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REJA: “Siamo lontani dai nostri tifosi: servirebbe meno cattiveria da parte dei soliti criticoni…”

Il tecnico biancoceleste ha aggiunto: “Vittoria iniezione di fiducia, ma dobbiamo giocare sempre come se fossimo 0-0. MARCHETTI? Parla l’abbraccio…”

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26.02 REJA conferenza Sofia

NOTIZIE SS LAZIO- Nel day after della vittoria contro la Fiorentina che ha visto l’ottima prestazione di tutta la Lazio, il tecnico biancoceleste Edy Reja è tornato sul match del ‘Franchi’, sulle frequenze di Lazio Style Radio 100.7, oltre che analizzare la distanza che intercorre tra la tifoseria biancoceleste e l’attuale società, a margine delle premiazioni avvenute quest’oggi a Coverciano per la “Panchina d’oro”. Ecco le sue parole:

REJA A MARGINE DELLA PREMIAZIONE DE “LA PANCHINA D’ORO” A COVERCIANO

Siamo molto distanti dai nostri tifosi, e questo fa si’ che a rimetterci molto sia la squadra, e mi dispiace, perché questi ragazzi vanno supportati. Senza il tifo allo stadio è chiaro che puoi avere delle difficoltà. Serve un po’ di buonsenso da una parte e dall’altra, meno cattiveria da parte dei soliti criticoni, che criticano tutto, ma il nostro è un ambiente fatto così, lo conosco da anni, fa parte un po’ della cultura. E’ chiaro che quando le cose vanno male, anche per eccesso d’amore nei confronti della società, vengono fuori delle critiche troppo esasperate. Quando sono arrivato ho trovato un gruppo molto spento ed ero preoccupato. Dopo una settimana era più dura di quello che credevo, e la fortuna è stata che conoscevo l’ossatura della squadra, ma siamo ancora all’inizio, mi piacerebbe che si continuasse questo processo di crescita. Non ci sono obiettivi stagionali. L’obiettivo è cercare di ottenere il massimo domenica dopo domenica e migliorare ancora, perché questa e’ una squadra che può migliorare ancora, soprattutto i giovani che ci devono dare una grossa mano: meno sufficienze, meno superficialità, più attenzione nel lavoro”

REJA A LAZIO STYLE RADIO 100.7

Nel girone di ritorno cammino importante.

“Dopo la buona prestazione in Bulgaria, vincere a Firenze in un momento deludente moralmente è stata un’iniezione di fiducia. Per lo score in campionato è fondamentale. I ragazzi riacquistano fiducia ed è una vittoria che ci voleva proprio per guardare al futuro. Il contraccolpo poteva essere grande, anche con le polemiche su Marchetti non era un momento facile. Considerando la prestazione anche di Marchetti sono più sereno a che se ci sono parecchie partite da affrontare.”

La Lazio a Sofia ha fatto una prestazione straordinaria. Peccato per la lettura sbagliata sul terzo gol.

“L’errore è partito a monte, anche con il loro centrale libero che nessuno andato a pressare sulla rimessa, poi una palla aerea che non bisogna far rimbalzare, poi c’è l’indecisione di Marchetti e Konko.”

Come si migliora?

“Con molta più attenzione, il problema della Lazio è che quando raggiunge un obiettivo in campo, la partita non deve essere finita e non dobbiamo cambiare atteggiamento; bisogna avere la stessa mentalità dello 0-0 perchè il calcio è così, con una leggerezza cambia la partita. Su questo bisogna migliorare.”

Il cambio tattico di Firenze?

“Ho avuto problemi con Ledesma, Konko che ha dovuto stringere i denti per 15 minuti nella ripresa per un problema al quadricipite, non avevo altre mosse disponibili, ho accentrato Radu e abbassato Lulic, ma non funzionava, così ho messo Novaretti per svettare, mi sono messo a 5. Soluzione provata anche due giorni prima, con le due punte consistenti fisicamente contro la Fiorentina. Interpretazione magistrale direi.”

 Non abbiamo finalizzato le ripartenze. 

“Manca lucidità sotto porta. Ci siamo trovati 3 contro due e non solo, bisogna avere più freddezza e lucidità , ma sono caratteristiche singole, non di tutti. In un momento più sereno si possono concretizzare queste situazioni. Durante la settimana stiamo lavorando benissimo anche con chi non gioca, fanno lo stesso lavoro dei titolari. C’è un impegno costante così, chi non gioca fa anche lavoro supplementare, e lo accetta. Chi viene chiamato può diventare determinante, come successo con il Ludogorets e anche ieri. Complimenti a loro, non è facile psicologicamente, devono capire che possono essere determinanti anche giocando dieci minuti.”

Su Marchetti.

“Non ci ho parlato, è bastato l’abbraccio a centrocampo, quando mi ha visto gli si sono accesi gli occhi, E’ stato un grande segnale, non è stato facile nè per lui nè per me. Io devo essere fedele al mio istinto e alla mia esperienza. L’avrei fatto altre mille volte, lui ha risposto benissimo.”

 Era molto carico.

“E’ una persona straordinaria, un uomo spogliatoio, carica molto i compagni, sull’attenzione e sulle  palle inattive. Era molto motivato, è stata una grande conquista. Complimenti a Berisha per quello che ha fatto, sarà pronto quando ce ne sarà bisogno, posso dormire sonni tranquilli, ma mi interessava il recupero di Marchetti, è una questione di testa. Puoi anche allenarti un anno, ma un portiere ha bisogno solo di giocare per ritrovare la condizione.”

Candreva non seguiva il suo marcatore, anche con il Ludogorets.

“Sulle fasce avevamo la possibilità di sfondare con lui e Lulic. Anche a Coverciano lo abbiamo imparato, ci siamo riusciti ma peccato per non aver concretizzato perchè le occasioni ci sono state. A volte andrebbe bene anche meno egoismo.”

I giovani hanno dimostrato di essere all’altezza.

“Sono ancora giovani, ma hanno fatto grandi prestazioni. Possono avere momenti positivi e non ,ma ho l’impressione che stiano maturando in maniera giusta, possono essere la nostra forza, bisogna dare seguito a tutto questo, hanno bisogno di circa 10 partite.”

Favorevole alla moviola?

“Si, ma solo sulle linee di porta, non che a ogni fallo ci si fermi. Solo per i casi importanti, o falli di reazione o rigori concessi con facilità.”

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