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PAROLO: “Se diamo il 100% abbiamo pochi rivali. Mio figlio mi dà una carica in più”

Il centrocampista della Lazio e dell’Italia aggiunge: “A Genova la volta buona? Meglio stare zitti…”

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NOTIZIE SS LAZIO- E’ uno degli acquisti principali del mercato di gennaio, che ha spesso scatenato l’orgoglio della dirigenza biancoceleste. Marco PAROLO si è presentato con due gol in tre partite, una settimana perfetta con la nascita del figlio Dante e la rete al Cesena: non poteva andare meglio per il centrocampista della Nazionale italiana, che dopo l’allenamento mattutino è intervenuto negli studi della radio ufficiale biancoceleste ‘Lazio Style Radio 100.7’.

Esordio casalingo in campionato con gol e paternità. “Si il piccolo ci sta facendo impazzire più che altro il giorno, ma la fatica se la prende mia moglie, io sono sempre agli allenamenti. Oggi mi comincio a rendere conto, ma mi dà una carica in più, anche guardando la sua foto prima della partita e mi dà l’energia per dare ancora di più. La settimana ora va meglio e scivola più velocemente”. 

Come ti trovi con il gioco di Pioli? “L’inserimento dei centrocampisti è il nostro gioco, abbiamo gente brava a saltare l’uomo sulle fasce e noi dobbiamo dare un grosso contributo in fase realizzativa”.

In ritiro tanto lavoro col pallone. “Sicuramente aiuta, ma la fatica la fai lo stesso, i carichi sono gli stessi ma divisi diversamente. La preparazione è stata fatta per tenere questa condizione, poi ci sono alcuni che sono a livelli diversi. E’ una preparazione che piace e coinvolge, siamo concentrati e speriamo che duri”.

Pioli vuole fare la partita, ma non trascura gli avversari e il non possesso. “La prima fase è proprio quella, se siamo bravi subito come perdiamo palla le altre fanno fatica a ripartire e costruire gioco, e noi recuperiamo più palloni. Il mister è bravo a preparare la partita e ognuno sa quello che deve fare, con determinazione e concentrazione è normale che i risultati arrivino”.

Quanto conta la concentrazione? Pioli vi ha fatto un bel discorso. “Molto, tutto scatta quando vai in pullman allo stadio, ognuno si prepara a modo suo, io voglio trovare la concentrazione anche con un po’ di musica per trovare spensieratezza. La mia canzone? Ve la dico più avanti, facciamola durare”.

Genoa gara importante e la Lazio ha sempre faticato. E’ la volta buona? “Non lo diciamo, anche a San Siro doveva esserlo, ma se andiamo con la mentalità giusta e con la giusta attenzione, possiamo dire la nostra contro una squadra aggressiva e tosta ma se ci diamo una mano possiamo fare bene, il risultato è una conseguenza. Se diamo il 100% abbiamo pochi rivali. Il clima caldo allo stadio carica anche noi, così come in casa così al contrario, in trasferta hai voglia di far capire chi sei tu e che non te la fai sotto”.

Come ti trovi con Pioli  nel centrocampo a tre? “Molto bene, ho sempre fatto le due fasi e non ho mai lesinato corsa, tutti abbiamo questo spirito, anche le riserve, parliamo molto in campo e ci aiutiamo. Anche i nuovi e gli stranieri stanno comprendendo le parole chiave, ci conosciamo meglio. Sono tutte cose che messe insieme fanno crescere la squadra. Il mister vuole gente mobile che fa le due fasi”.

A che punto è l’integrazione dei nuovi? “Ci sono tantissimi margini, tra un paio di mesi possiamo dire la nostra davvero e capire veramente cosa possiamo fare e che tipo di squadra siamo; anche i nuovi si stanno aiutando a capire la lingua e il calcio italiano, miglioreranno sempre di più, poi i test saranno più difficili, ma i risultati positivi aiutano a lavorare meglio. Il gol con il Cesena? Volevo farmi perdonare e così è stato: un Parolo di parola (ride, ndr)! 

Quanto è importante l’affetto dei tifosi? “E’ bello che dovunque vai c’è una piazza biancoceleste, anche all’estero; quando vai in trasferta possiamo contare su di loro, hai voglia di renderli felici per i loro sacrifici. E’ il bello del calcio e vogliamo renderli orgogliosi di noi”.

Cosa significa avere una rosa lunga e di qualità? “E’ importante, sono un valore aggiunto che può cambiare la partita, deve essere una delle nostre forze , un’arma in più. Il mister li tiene tutti concentrati e sulle spine, pretende che tutti siano della partita. Mi piace molto ,vuol dire che c’è la stessa mentalità e che tutti remiamo dalla stessa parte così la barca può andare”.

Hai tatuaggi? “No, non mi piacciono. Poi penso al dopo, a guardarmi quando sarò più avanti con l’età. Non me ho bisogno”.

La passione per i cani? “Ho un cane da 45 chili, è bello portarlo in giro. Ora però la convivenza col bambino deve mettersi a posto, anche perché la sua bocca è grande quanto Dante. Si chiama Chef, che in tedesco vuol dire boss, infatti vuole comandare Se poi ci si mette anche Dante appendo chiavi e  pantaloni perché ho chiuso.”

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