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BIAVA: “La contestazione si risolverà. Ogni domenica lo stadio sarà come il 12 maggio”
L’ex difensore biancoceleste aggiunge: “Vorrei rivivere la finale del 26 maggio, una giornata unica”…
NOTIZIE SS LAZIO – L’ormai ex difensore biancoceleste Giuseppe BIAVA è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio 100.7 per spiegare le ragioni del suo mancato rinnovo ed il conseguente addio dopo quasi quattro anni di militanza nella Capitale. Queste le sue parole:
Come stai?
“Sono pronto per le vacanze”.
Questi giorni cosa hai provato?
“Sono a casa della mia famiglia ed è bello. È sempre stato così e lo sarà ancora”.
Cosa ti ha detto la tua famiglia per la tua decisione?
“Da un lato sono contenti che sto con loro, ma sono dispiaciuti, come me, per lasciare una città e una società dove sono stato bene.. C’è anche un po’ di tristezza, ma è una decisione sofferta, maturata in questo anno”.
Pochi fanno come te….
“Faccio le cose al contrario (ride ndr). È una scelta di cuore e di testa, sapevo quello che avrei lasciato, è stata una decisione lunga, ci ho pensato tanto… So di aver lasciato bei ricordi come i tifosi li hanno lasciati a me”.
Quanto è difficile stare lontano dalla famiglia in una carriera come la tua?
“Erano con me sempre fino a tre anni fa, poi abbiamo scelto che i ragazzi dovevano stare a scuola nel mio paese, non pensavo di rinnovare per tre anni alla Lazio visto che ero sempre in scadenza”.
In questi anni cosa vorresti rivivere e cosa ti è mancato?
“Vorrei rivivere la finale di Coppa Italia ovviamente. Rivivere tutta la giornata e il dopo, è l’unico trofeo che ho vinto e l’ho vinto contro la Roma. ll rammarico è aver sempre sfiorato la Champions”.
Una gara che vorresti rigiocare?
“Quelle gare decisive in cui ci siamo giocati la qualificazione”.
Cosa non ha funzionato con Petkovic quest’anno?
“Siamo partiti forti l’anno scorso all’andata, poi la Coppa ci ha tolto energie e non riuscivamo più a raddrizzare la situazione portandoci i problemi anche quest’anno. La colpa è nostra. L’unica cosa positiva è stata non risentirne in quella finale. Quest’anno siamo partiti male, i risultati parlano da sé”.
Troppi gol subiti. Cosa è accaduto?
“Abbiamo preso troppi gol e tanti sono stati colpa di noi difensori, ma anche della fase difensiva della squadra. A nostra scusante è che in passato giocavamo sempre gli stessi quattro, negli ultimi due anni è successo poche volte. Può essere anche una stagione negativa, a volte non ci si riesce a cambiarle”.
Quanto deve cambiare la Lazio per tornare a livelli importanti?
“Deve inserire qualche giocatore di esperienza e trovare una coppia affiata come me e Dias. Sarebbe importante fare come la Roma quest’anno, fare una serie di risultati positivi a inizio campionato che dà tanta fiducia”.
Come si esce da questa situazione ambientale con lo stadio sempre vuoto?
“Questa situazione non ha giovato alla squadra: è come quanto due genitori litigano e chi ne risente è il figlio… Ognuno ha il proprio modo di amare. Lotito, lo conosco, ama la Lazio anche se sembra freddo e calcolatore. Lui ci tiene alla Lazio, il suo modo di fare può anche non piacere, ma so che è uno che vuole arrivare in alto. I tifosi hanno tantissima passione per la Lazio spero di rivedere il 12 maggio ogni domenica. Io sono fiducioso per il futuro”.
Che futuro sarà per te? Sempre nel calcio?
“Ora per il futuro non ho nulla, spero che trovi una soluzione vicino casa. Ho tanta voglia di giocare, nonostante l’età posso ancora fare bene. In futuro, quando non ce la farà più, vorrei allenatore dei ragazzini”.
Ti è mancata la Nazionale?
“È la massima aspirazione, ovviamente, ma gli anni migliori li ho fatto in età avanzata e allora non mi è mai venuto questo pensiero, Ma sono stato sempre stimato ovunque, in ogni squadra con la quale ho giocato”.
Quale attaccante ti ha dato sempre più problemi?
“Ce ne sono parecchi (ride ndr)… Soprattutto quelli rapidi come Milito, Palacio… Sono quelli di movimento che mettono in difficoltà. L’elenco sarebbe lungo ma, bene o male, io e Dias ci siamo sempre fatti valere”.
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