Simone INZAGHI, nessuna emozione nel dirigere il primo allenamento

RASSEGNA STAMPA SS LAZIO – Se erano emozionati? Dicono di no, noi siamo qui per allenarci e non certo per emozionarci. Però un pizzico, solo un pizzico grande così di stranezza l’avranno pur avvertita, sentita, percepita sotto i tacchetti quando Simone Inzaghi e non Alberto Bollini è entrato in campo e l’avvicendamento in Primavera è diventato realtà. Questo ribaltone ha creato non poche aspettative in un gruppo già coeso e carico, un gruppo che adesso seguirà in toto il nuovo maestro prima alla Viareggio Cup e dopo nella regular season del campionato, fino alle Final Eight per un finale di stagione tutto da vivere. Ma la riconoscenza è sacra, e infatti a Formello la gente ha salutato Bollini, voluto fortemente in prima squadra. Attestati di stima infinita, applausi, e se li è meritati. Dodici anni di Primavera, due scudetti e tre finali disputate più una semifinale scudetto sulla panchina della Fiorentina. Quattro anni di Serie C, nove di campionati dilettantistici: il salto in Serie A è arrivato. Lo ha voluto fortemente la società e lo ha voluto Reja. Bollini avrà comunque la “supervisione” della Primavera, perché il mondo dei giovani è quello che ama di più. Bollini lascia la Lazio Primavera prima in classifica e in semifinale di Coppa Italia. Nei giorni scorsi anche Tounkara aveva sottolineato il lavoro di Bollini attraverso Instagram. L’attaccante biancoceleste aveva postato una foto che lo ritrae proprio con l’ex allenatore e il compagno di squadra Keita accompagnata dal messaggio “Grazie mister ti meriti tutto. Grazie ancora”, come riportato sul Corriere dello Sport. Con Bollini la Primavera è tornata sul tetto d’Italia, con Inzaghi proverà a restarci.