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MERCATO. DURANTE: “Fabio Santos? Non è un fenomeno ma in Serie A può starci”

L’agente FIFA fa anche un parallelo tra Hernanes e Lamela: “Non c’è storia tra i due…”

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MERCATO LAZIO – Intervenuto ai microfoni di Radio Sei, l’esperto di calcio sudamericano e agente FIFA Sabatino Durante commenta le voci dell’interessamento della Lazio per Fabio Santos, terzino del Corinthians classe ’85: “È un titolare fisso, uno che ha vinto la Libertadores, quindi lo rivedremo nel mondiale per club. Non è un fenomeno, come non lo sono ad esempio Balzaretti o Dossena, ma è un professionista serio che può fare un ottimo campionato in Brasile come in Italia. Sulle qualità tecniche del calciatore non si può dire nulla, ma quando si parla di questi ragazzi bisogna tener conto dell’incognita riguardante l’ambientamento. Parliamo di un  professionista, ma mentre per Balzaretti, ad esempio, non è stato un problema passare dal Palermo alla Roma, lo potrebbe essere per Fabio Santos, nonostante giochi con il Corinthians che non può essere paragonato neanche a Milan o Juventus per blasone o importanza, perché è una vera e propria religione. C’è da dire che è anche complicato portare via un calciatore a questa squadra intanto perché costano molto, se dovessi dire una cifra direi che la sua valutazione è 6-7 milioni di euro, e in più è uno che guadagna intorno al milione e mezzo di euro. Se assomiglia a Cesar? No, non proprio. Lui ha grande corsa, è uno che fa la fascia spesso. Ha un gran piede sia nei cross che nei calci di punizione e fa un’ottima fase offensiva. È uno che deve migliorare qualcosa in fase difensiva, ma lo potrebbe fare aggregandosi ad un gruppo importante come quello della Lazio. Se si toglie quel piccolo dubbio riguardante l’ambientamento, io credo che possa far la Serie A senza problemi”. Durante parla poi delle intuizioni del ds Tare che in Brasile ha sempre scovato giocatori di livello come Hernanes e Dias: “Tare può piacere o non piacere, ma è un uomo che se ne intende di calcio. Talvolta abbiamo avuto qualche discussione, ma ho una profonda stima per lui. È difficile decifrare i suoi progetti, lui non è uno che scopre le carte facilmente e non parla. Secondo me ha sempre un occhio in Brasile, ma è uno che non parla ed è indecifrabile, anche se vi assicuro che è uno che studia, che passa le notti a guardare le partite“. Infine l’ultima considerazione non poteva non essere sul derby di domenica: ““Nella gara tra i due gruppi brasiliani, sul piano di qualità e curriculum non c’è storia: la Roma ha acquistato un discreto giocatore come Castàn, anche se non adatto al gioco di Zeman e un calciatore come Piris, seppur paraguaiano, non è uno che arriva al 6, mentre gli altri due sono agazzi ancora non giudicabili. Chi vedo favorito? Se Petkovic imposta la gara così come ha fatto Stramaccioni, io credo che possa vincere, anche se la mia idea è che se le due formazioni giocano al meglio, vince la Roma. Ovviamente il derby è una partita diversa, che non si gioca tecnicamente ma psicologicamente. Hernanes-Lamela e Totti-Klose? Con tutto il rispetto che ho per Klose, che tra l’altro volevo portare a Perugia, Totti è Totti. Stiamo parlando di uno dei tre o quattro fuoriclasse del calcio italiano. Su Hernanes neanche mi pronuncio perché sapete come la penso, ma tra Klose e Totti non c’è storia, anche se so che questa è una radio che parla ai laziali, ma il giallorosso è un calciatore che appartiene alla storia del calcio italiano e credo che qualunque tifoso non possa togliersi il cappello di fronte ad uno come lui”.

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