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Italia, Buffon: “Spagna, Morata unico pericolo”

MONTPELLIER – Anche il portiere bianconero è intervenuto in conferenza stampa in vista di Italia-Spagna…

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MONTPELLIER – In vista di Italia-Spagna, in programma domani alle ore 18:00, anche Gigi Buffon ha preso la parola in conferenza stampa. Queste le sue dichiarazioni:

Sui consigli a Morata: “Era a inizio stagione, i ragazzi quando non attraversano momenti felici trovano alibi o si piangono addosso. Gli dissi che quando avrebbe smesso sarebbe poi tornato a fare la differenza. È giovane ma ascolta, si mette in discussione. La fine della stagione e l’Europeo è la conferma”.

Su Alvaro Morata“Sì, avevo detto che ha difficoltà psicologiche con il sorriso sulle labbra, è ancora un ragazzo ma non sa quanto è forte. C’è una dote dei grandi calciatori, di solito è sempre protagonista nelle partite importanti e spesso fa gol. Non è solo Morata, però è il terminale offensivo, per quello che sta facendo è il pericolo numero uno”.

Sulla carriera: “Quando sei a questi livelli non sei tu a decidere, ma sono le prestazioni e le scelte a cambiare le carte in tavola. Nella mia testa penso che proseguirò altri due anni, ai vertici, come ora. Se poi piaceranno anche al nuovo mister sarò contento di far parte della nazionale. Portieri in questo Europeo molti, alcuni mi hanno sorpreso positivamente, lasciando stare Neuer. Ieri mi è piaciuto molto Fabianski, poi ci sono altri portieri condizionati dalla propria squadra che, alla fine, non è andata avanti”.

Sulla competizione dei portieri: “Quando si rappresenta nazionali così importanti credo che ogni ruolo non ci sia certezza di titolarità. Credo in una specie di competizione e competitività che non dà a nessuno il pensarsi titolare. Penso sia normale nello sport. A questi livelli appena perdi un po’ hai qualcuno che ti può prendere il posto”.

Sulle emozioni: “C’è sempre molta emozione, il dopo gara importante è spesso condizionato dalla febbre. Non viene mai per niente, ma per come vivo determinate sfide. Ora ho una conoscenza maggiore, ma credo che la bellezza dello sport, anche a 38 anni, è quella di sentire e vivere per queste gare”.

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