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Lovati sul nuovo staff: “Non li conosco, so che Rodia è parente di Lotito”. Poi su De Vrij…

SENTI CHI PARLA…DI LAZIO – L’ex ortopedico biancoceleste ha parlato dei nuovi arrivati…

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SENTI CHI PARLA…DI LAZIO – Stefano Lovati lascia la Lazio dopo 9 anni. L’ortopedico, figlio di Bob, ha parlato della sua esperienza a Formello sulle frequenze Radiosei: “Mi manca la Lazio? In realtà a livello di affetto la Lazio non mi mancherà mai. Sono andato via dopo nove anni di collaborazione, arrivai nel 2007: mi chiamò Sabatini dopo aver operato Ledesma. Questa estate abbiamo decido di terminare questo rapporto: il mio principale lavoro era un altro tra ospedali, convegni e studio privato, la Lazio era una cosa in più molto piacevole perché abbinavo la professione al cuore. A Formello avevo rapporti con il dottor Bianchini e Salvatori, quest’ultimo lavora con me da tanti anni; Bianchini ha fatto la trafila giovanile essendone una colonna portante. Con loro c’era un continuo scambio di idee e di telefonate per aggiornarmi quotidianamente, inizialmente non eravamo d’accordo su alcune scelte ma alla fine usciva sempre qualcosa di buono. Loro erano sempre presenti in campo, io l’ultimo anno andavo poco a Formello e meno allo stadio per motivi professionali, loro c’erano sempre, anche nella preparazione estiva. Chiaramente io ero un po’ defilato”.

Sui nuovi medici Massimo Razzano e Fabio Rodia: ”Non ho avuto alcun contatto con loro, non li conosco e non posso aiutarti, mi dicono solo che Rodia è conoscente/parente di Lotito. I motivi del mio distacco dalla Lazio? Non sono mai entrato in merito sulle scelte dei miei collaboratori, che fossero ortopedici o medici dello sport; Ivo Pulcini si occupa delle idoneità e ha un ruolo burocratico. Ci sono state sicuramente alcune vedute diverse, non sulla scelta dei medici quanto per un miglioramento interno, avrei voluto integrare lo staff con persone nuove così come investire nell’adeguamento delle strutture; molte volte ho trovato un muro, a volte ho dovuto fare dei salti mortali per migliorare; anche chiedere cortesie a professionisti esterni quali posturologi, osteopati e fisioterapisti. In una società di calcio quella sanitaria dovrebbe essere la seconda voce per investimenti dopo quella per i calciatori, in altri club lo è. Sto parlando di staff sanitario globale, spese per plantari, byte dentali, sulla Lazio in questo abbiamo avuto assolutamente delle carenze; le cose sono comunque andate bene”.

Sulla vicenda De Vrij: “Se vedeste le risonanze magnetiche al suo arrivo a Roma le osservereste pulite, senza problemi cartilaginei. In Lazio-Empoli, aprile 2015, subì un trauma compressivo del ginocchio, nell’intervallo lo vidi dolorante e fu sostituito. Dagli esami emerse una lesione osso condrale della cartilagine, a quel punto venne mantenuto in terapia perché Stefan non voleva operarsi dovendo giocare le qualificazioni agli Europei con l’Olanda, ma era emerso quasi subito qualcosa di importante. In Olanda gli dissero che operandosi all’inguine avrebbe superato il problema ma ciò non avvenne, poi venne operato per la cartilagine saltando un’intera stagione. Noi abbiamo un po’ aspettato perché dovevamo raggiungere la Champions, ma ad un certo punto abbiamo dovuto mettere uno stop. De Vrij ha voluto sottoporsi ai fattori di crescita e ad una terapia infiltrativa, noi già sapevamo che c’era un danno che l’avrebbe portato lontano dal campo per lungo tempo”.

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