio”.

Cosa rappresenta per te il Torino Club?

“Confesso di sentirmi fortunato per aver iniziato a giocare a calcio in questo settore giovanile così serio ed importante. All’interno del club ci sono ancora alcuni allenatori che mi hanno cresciuto quando ero ragazzino. Sarebbe bello ridare forza a questa società che forse negli ultimi anni ha perso un pizzico di fama”.

Una volta che avrai smesso di giocare, quindi, il tuo futuro sarà qui?

“Ho iniziato questo progetto e voglio seguirlo in prima persona, non voglio limitarmi a dare il mio nome alla scuola calcio. Mio padre Daniele ora è presidente, ma nel momento in cui sarò libero da impegni calcistici e avrò smesso di fare il professionista, mi piacerebbe iniziare a gestire da vicino questo progetto. Mi sono emozionato la prima volta che è stata indossata la maglia con il nuovo simbolo ed il mio nome, lo confesso”.

Che sensazione fa?

“È una soddisfazione, il logo è stato cambiato e riporta anche il mio nome. Vederlo per la prima sulla maglia è stata un’emozione forte, mi ha fatto ripensare al percorso che ho fatto, è una cosa bella e sono davvero orgoglioso che venga fatta. Mi hanno mandato le foto da Barcellona quando i ragazzi hanno partecipato ad uno dei più importanti eventi calcistici per settori giovanili, invitati dalla Fundacion Marcet”.

Quando hai capito di poter diventare un calciatore professionista?

“Abbastanza tardi, quando ero a Foligno. La vera svolta è stata lì, nonostante fino agli Allievi Regionali avessi giocato in una squadra dilettantistica. Credo sia importante non smettere mai di crederci, non è mai troppo tardi, se un ragazzo è convinto di avere le capacità giuste, non deve arrendersi. Prima o poi l’occasione arriva. È poi importante trovare persone ed allenatori che sappiano stimolarti nel modo giusto”.

Che rapporto ha Marco Parolo con la sua Gallarate?

“È casa mia, ogni volta che ci torno cerco di uscire a cena con gli amici. Mi mette sicurezza tornare nei luoghi in cui sono cresciuto. In futuro magari tornerò a vivere a Gallarate, di sicuro resta un luogo unico per me. Mi spiace solo che la città non abbia una sua squadra di rappresentanza: Busto ha la Pro Patria, Varese ha il Varese, Gallarate ora non ha squadra, è un vero peccato”.

Da un gallaratese ad un altro: Daniele Cassioli. A Roma vi siete incontrati, ci racconti come è andata?

“Molto bene, è stata una serata parecchio interessante e Daniele è una gran persona. Mi ha lasciato dentro tante emozioni, ha dimostrato di essere un esempio di come si affronta la vita”.

Ti aspettiamo tutti all’Europeo...

“Sento il vostro sostegno e vi ringrazio, speriamo vada meglio che all’ultimo Mondiale”.

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