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CACCIATORI: “Marchetti? E’ una questione di testa, non è più sicuro. Berisha titolare? Una gerarchia deve esserci…”

L’ex portiere biancoceleste aggiunge: ” Io continuerei con lui, ma il ragionamento di un allenatore potrebbe anche propendere per l’albanese. Poi, per recuperare un giocatore bisogna farlo giocare…”

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Collage BERISHA-MARCHETTI duello

NOTIZIE SS LAZIO – «MARCHETI? Per il primo gol non mi sentirei di giudicarlo, sono gol che si possono prendere. Nel secondo c’è un errore, oltre le indecisioni di Ciani, lo sbaglio di calcolo lì è del portiere. Sta attraversando una fase altalenante, denota una mancanza di serenità. E’ una questione di testa, non è il Marchetti sicuro, quasi spavaldo, di qualche tempo fa. Negli ultimi mesi, aldilà dell’infortunio non veniva da un momento felicissimo. Non credo non sia in forma, commette degli errori da ingenuo, questo di solito si può addebiatare ad una sicurezza che non c’è. Non so la squadra, non so l’ambiente, ma sicuramente il ragazzo non è tranquillo, non gioca con la scioltezza che aveva prima». Sono le parole dell’ex numero uno della LAZIO Massimo Cacciatori rilasciate ai microfoni di RadioSei. Poi aggiunge: «Forse ha influito anche il dualismo con Berisha, in più i mondiali alle porte non contribuiscono a renderlo più tranquillo. Mancanza di sicurezza è determinante non solo per il portiere, ovviamente riflette questa condizione a tutta la squadra».

Sulla gerarchie tra i pali
“Una gerarchia ci deve essere: chi titolare e chi in panchina. Nella Lazio, in un momento così, farei giocare chi mi da più garanzie. Da allenatore non sto a guardare la carta d’identità, metterei in campo chi ritengo mi possa dare di più. Però c’è da dire che devo tutelare un patrimonio, il ragazzo era candidato per il Brasile e adesso si vede tagliato fuori. Bisogna vedere gli equilibri, tra società e allenatore. Io continuerei con Marchetti, ma il ragionamento di un allenatore potrebbe anche propendere per Berisha. Poi, per recuperare un giocatore bisogna farlo giocare…”.

Sulla corsa della LAZIO per accedere all’Europa e il peso della contestazione
Ci sono 7 partite ancora, ci sono le possibilità per rientrare nelle coppe. Però conosco abbastanza bene l’ambiente biancoceleste, caloroso, splendido… Ma sicuramente questo continuo clima di contestazione non fa bene ai giocatori. Che poi non sia un alibi è ovvio, ma i giocatori sentono la tensione e può influenzarli. Questa squadra ha bisogno dei propri tifosi, non so chi abbia torto o ragione in questa situazione ma sicuramente non fa bene al gruppo. Forse sarebbe meglio aspettare la fine della stagione per contestare, e intanto continuare a star vicini alla squadra. Lotito ci ha abituati in questi anni a cose estemporanee, nel positivo e nel negativo. Probabilmente poteva fare qualcosa in più sotto il profilo del mercato. Parliamoci chiaro, non si può fare le nozze coi fichi… Ci sono dei ragazzi interessanti nel gruppo, che possono darti una mano, ma è stato ceduto Hernanes e non è stato adeguatamente rimpiazzato. Fortunamente ci sono quei giocatori che ti reggono la baracca: Candreva, Klose a fasi alterne. In difesa e al centrocampo qualcosa in più si doveva fare”. 

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