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La Lazio e il calciomercato: abbassato il monte ingaggi, ma dov’è il salto di qualità?

LAZIONEWS.EU – 14 milioni risparmiati in due anni, ma pochi investimenti. Sì ai giovani, ma i tifosi si aspettavano di più…

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LAZIONEWS.EUQualcosa di incompiuto, un fiore che non è sbocciato ancora del tutto. Il calciomercato della Lazio è stato l’ennesimo “Vorrei, ma non posso” della gestione Lotito: troppo importante il bilancio, dure e rigide le norme del fair play finanziario che la Uefa impone. E la Lazio, va detto, rimane tra i pochissimi club in linea totale con le normative europee.

L’UMORE DELLA PIAZZA – I tifosi però chiedevano qualcosa di più. Il 31 agosto si è chiusa la campagna acquisti: la Lazio ha ufficializzato Hoedt, Patric, Morrison, Milinkovic-Savic, Kishna, Matri e il ritorno di Mauri. Nessuno può dire che la società biancoceleste non si sia mossa, la piazza però sognava il grande colpo in grado di alzare qualitativamente il livello di una rosa già molto competitiva. E’ mancato il grande nome, l’uomo copertina, ma sono arrivati giovani interessanti e di prospettiva. Incognite, come lo era Felipe Anderson, ma come del resto lo era anche Barreto, così per dire un nome tra i flop della Lazio degli ultimi anni. Della serie: i giovani sono un investimento che possono diventare un capitale, ma non sempre. All’orizzonte c’era però la Champions League e servivano rinforzi pronti, subito, qui ed ora. Non domani e con il tempo. La Lazio non lo ha capito e la cocente eliminazione a Leverkusen ha rispecchiato in pieno l’inesperienza e l’incapacità di reggere certi tipi di pressione di una squadra ancora acerba.

SOLDI RISPARMIATI – L’obiettivo di questa sessione estiva, più che rinforzare la squadra in vista dell’Europa che conta, è sembrato un altro, chiaro e ben definito: abbassare il monte ingaggi della rosa biancoceleste. I numeri parlano chiaro: spulciando la rosa della prima squadra nella stagione 2014-15, il totale degli ingaggi dei calciatori era di 55,1 milioni lordi. Una cifra già abbassata rispetto alla stagione precedente, quando le casse societarie avevano esborsato una cifra vicina ai 62 milioni. Ora siamo a quota 48 milioni: 7 in meno dello scorso anno, 14 rispetto a due stagioni fa. A far tirare un sospiro di sollievo a Lotito sono stati gli addii di Cana (1.5 milioni netti di stipendio), Ederson (1.5), Ledesma (1.3), Gonzalez (1.1) e Ciani (0.9) e le partenze di Cavanda, Pereirinha, Perea e Sculli, giocatori poco utilizzati, ma comunque pagati regolarmente dal club di Formello. “Esuberi” come spesso vengono chiamati, poco utili al progetto tattico di Pioli e pagati profumatamente. Soldi risparmiati, che potevano essere reinvestiti sul mercato, per coprire quei buchi che la Lazio ha tutt’ora. Matri permettendo, serviva una punta di spessore internazionale e un vice Biglia non si è ancora visto. La qualificazione in Champions avrebbe forse aiutato con maggiori introiti e quindi più potere economico sul mercato, ma in Champions la Lazio doveva prima arrivarci. Rischiare oggi, per un risultato importante domani. Il solito gioco: l’uovo o la gallina? La Lazio, ancora una volta, ha scelto l’uovo.

Giorgio Marota
TWITTER: @GiorgioMarota

 

 

 

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