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Klose sempre più Mito non fa rimpiangere Maurito

Il tedesco è l’autentico leader della stagione biancoceleste entrando nel cuore dei tifosi

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Klose sempre più Mito non fa rimpiangere Maurito

Il tedesco è l’autentico leader della stagione biancoceleste entrando nel cuore dei tifosi

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Miroslav Klose è sempre più il trascinatore e l’uomo squadra della Lazio. Il tedesco, forte della sua esperienza, si è messo la squadra sulle spalle e a suon di gol sta spingendo i biancocelesti sempre più in alto. L’impatto sulla serie A è stato da vero fuoriclasse. Nelle prime 18 partite il panzer è andato in gol ben 10 volte, anche se la rete contro l’Udinese viene considerata un autogol di Ferronetti. Reja lo ha elogiato in più di una circostanza definendolo il suo “regista d’attacco”. Miro corre, pressa, rientra a difendere e aiuta i suoi compagni. Ha 33 anni, ma si comporta come un ragazzino. Fisicamente sta benissimo e lo ha dimostrato in tutte le gare disputate. Si è presentato con una magia a San Siro, quando superò Nesta e con un preciso sinistro superò Abbiati. Si è ripetuto a Cesena, quando la sua rete regalò il successo e il cambio di marcia dopo un inizio così e così. Miro non si è più fermato e a Firenze è arrivata la prima rete di testa, autentico cavallo di battaglia del numero 25 biancoceleste.

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Poi la notte magica del derby e la sua rete al 93′ che ha regalato il derby alla Lazio scacciando l’incubo di un altro passo falso nella stracittadina.

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Due colpi di testa vincenti contro Catania e Cagliari e poi la splendida azione personale contro il Parma che ha regalato la rete a Sculli e la vittoria alla squadra. Una piccola pausa di quaranta giorni con due acciacchi alla caviglia prima di essere assoluto protagonista a Lecce con due reti e un assist per Cana che ha trascinato al successo la Lazio.

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 Contro l’Udinese, sette giorni più tardi, arriva un’altra magia, che prò vale solo il pari. Dopo la sosta natalizia e la scoppola subita a Siena, domenica è tornato l’uomo gol con uno splendido piattone che ha battuto Consigli. Klose ha parlato per la prima volta in italiano, cosa che per esempio Schumacher non ha mai fatto durante la sua permanenza in Ferrari. Un campione umile e vero. In Germania per seguirlo hanno comprato anche i diritti del campionato italiano. Miro ha cambiato la Lazio e ha fatto ricredere gli scettici che, al momento del suo acquisto avevano storto la bocca. Quattro gol in due anni sembravano un chiaro segnale di una carriera che andava scemando. Invece lavorando e giorno dopo giorno Klose ha fatto cambiare idea a tutti e i sostenitori lo hanno incoronato ribattezzandolo Mito. In attesa che si sblocchi Cisse, a secco da settembre, il tedesco si carica sulle spalle tutto il peso dell’attacco laziale e sembra non sentirne la fatica. Klose è riuscito anche nell’impresa di far dimenticare o comunque non far rimpiangere Mauro Zarate.

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L’agentino, idolo della Nord e dei supporters biancocelesti, passato all’ultimo minuto del mercato estivo all’Inter. Il sudamericano non è riuscito ad imporsi con la maglia neroazzurra, anzi ha dovuto subire nelle ultime due gare l’umiliazione di finire in tribuna. Ranieri ha detto che in allenamento fa il fenomeno, ma che non riesce a ripetersi in campo. Una storia che conoscono bene i supporters biancocelesti, ma che amavano a prescindere il talento argentino che nel primo anno nella capitale sotto la guida di Delio Rossi sembrava essere un vero fenomeno. Il secondo anno non è arrivata la conferma, i rapporti traballanti con Ballardini e Reja non lo hanno aiutato. Anche la terza stagione lo ha visto essere davvero troppo discontinuo e il rapporto con Reja si è definitivamente incrinato, portando la società a scegliere di privarsene. Il diritto di riscatto è fissato a 15,5 milioni di euro e sembra al momento quasi impossibile che il club di Moratti lo eserciti, quindi o l’argentino torna a Roma oppure bisogna trovargli un’altra sistemazione. Questo discorso tornerà di moda a giugno per il momento i tifosi della Lazio si tengono stretti Miro Mito Klose e ora gli chiedono di portare la squadra sempre più su per continuare a sognare.

 

Antoniomaria Pietoso

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